Giulio Cesare

Teatro

Spettacolo degli allievi 2° anno della Scuola di Teatro_Spazio14
Giulio Cesare
Regia di Silvia Furlan
Con Francesca Belton, Francesca Benini, Giacomo Biscaglia, Alessandra Caldeira de Almeida, Francesca Caprini, Clara Coser, Helga Lazzarino, Stefano Ronconi, Lorenzo Segata, Chiara Trevisin, Riccardo Vitale, Matilde Zangoni

GIULIO CESARE è il secondo appuntamento di "TRENTO NUOVA SCENA" per la Stagione 2012 il cui tema portante quest’anno, è il “POTERE”, indagato e visitato nei suoi molteplici risvolti. Dopo il grande successo di Promet-Io, portato in scena dalla regia di Giorgio Dalceggio, lo scorso 13 maggio, ora è tempo di altri due capolavori schakespeariani: Giulio Cesare domenica 20 maggio e Misura per Misura il 27 maggio. La rassegna chiuderà infine con lo spettacolo Momo di Michael Ende, 3 giugno della Compagnia Teatrale i Graffiti.
Dramma dai molteplici risvolti, GIULIO CESARE permette di riflettere sulle contraddizioni del nostro presente, dilaniato fra le tentazioni dell’autoritarismo e una crisi sempre più profonda del concetto stesso di democrazia.
Presagi e vanità, onori e complotti: così si avvia questa pièce, opera schakespeariana che più di ogni altra riflette sul nodo indissolubile che lega tirannia e populismo, rivoluzione e assassinio, destino di un popolo e tradimento di quei valori che soli possono assicurare il prosperare di una cultura e di una nazione.
Una visione straordinariamente moderna di almeno tre grandi figure politiche: Cesare, Bruto, Antonio, esaminate nell'intreccio dei loro destini, ma anche nel segreto della loro vita interiore. Grande spessore ha la psicologia dei personaggi, già delineata in maniera magistrale nel testo, e riportata in scena nella struttura del doppio-gioco, con un fitto intreccio di contrasti, di contraddizioni, di false sincerità, di scardinamento delle opposizioni nette per un rimescolamento fra “bianco” e “nero”, fra “buono” e “cattivo”, fra “bene” e “male”.
Opposti che si muovono insieme a difetti e virtù tipici delle persone quali l'odio, la fedeltà, l'onore, su una stessa “scacchiera” del gioco della vita.
Una visione che si traduce, in quel regno della parola che è il teatro, nell'opposizione di tecniche retoriche diverse, nell'ostentazione della parola come scarno fantasma della verità, ma anche come duttile, fascinoso strumento di cattura emotiva e di manipolazione delle coscienze.
Tragedia di Cesare, quindi, e con esso dell'ordine costituito; ma anche tragedia di Bruto o dell'ideale stesso di libertà, e con esso di un uomo e di un intellettuale distrutto dalle sue stesse virtù. E proprio perché tale tragedia potesse cogliere i dubbi e le contraddizioni che solcano anche i momenti più alti dello spirito, essa illumina in profondo il rapporto fallimentare fra virtù pubblica e privata, fra ingenuo, stoico eroismo e senso politico dell'azione.


organizzazione: Teatrincorso Spazio 14

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