Gli avventurieri dell'uranio
Dedicato a...
di Angio Zane (Italia, 1958)
Presenta Mauro Bonetto
Titolo: Gli avventurieri delluranio
Origine e anno: Italia, 1958
Produzione: Onda Film
Distribuzione: Indipendenti Regionali; Onda Film Ondavideo
Regia: Angio Zane
Interpreti: Giulio Calì (Sten); Ignazio Colnaghi (Brunner); Guglielmo Inglese (Venanzio); Pina Renzi (Cesira); Vittorio Palamidessi; Pierpaolo Pellegri; Antonio Quarena; Neris Sgarzani; Alessandro Zane
Soggetto: Lino Monchieri
Sceneggiatura: Luigi De Santis; Renato May; Lino Monchieri; Evelina Tarroni; Riccardo Testa; Angio Zane
Fotografia: Claudio Catozzo;
Diego Fiume
Musiche: Paride Miglioli
Scenografia: Paolo Falchi
Durata: 72
Il film
Il professor Sten ha trovato il modo di produrre uninesauribile energia da una macchina di sua invenzione. Per funzionare, l'apparecchio ha bisogno di una quantità di uranio 550. Un ladro, Brunner, che per sfuggire alla polizia si nasconde nella casa dello scienziato, si offre di aiutare Sten nella ricerca delluranio. I due complici iniziano una meticolosa perlustrazione di alcune grotte in montagne. In uno dei cunicoli si imbattono in alcuni ragazzini intenti a giocare. I bambini, coinvolti nella ricerca del prezioso minerale, scopriranno rapidamente le reali intenzioni di Brunner e cioè di impadronirsi delluranio per poi venderlo e assicurarsi così una cospicua fortuna. Per raggiungere questo obiettivo, il malfattore non esita ad imprigionare il professore ed uno dei ragazzi. Ma i piccoli amici di questultimo non sono degli sprovveduti e, con laiuto del loro fedele cane, riescono trovare il covo di Brunner e i due prigionieri. Il ladro, ormai scoperto e braccato, nel corso di una fuga disperata causa accidentalmente l'esplosione del congegno e muore travolto da una valanga. Sten, finalmente libero, si ripromette di lavorare d'ora in poi per il progresso della scienza rinunciando per sempre alla tentazione di un facile arricchimento.
Set in Trentino
bambini, gli animali, la natura: sono questi alcuni degli elementi più caratteristici di tanta parte della filmografia di Angio Zane e che ricorrono anche ne Gli avventurieri delluranio. Il regista di Salò dimostra in questa pellicola la consueta maestria nel gestire questi elementi spesso bizzosi. La finalità didattica del film, che punta ad esaltare valori quali lamicizia, la lealtà, lonestà, il rispetto della natura, viene realizzata senza scadere nella scontata e facile retorica. La pellicola, seppure gravata da mezzo secolo di vita, mantiene inalterata la propria freschezza e genuinità e ci riporta ad un mondo dellinfanzia immerso in una natura che, una volta conosciuta e rispettata, diventa miniera inesauribile di avventure e curiosità e non solo mondo minaccioso e pericoloso.
Questa capacità tutta infantile di trasfigurare i luoghi trasformandoli in mondi fantastici, dove svolgere i propri giochi è evidentemente rimasta inalterata in Angio Zane, che ha utilizzato i dintorni di Dro per ambientarvi Gli avventurieri delluranio, realizzando una messa in scena assolutamente efficace. In seguito, tra il 1963 e il 1964, Zane svilupperà ulteriormente questa trasfigurazione di paesaggi trentini. Nella zona delle Marocche ambienterà una sorta di protowestern allitaliana, anticipando Sergio Leone e Bruno Corbucci, incentrato sulle avventure di uno sceriffo e del suo aiutante (Bruno Salvadori di Arco) entrambi protetti e guidati dalla loro buona stella. In questa location apparentemente inutilizzabile per il mondo del cinema, collocherà le vicende de Lo sceriffo della valle dargento, che divenne uno degli appuntamenti più amati dellindimenticabile stagione del Carosello.
Il regista
Angio Zane (Salò, 17 agosto 1925), conosciuto anche come Auro DEnza, dopo un inizio come cineamatore, si dedicò alla produzione documentaristica, realizzando oltre cento cortometraggi, tra i quali molti didattici ed industriali. Ottenne numerosi riconoscimenti anche a livello internazionale. Esordì nella regia di lungometraggi con La capinera del mulino (1956), ed in seguito si distinse per film rivolti ai ragazzi, creando i personaggi Brigliadoro e Nuvola Bianca: straordinari cavalli al centro di mille avventure. In seguito si dedicò alla realizzazione di audiovisivi aziendali ed industriali. Nel 1986 tornò alla regia di lungometraggi a soggetto con Ribelli. Brigata Perlasca (1986). Fra i suoi ultimi lavori la serie di documentari didattici Autoguida 90 del 1990. Negli ultimi anni, a dimostrazione della sua poliedricità, si è dedicato alla realizzazione di filmati con soggetto letterario: Sirene (1989), sui narrati poetici di Gabriele dAnnunzio; Le notti chiare (1990), che rievoca le impressioni gardesane di Goethe nel corso del suo Viaggio in Italia; Goethe 2000 (1998); Incantesimi damore (1993), rappresentazione dellamore così come viene descritto da poeti immortali quali Saffo, Catullo, Dante, Rimbaud, Neruda
organizzazione: P.A.T. Centro Audiovisivi