I pugni in tasca
Futuro Presente
I pugni in tasca
di Marco Bellocchio
Ita 1965, 107'
In una villa di campagna vivono una madre cieca e i suoi quattro figli. Una vita familiare difficile, segnata da profondi problemi psichici. Augusto, il più normale, aspira a una famiglia, al benessere e all'integrazione sociale. I fratelli Alessandro e Leone, come la sorella Giulia, soffrono invece di disturbi mentali. Nemmeno venticinquenne, Bellocchio firma soggetto, sceneggiatura e regia di una delle opere più folgoranti e dissacranti del cinema italiano degli anni Sessanta, messa in scena con un linguaggio ellittico e una sintassi nervosa molto vicina alle temperature emotive della Nouvelle Vague. Dopo aver ottenuto a Locarno la Vela d'Argento per la miglior regia e grazie all'aura di opera maledetta subito conquistata, il film d'esordio di Bellocchio divenne un caso nazionale e su di esso intervennero gli intellettuali più prestigiosi (Soldati, Moravia, Calvino, Pasolini). Dopo Ossessione di Visconti non c'era mai stato nel cinema italiano un esordio così clamoroso e autorevole. Sempre sull'orlo del grottesco, un gelido ritratto di borghesia in nero e un grande film sulla desertificazione morale della società italiana. Duro, crudele, angoscioso.
organizzazione: Associazione Incontri Internazionali di Rovereto