I vestiti nuovi dell'imperatore
Gran Bretagna, 2001
Titolo originale: The Emperor's New Clothes
Durata: 105'
Genere: Storico
Regia: Alan Taylor
Cast: Ian Holm, Iben Hjejle, Tim McInnerny, Tom Watson
Liberamente tratto dal romanzo The Death of Napoleon di Simon Leys
L'esilio di Napoleone Bonaparte sulla remota isola di Sant'Elena, inziato sei anni fa, sta per finire. Un gruppo di fedeli sostenitori di Napoleone ha organizzato un complotto per riportare l'Imperatore a Parigi mentre un sosia, il robusto marinaio Eugene Lenormand, lo sostituirà ingannando gli Inglesi che lo tengono sotto sorveglianza. Le cose però non andranno secondo i piani stabiliti.
di Siro Ferrone
In virtù di un'ottima sceneggiatura (scritta da Kevin Molony e Simon Leys, sulla base del romanzo di quest'ultimo, The Death of Napoleon) e della straordinaria interpretazione di Ian Holm, affiancato da una bella e convincente Iben Hjejle nel ruolo di Pumpkin, questo film si impone come una delle novità più significative apparse tra vecchio e nuovo anno. La regia di Alan Thomas, più che dignitosa, è sostenuta da un'abile scenografia: suggestivi gli scorci di Malta (che qui sta per l'isola di Sant'Elena) e Torino (apprezzabile la ricostruzione di una Parigi primo-ottocentesca nelle piazze sabaude e nel Parco del Valentino). L'opera è il risultato di una cooperazione italo-anglo-tedesca, con la partecipazione di non poche maestranze italiane.
Il soggetto è curioso. Un plebeo sconosciuto avrebbe sostituito Napoleone a Sant'Elena, qualche tempo prima della sua morte, mentre il vero imperatore sarebbe rientrato in Francia in incognito per tentare, senza riuscirci, di riprendere il potere. Non creduto da nessuno, neanche dalla donna che si è innamorata di lui, deve accettare - dopo avere tentato di indossare di nuovo i vestiti e il ruolo imperiali, finendo per essere confuso con gli altri pazzi che si credono Napoleone - la sua "nuova" identità. Intanto l'altro Napoleone, rimasto a Sant'Elena, rifiuta di ammettere di essere un sosia e muore recitando la parte dell'imperatore dopo avere (forse) vissuto tutta la vita da disgraziato.
È la reinterpretazione moderna della vecchia storia dei gemelli, sosia o doppi, che (da Plauto a Molière a Goldoni a Kleist) ha fatto la fortuna di molta drammaturgia. Il grande attore - in questo caso oscillante fra la goffaggine dello pseudoNapoleone e la verità dell'inquieto Napoleone non-creduto - trova (come si suol dire) pane per i suoi denti e non delude. Il culmine della prova è nel momento in cui il protagonista, rimasto l'unico a credere in se stesso, arriva a dubitare della sua identità, in una sorta di smarrimento visivo. Finché non è costretto davvero a rinunciare al suo "io" imperiale vinto dalla forza delle cose, della Storia grande e della sua privata storia d'amore....
Continua su: