Il brutto anatroccolo

Teatro

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Teatro Prova
Il brutto anatroccolo
di Silvia Barbieri
regia di Silvia Barbieri

Ancora io? Si chiede l'anatroccolo quando, per l'ennesima volta, è costretto a stare a guardare il gioco dei fratelli, escluso solo perché diverso. L'uovo dal quale è uscito è troppo grande e nonostante la sua gioia di nascere ed incontrare il mondo, il rifiuto da parte di tutti gli animali de1 cortile è innegabile. La prima parola che è stata pronunciata alla sua nascita è "Brutto!" e Brutto è il nome che gli è rimasto. "Il fatto è che quando nasci sei troppo piccolo per sceglierti il nome che più ti piace...": i pensieri dell'anatroccolo sono tesi sempre a trovare una spiegazione buona, gentile, a giustificare il mondo e a caricarsi della colpa di non essere in grado di appartenervi. La mancanza di sarcasmo e cattiveria, la fiducia di trovare il posto dell'accoglienza e del calore, lo porta ad una disperata e tenera ricerca di una casa. Con l'ingenuità determinata del cucciolo cercherà inutilmente gentilezza e cura, affetto e amicizia: chiederà di giocare con i suoi coetanei, di fare contenti i grandi, di comportarsi bene. Ma i suoi teneri tentativi di essere accettato falliranno... Soltanto nell'acqua dello stagno, nel gioco spensierato trova atti- mi di felicità, se non che, una volta arrivato l'inverno, diventerà una trappola di ghiaccio ("l'acqua s'è fatta dura dura e ha fatto ciàpela con me!). L' anatroccolo si convince man mano di essere davvero brutto e ogni volta che la sua immagine si riflette nello specchio del lago, sembra dar ragione al giudizio che il suo mondo gli ha dato: Brutto. Ma fortunatamente esiste un altro mondo: quello dei cigni, uccelli regali e bellissimi. L'anatroccolo, al loro passaggio nel cielo, sente una profonda e antica appartenenza, ma se ne vergogna, non è degno neppure di guardarli. Quando, sfinito e solo, cederà al lungo sonno dell'inverno, ecco che si compie la sua trasformazione. La sua nostalgia non era altro che un richiamo profondo: anche egli è un cigno.
Scoprendosi così superbo e trasformato, tuttavia manterrà l'infantile bellezza della sua timidezza e della sua ingenuità: questo farà di lui il cigno più bello del lago.


organizzazione: Associazione Amici del Teatro Rosmini

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