Il dottor Stranamore
L'immagine del disastro
Uk, 1963
Titolo originale: Dr. Strangelove
Genere: Fantascienza
Durata: 93'
Regia: Stanley Kubrick
Cast: Peter Sellers, George C. Scott, Sterling Hayden, Keenan Wynn, Slim Pickens, Peter Bull
Un generale americano lancia inopinatamente un ordine di attacco atomico allUnione Sovietica. Il presidente degli Stati Uniti, dalla war room, si dimostra incapace di fermare gli aerei. Il dottor Stranamore (uno dei tre ruoli interpretati da Peter Sellers) ha però già in mente una soluzione per il dopo-apocalisse.
Il film contiene, fuse in un vortice di comico pessimismo, tutte le ossessioni di Stanley Kubrick: le armi, la guerra, la razionalità/irrazionalità della tecnologia e dellagire umano. Le scimmie che aprono 2001 Odissea nello spazio potrebbero uscire da questa devastazione.
STANLEY KUBRICK
New York, 1928 - Hertfordshire, 1999. In più di quarant'anni di attività, Stanley Kubrick ha realizzato dodici lungometraggi, che occupano pagine fra le più importanti all'interno della storia del cinema e sono universalmente amati dal pubblico. Tra essi, "Orizzonti di gloria" (1957), "Lolita" (1962), "2001: "Odissea nello spazio" (1968), "Shining" (1980) e "Eyes Wide Shut" (1998).
"Sfortunatamente, il tasso di mortalità infantile tra le civiltà emergenti e nell'universo potrebbe essere molto alto. Non che la cosa possa preoccupare o disturbare altri che noi. La distruzione di questo pianeta sarebbe insignificante, in prospettiva cosmica: per un osservatore sito nella nebulosa di Andromeda, il segno della nostra estinzione non sarebbe più appariscente di un fiammifero che si accende per un secondo nel cielo; se quel fiammifero fiammeggerà nel buio, non ci sarà nessuno a piangere una razza che usò il potere che avrebbe potuto mandare un segnale di luce verso le stelle per illuminare la sua pira di morte."
GIOCARE CON L'ORDIGNO-CINEMA
di Enrico Ghezzi
"Lolita" dava l'immagine della serra-astronave in cui si produce il cinema di Kubrick. "Stranamore" è il primo film palesemente costruito all'interno di tale spazio inedito. Inedito anche se i primi anni '60 vedono l'avvio abbastanza fortunato del genere «fantapolitico». Questo genere è lo schermo popolare su cui è proiettato "Stranamore", essendo la popolarità di esso un intrigo politico-poliziesco le cui possibilità di suspence sono allargate dalla scala nazionale o mondiale degli avvenimenti e dal gioco inquietante sul futuro.
Simile spazio attrae Kubrick per la libertà e l'astrattezza che concede. Per Kubrick, è la libertà di costruire il più dichiarato e constatabile di tutti i suoi film-congegno, la più visibilmente perfetta delle sue macchine per la storia che narra lo scacco più tragico. I pezzi qui si incastrano come ingranaggi senza giunture, combacianti con secchi rumori di «slam» meccanici, senza nessun bisogno di olio lubrificante. Tutto ciò, è per la prima volta riprodotto da Kubrick nell'immagine delle macchine (computer della base, bombardieri, mezzi di comunicazione), che raddoppia quella (della follia) dell'uomo. La metafora principale, che indica tutto il meccanismo, è quella sessuale.
"Stranamore" è soprattutto, nell'oggettivazione suprema del problema atomico (cioè della conservazione o distruzione del mondo), l'ennesimo lavoro su una struttura logico-matematica, in questo caso sulla «teoria dei giochi» che tanta parte ha negli studi americani di strategia. Giochi e previsioni basate sul calcolo di milioni di morti, "Orizzonti di gloria" in scala massima: le parole di Turgidson sui «soli» 50 milioni di morti che gli USA avrebbero se portassero subito l'attacco a fondo possono colpire per cinismo, ma sono quasi testuali citazioni da testi di Herman Kahn o di Henry Kissinger.
Si indica di nuovo in Kubrick la disperata coscienza romantica di una presenza costante dell'irragione nella ragione umana, dell'irrazionalità nella ragione progressiva dello spirito hegeliano. Ricordiamo la follia improvvisa di Turgidson che quando già sa tutto anche della Fine possibile si abbandona nella War Room a un'esaltazione delle capacità del pilota del bombardiere che sta sfuggendo ai russi, e atteggia le braccia a imitarne il volo possente e spettacolare: «dovreste vederlo», e noi spettatori lo vediamo dall'inizio del film, un po' timorosi ma affascinati, e anzi sempre in attesa di quelle che sono le sequenze più «stimolanti». Ricordiamo ancora lo sciogliersi della paralisi del razionalissimo Stranamore al momento dell'esplosione dell'irrazionalità pura che è la Bomba: «Mein Führer! Io cammino!» è l'esclamazione gioiosa della razionalità tedesca che smette di macerarsi e autopunirsi (l'arto meccanico di Sellers spesso esplode in autolesionisti uppercut, oltre che nel saluto nazista) per tornare al Nulla. È la coscienza lucida della contemporanea ragione e irragione che aveva Poe, di nuovo citato (le lettere del suo nome formano la sigla-chiave nel cifrario del pazzo Ripper: P.O.E, ragione e irragione, Peace On Earth, Purity of Essence); la follia di "Monsieur Verdoux"; la freddezza spietata e maniacale con cui Svevo analizza le perversioni della coscienza di Zeno: «Forse traverso una catastrofe inaudita prodotta dagli ordigni ritorneremo alla salute».
(tratto da: Stanley Kubrick, il Castoro, Milano, 1995)