Il f(o)u Alfred Jarry

Teatro

La scuola va a teatro
Proposte per la scuola secondaria superiore

Alfred Jarry: il teatro dell’assurdo e la Parigi di inizio ‘900
Les Deux Dames
Il F(o)u Alfred Jarry
di Luciana Grifi
regia di Sergio Basile
con Gianni De Feo, Roberto Turchetta, Donatella Liotta, Alessandra Roca, Andrea Nolfo
costumi di Ottavia Valvo
musica di Francis Poulenc (a cura del M.o Marco Scolastra)
luci di Paolo Romanucci
macchine sceniche di Gianandrea Gazzola

Il 1° novembre 1907, all’età di trentaquattro anni, Alfred Jarry moriva di meningite tubercolare all’Hopital de la Charité di Parigi. Ricorre quindi quest’anno il primo centenario della morte e passare sotto silenzio questa data significa ignorare colui che ha dato vita ad una delle creature più famose del teatro mondiale: Padre Ubu. Ma non è questo il motivo, se non accidentale, che ha spinto l’autrice Luciana Grifi ad interessarsi di Jarry. La motivazione autentica e profonda nasce dal fascino esercitato su di lei dalla personalità e dalla figura di Alfred Jarry, uomo-bambino che rifiutò di crescere e visse la sua vita in equilibrio sul doppio binario della realtà e della fantasia.
Durante la sua adolescenza nel collegio di Rennes, Jarry incontrò l’embrione del suo famoso personaggio, lo fece crescere e nascere e lo battezzò col nome di Padre Ubu. Il legame che si stabilì tra i due fu poi così forte e persistente che lo scrittore arrivò al punto di identificarsi con il suo personaggio e firmare la sua corrispondenza personale con il nome di Padre Ubu. Perché dunque non ipotizzare che nella sua casa, al 7 rue Cassette , Jarry vivesse in compagnia di colui che era diventato il suo doppio, specchio implacabile e ricettacolo/cloaca di tutti i difetti umani, nonché “ignobile doppio”- come lo definì Jarry - di quel pubblico parigino che accolse con insulti e fischi la prima rappresentazione teatrale di “Ubu re”?
Ad Alfred Jarry è quindi dedicato questo divertissement nella Parigi dei primi del Novecento, uno spettacolo di impronta “patafisica”, sospeso in una dimensione atemporale, che supera la pur doverosa storicizzazione dei fatti e propone un gioco divertito e leggero tra personaggi storicamente esistiti (Messalina, Apollinaire, Freud) e personaggi da lui inventati (Padre Ubu, Madre Ubu, Faustroll). Uno spettacolo surreale e grottesco in cui rivive l’atmosfera della Parigi dei primi del Novecento, che seppe con i suoi grandi artisti spazzare via il mondo ottocentesco e aprire le porte alla modernità e al nostro tempo.

Prima delle rappresentazioni e dei film verranno dedicati alcuni minuti a una breve introduzione; al termine seguirà un dibattito nel quale i ragazzi potranno intervenire e porre domande. L’introduzione e la conduzione del dibattito degli spettacoli sarà a cura di un attore o del regista della compagnia, per i film sarà a cura di Alberto Brodesco.

Alberto Brodesco è critico cinematografico per il quindicinale "QT - Questotrentino" e per il mensile "Citylights - Informacittà Vicenza". Lavora presso il Dipartimento di Scienze Umane e Sociali dell'Università di Trento. È cultore della materia in Sociologia del Cinema


organizzazione: Teatro delle Quisquilie

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