Italian Sud-Est

Cinema

Italia, 2003
Genere: Drammatico
Durata: 120'
Regia: Fluid Video Crew
Cast: Antonio Aluisi, Caterina Tortosa, Matteo Fraterno, Gianni Monteduro, Alberto Signore, Lea Barletti, Fabbrizio Pugliese, Fabbrizio Saccomanno, Biagino Bleve, Vincent Brunetti, Mario Fracasso, Med Ippolito Chiarello

Salento. Sui treni della Sud-Est, la ferrovia ormai quasi in disuso che attraversa la provincia di Lecce, viaggiano diversi personaggi. Caterina ogni giorno parla con qualcuno, ascolta le storie che le vengono raccontate, prende appunti. Racconti di popoli nomadi e di santi, di favole e di ingiustizie, di degrado e abbandono. Una delle sorprese della sezione Nuovi Territori alla Mostra del Cinema di Venezia, un’esperienza audiovisuale vitale opera di un singolare sodalizio registico. Natura, storia e umanità si mescolano tra fiction e documentario.

di Elena Mortelliti
Italian Sud Est non si può definire né un documentario, né un lungometraggio di finzione, probabilmente un "docu-fiction", dal momento che utilizza entrambi i mezzi espressivi per ottenere un film di due ore estremamente originale e ricco di idee.
Parlare di questo film non è facile, perché si rischia di dimenticare sempre qualcosa, in quanto i 120 minuti che lo percorrono sono talmente infarciti di storie, favole, miti, film nel film, interviste, gags …che difficilmente sono riassumibili. Credo che sia proprio questo l’intento dei quattro registi di questo delizioso pastiche meta-cinematografico: esasperare, spiazzare, scuotere, svegliare lo spettatore leggermente assopito dai film che spesso si vedono nelle sale cinematografiche italiane per stimolarlo, stuzzicarlo con questo viaggio nella realtà e nell’immaginazione. La Fluid Video Crew (composta per l’appunto da quattro registi trentenni) decide di viaggiare insieme allo spettatore per la regione del Sud recentemente "scoperta" dal giovane cinema italiano (primo fra tutti citiamo il "regista del Salento" Edoardo Winspeare, che compare infatti nei ringraziamenti del film) : il Salento e decide di farlo utilizzando il mezzo di trasporto più in disuso negli ultimi anni, il treno inter-regionale. I quattro si improvviseranno così viaggiatori dallo sguardo incuriosito dei trenini gialli delle Ferrovie del Sud-Est, che collegano per 473 km tutti i paesini di questa affascinante e misteriosa regione, ricca di storie vere o immaginate, che man mano i protagonisti del film ci sveleranno.
A fare le veci sullo schermo dei quattro registi ci penserà la giovane giornalista Caterina (nella vita reale antropologa), che intervisterà, prendendo appunti con il suo registratore, i vari personaggi che incontrerà lungo il suo interminabile viaggio a bordo delle fedelissime ferrovie del Sud-Est .
Un percorso tracciato dunque dalle ferrovie, percorso che non avrà una meta, ma che si aggroviglierà per le rotaie del Salento. Ad ogni stazione la nostra guida Caterina incontrerà ferrovieri/e di tutti i tipi: bizzarri, tristi, ingrigiti dal loro lavoro o nostalgici di un passato remoto in cui la ferrovia era il principale mezzo di trasporto, interpretando la ferrovia come la risorsa più importante della loro vita e commuovendosi solo all’idea che "Otranto è collegata direttamente a Madrid". Personaggi di altri tempi, usciti fuori da un film muto forse...ed infatti alcuni di loro si divertiranno ad essere protagonisti di alcuni sketch muti.
Un Salento surreale dunque, che assomiglia più ad uno sogno in cui scatenare la propria fantasia che alla realtà, come hanno proposto i Fluid Video Crew, dimostrando di aver assimilato la lezione sui generi cinematografici e di potersi permettere di giocare con il genere documentario ad esempio, esplorandone i limiti e i paradossi, in cui lo spettatore improvvisamente si perde e non sa come classificare alcune sequenze perché in bilico fra la realtà e l’immaginazione.
Chiaramente il punto di non ritorno è rappresentato dalla sequenza meta-cinematografica in cui assistiamo alle riprese di un film d’amore molto vicino ad una soap opera, in cui i trucchi del mestiere sono finalmente svelati, smascherando con autoironia (una volta tanto!) chi è dietro questo pastiche.
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