Italiano per principianti
Danimarca, 2002
Titolo originale: Italiensk for begyndere
Durata 112'
Genere: Commedia
Regia: Lone Scherfig
Cast: Anders W. Berthelsen, Anette Stovelbaek, Ann Eleonora Jorgensen, Lars Kaalund
Sei individui accomunati da una insolita passione per la lingua italiana: c'è il nuovo pastore della comunità, da poco vedovo, appena arrivato con la sua Maserati. C'è un energico cameriere tifoso della Juventus che parla italiano. C'è infine Jensen, il portiere factotum, da quattro anni impotente. Le loro vicende si intrecciano con quelle di tre ragazze e le loro solitudini finiranno per ricomporsi in nuove coppie con finale a sorpresa.
Tra le pochissime certezze che abbiamo, ahimè, se nè aggiunta unaltra che, purtroppo, non ci cambia la vita: non tutti i film che seguono i dettami del Dogma 95 di Lars von Trier e affiliati (camera a mano, nessun contrappunto musicale, luce naturale, assenza di scenografia e altri diktat stilistici) sono necessariamente punitivi e in odore di inevitabili drammi da camera (basti pensare ai terribili Mifune e Festen, senza scomodare le pellicole del capobanda Trier); queste opere cinematografiche piene di famiglie disturbate, figli schizofrenici, matrimoni sfasciati, incesti, padri orribili e tutto larmamentario da kammerspiel possono essere interessanti, e i film citati sono a loro modo bellissimi, ma un poco di leggerezza e ironia, che non snaturi la natura pessimista del realismo Dogma, riassumibile nella frase: La vita è uno strazio, è bene che passi in fretta
, non guasta, e prova ne è Italiano per principianti della giovane cineasta danese Lone Scherfig. La trama ruota intorno a una piccola comunità di persone, dai diversi mestieri, che vive alla periferia di Copenaghen: una parrucchiera con la madre alcolizzata con cirrosi epatica allultimo stadio, una pasticciera vessata da un padre padrone bizzoso e pelandrone, un giovane cameriere tifoso della Juventus, un pastore protestante che ha appena preso la supplenza di un collega malato e che ha perso la moglie da poco tempo. Anche qui esistenze incolori, neutre, accomunate da una devastante solitudine interiore, che attraversano luoghi spettrali ed anonimi, sognando che la vera vita è altrove (è inquietante accorgersi quanto le periferie di qualsiasi città europea si assomiglino
).
Il pretesto per uscire da tanto solipsismo è frequentare una classe di italiano per principianti, un corso serale scalcinato e quasi da chiudere, avendo solo sette allievi che si dilettano a dire grazie e quanto costa un biglietto ferroviario per Venezia?, con incomparabile grazia (giustamente il lungometraggio è sottotitolato, giacché, se non proprio bilingue, ha il suo punto di forza nel pastiche linguistico ed emozionale che si crea tra i personaggi).
Ciò che scalda il cuore dello spettatore è la speranza che alberga in queste persone così mediocri, sempre un po spettinate, mai tirate a lucido, vestite in modo approssimativo, tiranneggiate da un fato crudele, che le vede comprimarie in funerali, segreti svelati (la parrucchiera è sorella della pasticciera) e segreti inconfessabili (limpotenza sessuale di Jorgen, un concièrge alberghiero, innamorato di Giulia, emigrata italiana che lavora nella cucina del ristorante e che, corrispondendo al sentimento delluomo, siscriverà anchessa al corso per ascoltare il buffo italiano dellamato), piccoli equivoci, colpi di fulmine improvvisi (finalmente abiurata lidea, nel cinema Dogma, che la sessualità sia un disvalore, fonte di nequizie e vessazioni da traumi infantili).
La decisione dei sette di partire per Venezia non è affatto di maniera, ma completa un percorso filmico allinsegna della positività dellanimo umano. E pur rigettando un acritico happy end, il sole veneziano scalda e arrossa i volti di un bel gruppo di bravissimi attori danesi, mai sopra le righe, che rendono simpatici e buffi i propri personaggi. In buona sostanza, un film da non perdere.
Tratto da: http://www.frameonline.it/Rec_Italianoperprincipianti.htm
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