Medee

Teatro

Nella Tridentum, la Città Sotterranea di Trento, gli studenti del Liceo Prati propongono la tragedia di Euripide in una rappresentazione dal titolo “Medee”. Una rilettura del mito, di una donna che uccide per vendetta i propri figli, alla luce degli eventi di oggi, da quanto è successo l’11 settembre ai molti casi di cronaca che riportano di madri che ammazzano i loro figlioli.

CONSIDERAZIONI SULLO SPETTACOLO “MEDEE”
L’elaborazione dello spettacolo nasce dal desiderio di approfondire e far vivere il lavoro fatto in classe. Leggere i classici: benissimo, è cosa straordinaria. Ma fino ad ora era sempre mancato lo spunto più vitale: non solo leggere e pensare, ma anche pensare e agire, mettere in gioco la testa e il cuore, la voce, le parole, la danza e il canto.
La sconcertante modernità dei classici: non è una storia, e i ragazzi lo hanno capito e visto e vissuto. Bisogna dire che, purtroppo, abbiamo avuto una notevole fortuna che ha aiutato la modernità dei classici: quando abbiamo progettato il lavoro abbiamo pensato di mettere in luce diverse angolazioni della figura mitologica di Medea, la sua diversità di donna, di straniera, di sophè.
Abbiamo voluto vedere Medea come “condizione mentale”, come nodo diacronico che percorre in modo vertiginoso tempo e spazio: c’è la Medea di Seneca, e quella di Grillparzer, e quella di H. Muller.
In un corso di aggiornamento per insegnanti ci sono state anche la Medea della storia dell’arte, del melodramma, della letteratura italiana e tedesca, e poi ancora la Medea del cinema. Medea, per tutti quelli che sono stati coinvolti in questo progetto, è stata veramente “condizione mentale”. Medea è entrata nei pensieri e nelle giornate, nelle letture e nello studio e nel tempo libero.
Medea, la sconcertante modernità di questo classico struggente e incredibilmente bello. E poi, e qui ha giocato, purtroppo, la tyche, poi ci sono stati l’undici settembre con l’esplodere clamoroso del conflitto tra cultura altre e diverse, e ci sono state tante, troppe madri che hanno ripetuto nella cronaca l’uccisione dei figli. Ma allora in particolare è stato utile il lavoro di riflessione, anche e soprattutto per i ragazzi che hanno capito il vantaggio offerto dai testi classici, specie quando essi sono “vissuti” sulla scena. Questi testi sono specchio della nostra realtà, ma è molto meglio la visione dentro lo specchio dei testi classici, di quei testi che, come dice Gorgia, sono inganno. Più che mai è vero che “la tragedia è un inganno, in cui è più saggio chi si lascia ingannare”.
Questo si è cercato di fare con la Medea dei ragazzi del Prati, cioè quello che dice Gorgia: cercare un atto conoscitivo (lasciarsi ingannare), che tiene comunque e sempre distinti i piani della vita vera e quello del teatro che resta pur sempre atto di volontà, volontà di lasciarsi ingannare. Ma non è un inganno cattivo: è lo specchio, l’evitare la visione diretta che pietrifica, è il cercare l’altra ottica, quella del pensiero e della riflessione.
“Balia, porta uno specchio. Questa non è Medea”: questo dice la Medea più piccola, quella con quella faccia così terribilmente greca, e quella presenza scenica struggente ed intensa, lei, ma anche tutte le altre Medee, compreso Fabrizio e tutti gli altri.
Laggiù, nello spazio magico del SASS si è ripetuto il rituale incredibilmente forte e magico del teatro, specchio della vita vera, specchio forte e limpido perchè sottratto al magmatico e sofferente e insanguinato ritmo del nostro presente.
Là sotto, nel magico SASS, si è aperto lo spazio della riflessione, del pensiero e del dialogo. Là sotto, nel silenzio sottratto a tutte le nostre corse, lo specchio del teatro e della letteratura fanno pensare. Alla difficoltà di accettare e metabolizzare la diversità, della difficoltà di definire con chiarezza la propria identità senza compromessi, della difficoltà di affrontare il dolore, l’amore, la solitudine, l’emarginazione. La differenza, ogni differenza.
Lo hanno capito bene i ragazzi, che tra i libri del Prati e lo spazio magico del SASS hanno saputo tradurre la scuola in una storia di vita vissuta. Grazie a Medea, a quella forte e terribile che viene dal nostro passato.
Maria Lia Guardini, Liceo Classico "G. Prati" di Trento
da:


organizzazione: Trentino spa - Provincia Autonoma di Trento Servizio Attività Culturali - Ufficio Provinciale ai Beni Archeologici

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