Napoli Hotel Excelsior

Teatro

Stagione di Prosa

Teatro Bellini di Napoli
Napoli Hotel Excelsior
testo e musiche di Raffaele Viviani
scene Umberto Bertacca
elaborazione musicale Antonio Sinagra
regia di Tato Russo
sito ufficiale dello spettacolo www.napolihotelexcelsior.it

Di Viviani prediligo l’atto unico. La “zampata”. La graffiata improvvisa. Lui, il poeta gatto, non ama le complicanze in tre atti. Mette poco a disegnare un mondo. Trenta minuti per un capolavoro del teatro di tutti i tempi qual’è la grande “Musica”. Lui, l’aristocratico passeggiatore notturno, cannocchiale della miseria della città in cui vive, ci conduce con la sua macchina da presa a far da osservatori di cose e di mondi quotidiani e lui, il poeta, li commenta con voce da finissimo doppiatore. “Inquadratura” è il punto di vista. E lui, il gran regista, con una sola inquadratura ha detto tutto. E il “taglio” della vita, il punto di vista sull’esistenza, lo sguardo attento alle miserie del mondo. “Via Partenope” mi ha interessato per questo, per il fatto di fornire un punto di vista, un’inquadratura fissa e determinante della città. Lui, l’eterno scugnizzo, l’intellettuale separato, che osserva una società in piena decadenza, sotto vetro, che fa fatica a coprire della sua nobile facciata esteriore il sudiciume degli interni, la sporcizia delle vetrate, untuose quando la luce proviene dal di dentro a mostrar vizi e categorie di un mondo che caracolla su se stesso inarrestabilmente. Ed ecco l’eccesso della deformazione caricaturale alla quale mi ha condotto la scelta di questo grande contenitore di sguardi. L’Hotel Excelsior, immaginario luogo di favole, desiderato e impenetrabile, mondo di sogni inaccessibili, contro il quale si infrangono i sogni degli esclusi, dei tanti scugnizzi che moltiplicano le loro tragiche storia al di là del Grande Vetro. Un grande Fuori e un immaginario Dentro. E l’assurdo incrociarsi di queste due città impossibili, eternamente conviventi che eternamente si toccano e mai si sfiorano, che quando lo fanno conducono solo alla tragedia della contaminazione. Questa balorda e caratteristica promiscuità che disvela da una parte un’infinita galleria di caratteri tragici, di diversi, di miserabili, e dall’altra i tipi dì una classe ormai reclinata su se stessa, del tutto improduttiva e ritratta nel suo definitivo progetto di decadenza. Questa la storia di una grande pescata, di una grande Attesa, con personaggi che aspettano ognuno qualcosa in una lunga notte che chissà quando e se finirà. E le due città viste dall’Eterno Scugnizzo appaiono entrambe rallentate nello spazio e nel tempo e sembra venire a gravare sull’altra in forma di assioma finale e morale, ecco dall’altra spuntare un anelito di vita e di speranza come puro atto rivoluzionario.

Informazioni sulla prevendita

I biglietti si potranno acquistare presso:
Cassa del Teatro Auditorium dal lunedì al sabato ore 10-19
Cassa del Teatro Sociale dal lunedì al sabato ore 16-19
nelle giornate di spettacolo nel teatro che ospita lo stesso da un'ora prima dell'inizio
Casse Rurali Trentine convenzionate in orario di sportello

Dopo 14 anni riprendo questo “mio” Viviani. Nel grande Varietà della Strada e nei pressi di questo immaginario Hotel di fantasmi,di questa grande nave sognata di deliri e benessere, rimetto in gioco la mia voglia ormai perduta di fare l’attore dopo tanto teatro di regia e dopo tante altre avventure personali di scrittura. Non so se nell’ormai lontano 1988 mi spinse la voglia di cimentarmi nei tanti personaggi che Viviani interpretava e fare a gara con lui di perizia e capacità attoriali o se invece fosse solo la voglia di fare un’omaggio alla mia Napoli Autentica subito dopo l’inaugurazione del Teatro Bellini con L’Opera da tre soldi. In qualche modo in quell’anno l’accoppiata Brecht-Viviani doveva fare intendere la proiezione europea del Teatro Bellini che mi accingevo a gestire e la voglia mia d’un teatro epico-popolare lontano dagli stilemi del teatro borghese a me non cari. Scopro e me ne rallegro che dopo quindici anni e tanti spettacoli pensati e realizzati alla mia maniera il mio progetto di creare un teatro non irreggimentato e libero da sovrastrutture borghesi ha regalato non poche emozioni ai miei spettatori in tutta Italia e sono riconoscente per questo anche a Viviani dell’essere stato lui un viatico per le mie intenzioni e per le mie realizzazioni. Questa ripresa vuole essere percio’ un omaggio al grande Raffaele autore e attore, alla sua urbanissima poesia, ma anche e soprattutto a questa mia città ormai ridotta senza poesia e senza più personalissimi abbandoni.

Questa città eternamente duplice, doppia, fatta di parti che si specchiano e non si incontrano mai se non per corrompersi o contaminarsi reciprocamente, questa città in cui ti fa fatica vivere e che e’ cosi’ sempre da bestemmiare come una madre perduta in altre occupazioni e in altri affetti.

A te, A voi il pensiero che tutta la dignità perduta di un popolo possa riscattarsi al di là delle goffaggini imposte da una società non più governata e che ci muove e si muove nel disegno della definitiva estinzione.


organizzazione: Centro Servizi Culturali S. Chiara

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