Ogni nostro viaggio, piccolo o grande, è sempre Odissea

Teatro

Prende spunto da una frase di Italo Calvino “Ogni nostro viaggio, piccolo o grande, è sempre Odissea” un ciclo di tre recital dedicati al grande poema epico di Omero, curati da Marialia Guardini e messi in scena con la regia di Michele Comite sulla strada romana del S.A.S.S., lo Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas, a Trento, sotto piazza Cesare Battisti.
Il primo appuntamento “A Sparta voglio andare .. . cercando il ritorno del padre” si terrà martedì 17 novembre alle ore 17.30 con le voci di Sabrina Carletti, Michele Comite e Cristina Nadra accompagnate da Sara Coser al violoncello.
I brani sono selezionati da Marialia Guardini che presenta così l’avventura dell’eroe omerico: “Ciò che Ulisse salva dal loto, dalle droghe di Circe, dal canto delle Sirene, non è solo il passato o il futuro. La memoria conta veramente – per gli individui, le collettività, le civiltà – solo se si tiene insieme l’impronta del passato e il progetto del futuro, se permette di fare senza dimenticare quello che si voleva fare, di diventare senza smettere di essere, di essere senza smettere di diventare”.
In queste parole, scritte da Italo Calvino (Perché leggere i classici), si riassume il significato della nostra proposta: rileggere l’Odissea vuol dire ripercorrere le strade che sono quelle della nostra vita: è sempre Italo Calvino l’ autore della frase che abbiamo scelto come titolo del progetto: “Ogni nostro viaggio, piccolo o grande, è sempre Odissea”.
Non è un caso che il protagonista dell’Odissea sia una delle figure più spesso riprese nella storia della letteratura: da Dante a Foscolo, da Tennyson a Joyce, da Pascoli a D’Annunzio fino alla rilettura cinematografica di “2001: Odissea nello spazio”.
La forza e il fascino di Odisseo? Probabilmente derivano soprattutto dalla rilettura di Dante, che di questo personaggio – sottolineando per altro una qualità che fin dal testo antico contraddistingue questo particolarissimo eroe - fa il simbolo del desiderio di conoscenza che, da sempre, si manifesta nell’uomo.
Ma l’Odissea è anche lettura piacevole per la sua natura molteplice e multiforme: in tutto simile al protagonista “uomo dal multiforme ingegno”. L’Odissea può essere letta come romanzo di amore e di avventure, ma ci sono anche i racconti di viaggi e di magia, la favola, un po’ di orrore e stregoneria: il tutto nei toni più diversi - ma sempre vicinissimi alla nostra esperienza comune - della fantasia e dell’invenzione, dell’ironia, della serietà, dei sentimenti e della ragione.
E’ proprio vero che “ogni nostro viaggio” e dunque tutta la nostra vita, “è sempre Odissea”.

Mercoledì 2 dicembre alle ore 17.30 la strada romana dell’antica Tridentum, ospita “Solo lui, infelice, è ancora privo del ritorno” con Sabrina Carletti, Michele Comite, Cristina Nadrah e Matteo Scotton accompagnati da Sara Coser al violoncello.
Marialia Guardini, curatrice dei testi, commenta così questa nuova avventura dell’eroe omerico: “Ogni nostro viaggio, piccolo o grande, è sempre Odissea”: le parole di Italo Calvino scelte come titolo della serie di incontri per conoscere e, soprattutto, ri-conoscere il testo omerico sono particolarmente adatte al contenuto dei due canti (III e IV) che saranno presentati mercoledì 2 dicembre. In questi due canti c’ è il viaggio di Telemaco, che si colloca nel tempo del racconto e ha il significato di una sorta di prova iniziatica che porta il giovane figlio di Ulisse ad essere riconosciuto come adulto; ma ci sono anche i viaggi del passato, i nostoi, cioè il ricordo - quasi sempre triste, mai motivo di orgoglio - dei difficili e a volte tragici viaggi di ritorno da Troia. Dopo aver vinto la guerra, i Greci tornano in patria tra mille difficoltà: ed è fortunato chi comunque ci arriva, anche con fatica e sofferenze. Il viaggio porta Telemaco prima a “Pilo sabbiosa” dove c’è il vecchio e saggio Nestore; e poi a Sparta, dove Menelao ed Elena aiutano Telemaco, ma anche il lettore-ascoltatore di oggi, a recuperare la memoria di un passato ormai lontano. Omero, narratore davvero abile e consapevole, salda così il passato al presente, e prepara il V canto che comincia a presentare il racconto delle vicende di Ulisse.

Il terzo e ultimo appuntamento dal titolo … e allora vicina scorse la Terra, con Sabrina Carletti, Michele Comite e Cristina Nadrah accompagnati da Sara Coser al violoncello, si terrà martedì 15 dicembre, ore 17.30. Dopo il racconto della situazione di Itaca e delle difficoltà di Penelope e Telemaco, che sempre di più soffrono la lunghissima assenza di Odisseo, dopo le parole e i ricordi di coloro che hanno partecipato alla guerra di Troia, appare sulla scena l’eroe omerico. Odisseo è prigioniero di Calipso, ninfa che di lui è innamoratissima e non lo vuole far partire. Interviene allora – come spesso succede nell’epos – una divinità, in questo caso Atena che protegge e aiuta spesso Odisseo. Odisseo partirà e, dopo un terribile naufragio in mare, arriverà nell’ isola dei Feaci. Per lui, che lascia un mondo un po’ fantastico e magico, è il ritorno alla “civiltà” e l’ultima tappa del suo viaggio di ritorno a Itaca.

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