Otello

Teatro

Trento a Teatro
Trento Oltre

La stagione Trentooltre continua con le sue proposte giovani, innovative ma che affondano le loro radici anche nel teatro classico, rivisitandolo in chiave moderna. Quest’anno abbiamo visto La Locandiera nella versione di Corrado d’Elia, Dorian Gray nella versione di Manfridi e Micol.
Il 25 febbraio è la volta di un giovane regista, Claudio Autelli, che da alcuni anni collabora con il teatro Litta di Milano e che sta raccogliendo consensi in tutta Italia.
L’Otello che portiamo al Cuminetti è stato ospitato l’anno scorso nella stagione del Teatro Stabile di Bolzano ed è vincitore del premio “Nuove Creatività” sostenuto dall’ETI, l’Ente Teatrale Italiano.

Teatro Litta Produzioni (Milano)
Otello
di WIlliam Shakespeare
progetto e regia Claudio Autelli
Con Enrico Ballardini, Matilde Facheris, Lino Musella, Irene Serini, Francesco Villano e Antonio Syxty
Vincitore di Nuove Creatività - Progetto sostenuto dall’ETI Ente Teatrale Italiano

Un Otello giovane per un progetto denominato “Work in progress”, ovvero un master lanciato, da qualche anno ormai, dal Teatro Litta ed ideato per mettere alla prova, valorizzandoli in un percorso triennale, registi esordienti ed emergenti.
Un Otello che risente delle nuove contaminazioni artistiche con ritmi del tutto particolari e contemporanei. Un Otello emozionante quello di Claudio Augelli che ha ridotto e sfrondato il testo originale del quale sopravvivono in gran parte le parole, ma calate in un contesto estraneo: l’intera vicenda viene infatti ambientata attorno al tavolo di un unico interminabile banchetto nuziale in cui celebrare l’unione di Otello e Desdemona e poi la loro fine. Il tutto tra palloncini, cappelli di carta, monologhi recitati al microfono. I cinque personaggi, gli sposi, Iago, Emilia e Cassio, ne escono degradati, goffi e un po’ ubriachi, ignari del destino che incombe su di loro.
I commensali vivono i loro destini davanti ai nostri occhi, compiono il loro percorso verso la rovina; un percorso fatto di fraintendimenti, menzogne, invidie, e piccole risate: una commedia degli equivoci dentro la quale la miopia e la sostanziale inadeguatezza dei personaggi ai loro ruoli, trasforma la loro storia in un progressivo sacrificio di chi più degli altri ha voluto ritagliarsi quella parte, la parte dell’agnello sacrificale.
Desdemona appare come la portata principale di un banchetto che vede tutti gli invitati coinvolti nella sua scarnificazione. Tutti portatori di un disagio, di un malessere che li spinge a sfogarsi a scapito di quella “santa donna” a cui piace ammettere: ”State certo che il vostro avvocato preferirà morire piuttosto che rinunciare a difendere la vostra causa.” C’è una sottile perversione in questa promessa, un sottile piacere nel distinguersi, nel primeggiare prostrandosi agli altri.
Un sacrificio che si sviluppa per il tempo di una festa, una festa che si dilata, che si espande comprendendo tutta la vita dei suoi commensali, una grande abbuffata i cui brindisi scandiscono la degenerazione dei rapporti, fino in fondo, fino all’ultima portata.
Nello spettacolo ci sono molte citazioni da Carmelo Bene a Nekrosius a Emma Dante solo per restare a quelle più evidenti.

ESTRATTI DA RASSEGNA STAMPA:

“Claudio Autelli in questo Otello ha fatto davvero passi da gigante. Lo spettacolo è compatto, ben diretto, improntato a un gran senso del teatro. “
Renato Palazzi, Del Teatro, 3 aprile 2008

“Otello” in versione ridotta e alquanto particolare ci propone Claudio Autelli, trentenne emergente e non mancante di talento come ha già dimostrato l’anno scorso con “Antigone” di Anouilh. (…) Il senso dell’operazione, bizzarra ma non da scartare, quella di denunciare insomma la paura di affrontare la tragedia, quella vera, la tragedia in cui l’uomo vive.”
Domenico Rigotti, Avvenire, 4 aprile 2008

“Il giovane regista incentra la vicenda sull'altalena dai sentimenti della tragedia, segnandola e racchiudendola, in un senso di ridicola, grottesca, forzata, inesausta festa tra palloncini colorati, monologhi recitati al microfono quasi fossero discorsi dedicati agli sposi, violenti “a solo” di chitarra elettrica. Suggestive alcune intuizioni (…). Gli attori Matilde Facheris, Lino Musella, Woody Neri, Irene Serini, Francesco Villano sono bravi e ben diretti e lo spettacolo è ricco di inventiva.”
Magda Poli, Il Corriere della Sera Milano, 9 aprile 2008

“Un banchetto di nozze dall’atmosfera intrigante che riempie la scena e progressivamente imploderà.”
Simona Spaventa, La Repubblica Milano, 12 aprile 2008

“Il teatro di Autelli salta fuori come una di quelle scatole a sorpresa , carillon a molla ben equilibrato di colori e sentimenti. (…) dal sorriso alla tragicità della vita ( e dell’amore): è un attimo. Attravesro una facilità poetica che si conferma una delle migliori qualità del giovane regista scuola Litta.”
Diego Vincenti, Hystrio 2008

“La tragedia diventa, nelle mani di Autelli, una fara tragica anticlassica in torno al tavolo di un banchetto nuziale dove Otello, Iago, Emilia e Cassio festeggiano tra interminabili brindisi, discorsi augurali, allegri girotondi, grappoli di palloncini colorati, e schitarrate rock. (…) Lo spettacolo ha un vigore incalzante, lo stacco fra il festevole esordio e il precipitare negli inferi delle passioni è drammaturgicamente efficace.
Ronfani, 13 novembre 2008, Il Giorno

“Claudio Autelli, il geniale regista e drammaturgo di questa versione, ha sfoltito la tragedia di Shakespeare di ogni orpello, di ogni riferimento storico o ambientale, asciugandola addosso ai personaggi e ai loro tromenti, espressi con le parole che Salvatore Quasimodo trovò per i versi scespiriani, con la fisicità dei suoi splendidi attori infilati in costumi che alludono a n grottesco adattamento della storia a una dimensione paesana o di estrema periferia urbana. (..) Gli attori danno vita a uno spettacolo di rara intensità e di struggente bellezza, esmpio sfavillante di come il teatro si possa fare anche con pochi mezzi, tantissimo talento scenico e altrettanta intelligenza.”
Umberto Gandini, Alto Adige, 19 febbraio 2009

“Le invenzioni di Autelli riportano alla memoria visioni rubate al cinema e alle arti visive, immagini di cui la regia si ciba con eleganza e leggerezza, riuscendo a conferire solidità e intensità a una messinscena che colpisce per rigore e visionarietà”.
Nicola Giuliani – Teatri del Tempo Presente – maggio 2009


organizzazione: Centro Servizi Culturali S. Chiara - Teatri Possibili Trento

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