Prova a prendermi

Cinema

USA, 2002
Titolo originale: Catch me if you can
Genere: Commedia
Durata: 140'
Regia: Steven Spielberg
Cast: Leonardo DiCaprio, Tom Hanks, Christopher Walken, Martin Sheen

Frank W. Abagnale è un uomo dalle mille identità, prima di compiere ventun anni è già stato medico, avvocato e pilota di linea. Maestro nella truffa e nella frode finanziaria, Frank è il chiodo fisso dell'agente dell'FBI Carl Hanratty che un solo sogno catturarlo e assicurarlo alla giustizia. Ma Frank riesce sempre a batterlo sul tempo.

di Mario Sesti
Chissà se il cinema ama tanto i truffatori perchè li sente inguaribilmente affascinanti e affini come i propri sogni: dal Bidone alla Stangata a La casa dei giochi, tre esempi di alta lezione sull'arte dell'imbroglio, il truffatore, scrutato da vicino, si mostra innanzitutto, come il cinema, in qualità di abile manipolatore di sogni. Soprattutto dei propri. L'ultima fatica di Spielberg, che ha diviso la critica americana (o entusiastici, o perplessi), sembra esplorare con brillante malizia, proprio quest'ultimo aspetto. Prova a prendermi, tratto dall'omonima biografia di Frank Abagnale (un best seller negli Stati Uniti), lavora in profondità sul modo in cui un truffatore è manipolato e sedotto innanzitutto da se stesso: cosa spinge uno che truffa le banche da quando aveva 16 anni a fingersi pilota aereonautico, pediatra o avvocato? Spielberg, non sembra avere dubbi, visto che ci racconta la sua storia mettendo da subito a fuoco che nella vita dell'abilissimo contraffattore di assegni, l'evento cruciale è la separazione dei genitori, e l'idea folle, e allucinatoria, di poterli riunire grazie alla realizzazione di una improvvisa fortuna o di risarcirli esaudendo quei sogni della cui distruzione essi stessi sono rimasti vittima. Il successo, la ricchezza, il prestigio sociale. Frank-Di Caprio, scopre che basta truccare il numero di un contocorente o comprare una divisa da pilota, per ottenerli. Non c'è alcuna differenza tra essere e apparire: non è esattamente questo che gli ha insegnato sin dal primo istante il mondo in cui è nato?
Inseguito con accidiosa ossessione da un autunnale agente dell'FBI interpretato con gustosa padronanza da Tom Hanks (che è il contrario del protagonista: lasciato dalla moglie, disprezzato dai colleghi, incarognito dalla solitudine: solo essere e niente apparire), Frank diventa sempre più abile a falsificare assegni e a sguisciare tra le dita degli agenti - il primo incontro con Hanks, è da antologia - ma più si affeziona alle propria simulazione, più sembra sfuggire sempre più veloce e lontano a se stesso. Se non è lui quello che fa finta di innamorarsi di un'infermiera, di vivere nella sua famiglia o addirittura di sostituire un pilota professionista di jet una volta che è in cabina vestito come tale, chi diavolo è e perchè si sente davvero se stesso quando non lo è?
Forse le giustificazioni psicanalitiche sono un po' didascaliche - ma la cattura sulle soglie della casa dove Frank guarda dalla finestra una famiglia che ha perduto e inseguito per una vita, è una sequenza dolce e rovente - forse 140 minuti sono un po' troppi per la storia, ma la ricostruzione degli anni sessanta (un'epoca in cui i viaggi aerei erano qualcosa di eccitante ed esclusivo e non una fonte di paura come oggi) è rivelatrice di quanto sia cambiato il mondo da allora, Christopher Walken, un padre sempre diviso tra l'ansia psicotica del successo e un oscuro orgoglio intriso di affetto e rammarico sanguinoso, è un gran piacere degli occhi.
Mr. Spielberg, come viene chiamato nelle recensioni americane, ha sempre avuto un debole per la caccia, da Lo squalo a Minority Report, ma stavolta non è l'azione nel mirino della sua celebre abilità cinematografica, ma l'educazione, la moralità di una biografia di un talento innegabile che fugge da un padre possibile, sfigato ma vero (Tom Hanks), per insegfuirne uno irreale e allucinatorio. La vita ci metterà un bel po' a fargli cambiare direzione. Dopo aver scontato anni di pena durissima, Frank è diventato un prestigioso consulòente dell'FBI e di opulente corporation. Nessuno, più di lui, sa individuare le contraffazioni, le truffe e i mille modi che si inventano ovunque, nel mondo, per realizzarle.

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