Viaggio danzante in compagnia di Mozart

Concerto classico

Trio Sacs Voyage

Simone Milesi, voce
Giulio Gianì, sassofoni
Claudio Cosi, chitarra

Nel viaggio fra Parigi e Napoli, la musica di Mozart sembra mescolarsi con stili e generi apparentemente lontani. In Francia, gli ingredienti del Rondò ‘alla turca’ della sonata in La maggiore K331 danno origine a una nuova ricetta, dove la spezia segreta è lo stile ‘manouche’ del pioniere Django Reinhardt; in terra partenopea, sono invece la voce di Murolo e più in generale la tarantella a ridefinirne i contorni. Il celebre ‘andante’ del concerto per pianoforte in Do maggiore (K467) si ‘con-fonde’ con il gusto melodico della canzone napoletana classica (come, per fare un esempio, Anema e core), laddove il tema della sonata K545, anch’essa in Do maggiore, si trasfigura e assume il carattere di una danza a tratti ipnotica. Danza che permane, seppur con toni e ritmi differenti, nella celebre Tarantella del Gargano, brano di origine tradizionale pugliese. Di ritorno a Napoli, il bambino Amadeus si immedesima nella storia raccontata dal Guaglione di Aurelio Fierro, interpretata in francese da Dalida. Il gioco delle lingue si fa ancora più interessante quando Mozart incontra un marinaio che parla un idioma nato dalla fusione fra le più svariate culture del bacino del Mediterraneo: è così che i fonemi ‘arabeggianti’ della tarantella genovese A Dumenega (Fabrizio De André, Creuza de mä) prendono in prestito i virtuosismi della stessa sonata per piano in Do maggiore. Tutto «vola via in una danza» e unaAbendempfindung (K 523) riporta alla calma trattenendoci, con i piedi per terra, seppur solo per una notte. La dimensione notturna, dolce, silenziosa e un po’ intimista, è la stessa che emerge dalle armonie e dai colori di Nicuzza, nota serenata di origine siciliana che il trio ripropone in una versione ‘a più voci’. Già all’alba, un gruppo di musicisti che parla l’idioma klezmer est-europeo fa risuonare per tutta Europa, a modo suo, i contrasti fra minore e maggiore presenti nel ‘molto allegro’ della sonata per pianoforte in Do minore K457. L’allegro iniziale della celebre Sinfonia K550 in Sol minore, che ci dà la netta impressione di fuoriemergere direttamente dalle acque, conduce subito oltreoceano, in terra brasiliana, dove la bossa nova, genere per sua natura trasversale e contraddistinto dalla fusione fra ‘colto’ e ‘popular’, non resiste alle lusinghe di un Mozart sempre di più in continua trasformazione. Insensatezza? Chi può dirlo? Quel che è certo è che la Insensatez di Tom Jobim (1963) dà la misura di come, in generale, echi di musica della tradizione ‘euro-colta’ possano mescolarsi a ritmi e armonie di impronta ‘populàr’ sudamericana. Lasciatosi alle spalle il Brasile, Mozart si sposta più a Nord, esattamente negli USA, ed è lì che, ci immaginiamo, abbia fatto ascoltare la sonata per pianoforte K310 in La minore ad un largo pubblico fitto anche di jazzisti, letteralmente folgorati dalle sinuosità di certe progressioni accordali. Con la consapevolezza di aver tanto seminato, quanto raccolto, Mozart rientra in patria e durante il lungo viaggio si diverte a riscrivere una personalissima versione del testo di Don Raffaé, che nella sua memoria non era altro che una melodia dal carattere pseudo-napoletano ascoltata durante l’incontro col marinaio.

Sacs Voyage

Il viaggio, da soli o in compagnia, non può iniziare se non con una valigia, un bagaglio, una semplice sacca dove mettere tutto l’occorrente per poter affrontare i chilometri e le avventure che ti aspettano. Nel bagaglio c’è una casa in miniatura, tutto quello di cui si ha bisogno per sopravvivere, musica compresa. E noi, eterni viaggiatori, abbiamo sempre una sacca sulle spalle, quella che in francese – lingua dal suono morbido, raffinato, persino sensuale – viene chiamata SAC VOYAGE. Ma trattandosi di un trio, saranno tre i Sacs Voyage. E “sacs”, guarda caso, si pronuncia proprio come “sax”, lo strumento solista che insieme alla voce e alla chitarra compone il trio.

Il progetto nasce nel 2014 dall’incontro fra Simone Milesi (voce), Giulio Gianì (sassofoni) e Claudio Cosi (chitarra). L’ intento principale è quello di esplorare repertori diversi, che ogni volta si mescolano per dar forma ad uno spettacolo originale, frutto della scelta delle tappe e dell’itinerario immaginario che in ciascuna occasione fa da vero e proprio navigatore dell’esplorazione musicale. Per quanto i repertori privilegiati dai Sacs Voyage siano in larga parte riconducibili al vasto universo della canzone, popolare e d’autore in particolare, è anche la contaminazione con altre tradizioni musicali, altri mondi sonori, a offrire linfa al progetto e a darne specificità.


organizzazione: Festival Internazionale W.A. Mozart a Rovereto