Donna Luigia. Profuga e partigiana

Alla biblioteca di Dro il libro di Corrado Leoni

Si è classificato secondo alla ventottesima edizione Premio internazionale Cinque Terre ed è stato finalista al Concorso “Mario Pannunzio”. Stiamo parlando del romanzo storico Donna Luigia. Profuga e partigiana al centro, lo scorso 11 novembre, di una presentazione alla biblioteca di Dro; lo stesso comune che ha dato i natali all'autore del libro, Corrado Leoni.

Professor Leoni, di che cosa parla il romanzo Donna Luigia. Profuga e partigiana?

Narra della tragedia che ha colpito le popolazioni del Trentino durante il primo conflitto mondiale 1914-1918 in particolare delle dolorose vicissitudini che hanno colpito i profughi spostati dal confine con l’Italia entrata in guerra nel 1915 verso le terre dell’Austria ritenute più sicure per i civili da parte delle Autorità imperiali. Un esodo che oggi è praticamente sconosciuto dalle pagine della Storia ufficiale insegnata nelle Scuole italiane ancora infarcita del trionfalismo fascista che ha sbandierato e giustificato la prima guerra mondiale come ultimo atto del Risorgimento.

A cosa si deve il legame con il Trentino?

Sono nato a Dro ed ho studiato a Trento dove sono stato tra i primi iscritti all’Università di Economia conseguendo nel 1979 la Laurea in Economia politica sullo “Sviluppo economico della Repubblica Federale tedesca”.

Come è nata l’idea del libro?

Mia madre da bambina insieme a circa ottantamila Trentini è stata tra i profughi in Austria e lei con altri a Braunau, paese di origine di Adolf Hitler. Nel descrivere le pesanti condizioni di indigenza soleva ripetere una frase che lei pronunciava come mendicante sulle vie del borgo: “vier Kinder, kein Brot” per raccogliere elemosina e qualche tozzo di pane. Il romanzo vorrebbe tener vivo il ricordo in Trentino e far conoscere al resto dell’Italia quanto sia stata “inutile strage” la prima guerra mondiale.

C’è una frase, un commento dei suoi lettori a proposito del libro in questione, che l’ha particolarmente colpita e che porterà nel cuore?

Invero sono molte e ne cito un paio, una di una lettrice e l’altra di uno storico.

Commento di un lettore:

“Un libro assolutamente stupendo. Ho amato molto le scene familiari, la sapienza, la tenacia e la semplicità con cui Luigia affronta ogni ostacolo, il suo bellissimo rapporto con il marito e con la di lui famiglia. Ho ammirato la dettagliata ricostruzione dello scenario storico ed il trasporto e la fluidità con cui lo scrittore ha narrato tutto”.

“Pasoliniana nella sua icasticità riesce poi la raffigurazione del clima da basso impero che caratterizzò agli occhi della gente il periodo della Repubblica Sociale: “Balilla decappottabili, Lancia Augusta, Rolls Royce, Volkswagen giungevano cariche di graduati tedeschi e italiani in compagnia di splendide donne. Sigaretta in bocca, cappellino multicolore, pelliccia d’inverno o leggera camicetta d’estate, erano un’attrazione, uno spettacolo, il movente di fantasie morbose per gli uomini e di invidiosi sguardi delle donne”. Prof Giuseppe Alessandri da Myblog.

Che cosa le piacerebbe lasciasse nel lettore la storia di Donna Luigia?

L’amore per la vita, la voglia di libertà, la fame di conoscenza.

A chi consiglierebbe di leggere il libro?

A tutti i Trentini allo scopo di ricordarsi del proprio passato per trarne orgoglio e sentimento di appartenenza, che accoglie e non discrimina. Agli studiosi di Storia perché venga ricordata e riscritta la pagina che riguarda le vicissitudine dolorose di decine di migliaia di Trentini. Agli studenti e alla gente appassionata di lettura per trascorre alcuni pomeriggi in compagnia dei protagonisti del romanzo, che sanno lottare e sognare con passione e spensieratezza per il proprio benessere da condividere con chi ci vive e passa accanto.

redazione

27/12/2016