riVIVERE

1 febbraio 1945

Diritto di voto alle donne

1 febbraio 1945. Decreto legislativo luogotenenziale n.23, firmato dal Presidente del Consiglio Ivanoe Bonomi e fortemente voluto da Alcide De Gasperi e Palmiro Togliatti: estensione alle donne del diritto di voto. Le donne diventano cittadine. Anche se bisognerà aspettare più di un anno e un altro atto legislativo - decreto n. 74 del 10 marzo 1946 - perché si riconosca alle donne non solo il diritto di voto ma anche il diritto all’eleggibilità. E la prima volta che le donne votarono fu il 2 giugno 1946, quando si scelse tra governo monarchico o repubblicano e si elesse l’Assemblea costituente per la stesura e l’approvazione della Carta costituente italiana.

Il voto non fu concessione ma conquista e riconoscimento del valore patrio delle donne.

La battaglia comincia molti anni prima: il 6 settembre 1919, la Camera parlamentare italiana approva la legge sul suffragio femminile, ma le camere vengono sciolte prima che il Senato possa approvare la legge. Da quel momento un andirivieni della proposta manifesta la delicatezza della questione e le donne continuano ad essere spinte entro le mura domestiche, secondo lo slogan scritto sui quaderni delle Piccole italiane: “La maternità sta alla donna come la guerra sta all’uomo”.

Figure femminili importanti indirizzarono la strada per l’emancipazione della donna. Tina Anselmi il cui contributo dopo la fase resistenziale continuò in un’occupazione politica viva e partecipata fino ad assumere la carica di prima ministra del Lavoro. Le ventuno Costituenti furono fondamentali per attivare il passaggio a un modello di cittadinanza fondato sulla progressiva acquisizione di diritti civili, politici e sociale. Teresa Noce e Teresa Mattei con l’introduzione dell’art. 3 della Costituzione “senza distinzione di sesso” ed “eguaglianza di fatto” metto per scritto una visione della società che deve garantire l’eguaglianza di dignità umana e sociale, superare le discriminazioni, promuovere le pari opportunità tra le persone e i sessi e l’emancipazione giuridica ma soprattutto sostanziale. E sono solo pochissimi esempi.

Libere e sovrane. Le donne che hanno fatto a Costituzione di Micol Cossali, Giulia Mirandola, Mara Rossi e Novela Volani con le illustrazioni di Michela Nanut per Settenove edizioni (2020) è forse il libro dal quale iniziare. Maria Teresa Antonia Morelli, studiosa della Storia del pensiero e delle istituzioni politiche, ne ha vagliato la correttezza storica per restituire una narrazione divulgativa ma precisa a portata dei giovani lettori.

Il testo racconta, con un linguaggio chiaro e asciutto e mai semplicistico, come operarono le ventuno donne, su cinquecentotrentacinque uomini, della Costituente, nell’alveo della pluralità di punti di vista capaci di intrecciarsi per un fine unico: l’emancipazione della donna. Il testo si apre con una minimale linea del tempo, che situa il lettore in un preciso contesto storico e politico, per poi continuare con le biografie delle ventuno donne. Cenni di vita, forse brevi, ma punti di partenza più che opportuni per avvicinarsi alla conoscenza di un brano di storia contemporanea. Le illustrazioni si concentrano sui ritratti delle figure femminili accompagnate da elementi caratterizzanti il loro agire politico e sociale. Alla fine, si trova un piccolo glossario che nel chiarire le espressioni visualizza l’importanza di alcuni concetti. I risguardi del libro aprono con un ritratto delle ventuno Costituenti e terminano con la ripresa illustrata di un articolo dell’epoca del giornale La Domenica del Corriere.

Se è l’approfondimento che si cerca L’Italia delle donne. Settant’anni di lotte e di conquiste a cura della Fondazione Nilde Iotti per Donzelli editore (2018) è una raccolta di saggi che nella varietà degli stili, linguistici e culturali, mette su carta un lungo percorso storico di emancipazione femminile. Dalle iniziative partigiane alle prime partecipazioni alla vita culturale, politica e sociale dell’Italia repubblicana e democratica affrontando i grandi temi: il voto, la cittadinanza, la presenza politica, l’eguaglianza di fatto, la maternità in relazione al lavoro e al welfare, il diritto di famiglia. La Resistenza con i Gruppi di difesa della donna, la nascita della Repubblica e la Costituzione hanno avuto il merito, tra agli altri, di portare l’Italia, nazione giovane e arretrata, nella modernità. Più di trecento pagine ricche e ricolme di dati, commenti, fatti, interpretazioni che pongono il lettore in un’atmosfera riflessiva nei confronti dell’essere donna. L’Italia delle donne è una sorta di cassetta degli attrezzi, ricco di spunti e di percorsi critici, utili non solo per la memoria ma soprattutto per il dibattito sulla contemporaneità mostrando che la strada da percorrere, aperta dalla madri costituenti è lunga, ricca di ostacoli e di sorprese.

E se si vuole vedere a che punto si trova la condizione femminile L’atlante delle donne. La più aggiornata analisi di come vivono le donne nel mondo di Joni Seager per Add Editore (2020) restituisce una panoramica internazionale che riscuote stupore. Il testo può sembrare sintetico, a tratti troppo schematico o troppo colorato, però rende molto bene l’idea e le tante mappe del mondo rimangono incise nel lettore.

La prima edizione è del 1986, la seconda completamente aggiornata, pubblicata da una casa editrice britannica indipendente, la Myriad Editions, risale al 2018, mentre la pubblicazione italiana è del 2020.

La stessa autrice dichiara che nell’ultima versione ci sono stati miglioramenti significativi per le donne. Il diritto di voto in quasi tutti i Paesi, anche se con limitazioni di varia tipologia. Nell’alfabetizzazione e nell’istruzione con gli anni di formazione scolastica aumentati in quasi tutto il pianeta, anche se si riscontrano aree nelle quali si frequenta la scuola neanche per un anno oppure una disparità di genere pronunciata nei confronti della conclusione del percorso educativo. Nelle firme che la maggior parte dei Governi hanno apportato a trattati internazionali per impegnarsi a difendere i diritti delle donne. Nei femminicidi che vengono guardati e percepiti in maniera differente rispetto a una decina d’anni fa. Ma l’altro lato della medaglia mostra ancora tante salite da percorrere, strade ancora da spianare e conquiste da definire stabilmente. Il lavoro per esempio, con un salario inferiore a quello maschile. L’occupazione soprattutto in quei settori “flessibili” che la crisi sanitaria ha accentuato e aggravato. Le guerre in molti parti del mondo provocano per lo più nelle donne un prezzo altissimo da pagare.

Pagina dopo pagina con una prospettiva comparativa mondiale L’atlante delle donne svela un mondo diverso a quello che si è soliti pensare: le stereotipate categorie di Paesi ‘sviluppati’ e ‘sottosviluppati’ viene meno e l’immagine che si crea sotto gli occhi del lettore è divergente dai luoghi comuni. Le donne, per esempio, non condividono in modo automatico gli avanzamenti sociali, politici, economici e ovunque è necessario ricordarsi quanto siano fragili, reversibili, sempre discutibili le conquiste raggiunte. La visualizzazione per mappe rivela in maniera incisiva continuità e contrasti. L’occhio vede e guarda muovendosi da un territorio all’altro e la mente, scoprendo le sue lacune, si accende e si riempie di pensieri, domande, perplessità e spiacevoli scoperte.

L’Italia delle donne, Libere e sovrane e L’atlante delle donne mostrano a tutti cosa significhi compartecipare alla capacità di trasformare il lettore in pensatore.

redazione
parte di: riVIVERE

01/02/2021