Conosciamo Ninamasina

Un’intervista

Ninamasina è Anna Masini.

Da sempre vive a Milano, ma è stata in Francia per studiare cinematografia e a Triste per approfondire antropologia culturale. Contemporaneamente si avvicina all’illustrazione e alla stampa d’arte, preferendo le tecniche artigianali su quelle digitali. Anzi, trovando negli anni, tra manuale e digitale, un intreccio sapiente e un equilibrio singolare.

La manualità e la ritualità del “fare” rimangono comunque le sue peculiarità, il modo nel quale affronta il lavoro artistico. Predilige le matite grasse, le tempere, gli inchiostri e le tecniche di stampa manuali, senza dimentica la sua amata macchina fotografica. Arturo, libro fotografico realizzato con Davide Calì (Bruaà, 2012) esprime pienamente la sua interpretazione dell’immagine fotografica del mondo, così come in Questa notte ha nevicato (Topipittori, 2017) Ninamasina ha mischiato i linguaggi trovando una sintesi propria nel solco delle contaminazioni tra le arti.

Ma ora lasciamo la parola a lei.

Ci parli del tuo modo di lavorare? Come ti vengono le idee? Quali sono gli stimoli che riescono a farti elaborare l'immagine?

Inizia sempre tutto chiudendo gli occhi. Ogni lavoro è come un viaggio, una nuova esplorazione dentro a una storia che non conosco e che mi trovo ad avere la fortuna di approfondire. Le idee sono in parte appunti di questo viaggio, e in parte suggestioni che arrivano da fuori, ad esempio dai materiali di ricerca o dal contesto in cui i miei disegni andranno a inserirsi. Gli stimoli arrivano anche in momenti apparentemente estranei al lavoro, durante una pausa oppure mentre la vita quotidiana mi impegna con le sue ordinarie necessità: è spesso quando non sono seduta al mio tavolo che le ispirazioni diventano idee più concrete, e buoni stimoli per proseguire il lavoro.

Come si realizza l'unione tra l'aspetto più artigianale delle tue illustrazioni e il digitale, quando rifinisci l'immagine al computer, come nel caso del progetto "straLUNATI"?

Sono due parti complementari del mio modo di lavorare. La parte più artigianale mi consente di mantenere vivo il mio rapporto con la carta, l’acqua e l’inchiostro, che sono gli strumenti con cui più, in assoluto, preferisco dare forma alle immagini. La parte digitale è altrettanto importante, e stimolante: mi permette di mettere insieme i pezzi, di aggiungerne di nuovi, e di essere molto versatile.

Qual è la tavola, tra quelle realizzate per "straLUANTI", a cui ti senti più vicina e perchè?

E’ la tavola che rappresenta il rapporto con la natura e con i sensi. Sono io quella bambina esploratrice in cima alla montagna, immersa in un paesaggio di fitta vegetazione e di libri, e quindi di immaginazione e di conoscenza. Sarebbe il mio habitat ideale!

E infine: ti sei mai sentita "straLUNATA"?

Certamente. Più volte al giorno, ogni giorno, sempre.

redazione
parte di: straLUNATI

11/06/2020