Incontro con Moni Ovadia

Konferenz

I Caffè del Teatro

Incontro con Moni Ovadia
introduce il prof. Mauro Martini, Università di Trento
al pianoforte, Elsa Triangi
Mercoledì 2 aprile, dalle 16 alle 18 presso il teatro Auditorium di Trento, si terrà un incontro pubblico di Moni Ovadia, in scena in questi giorni (1 e 2 aprile) con lo spettacolo "Konarmija. L'Armata a Cavallo" della Compagnia Arena del Sole-Nuova Scena.
L'incontro, introdotto dal prof. Martini dell'Università di Trento, sarà l'occasione per approfondire la conoscenza di un autore e di un testo - l' "Armata a cavallo" di Isaak Babel' - cruciale per la letteratura del '900. La tecnica narrativa dell'autore, che a questa raccolta farà seguire un lungo periodo di silenzio, è la fonte cui si ispirano gli scrittori di short stories, soprattutto statunitensi, che cercano di imitarne la cura quasi ossessiva e maniacale per ogni singola parola, l'attenzione a non farsi scappare nulla di superfluo.

Presentazione di "I caffè del teatro" diventano un cd
2 marzo, ore 17, Auditorium S.Chiara di Trento durante l'incontro con Moni Ovadia (dalle 16 alle 18)
Durante l'incontro con Moni Ovadia, verrà presentato alla stampa, il CD "I Caffè del teatro", una raccolta sonora di alcune conversazioni con artisti e registi ospiti dei Caffè del Teatro delle Stagioni del Teatro degli anno scorsi, tra cui anche Moni Ovadia, accompagnati dalle creazioni musicali di Corrado Bungaro e Carlo La Manna.
Il CD è stato prodotto dall'Associazione NaturalMente ArtEventi in collaborazione con il Centro Servizi Culturali S.Chiara e verrà dato in omaggio a tutti gli abbonati delle Stagioni.

Che cosa sono stati in questi anni i Caffè del Teatro nell'ambito della programmazione del Centro?
Ne parla Franco Oss Noser, direttore del Centro Servizi Culturali S.Chiara.
"I progetti culturali fin qui elaborati che accompagnano le Stagioni del Teatro - tra cui gli incontri con gli artisti ai Caffè del Teatro, di cui questo CD vuole renderne omaggio e lasciare traccia - realizzano una politica teatrale e culturale che il Centro Servizi Culturali S.Chiara sostiene per rispondere ai complessi stimoli degli spettacoli, proponendo momenti e forme di riflessioni e di approfondimento per gli spettatori e per la città. In questi anni il Centro ha lavorato per una presenza artistica e culturale sempre più ricca e variegata, consapevoli che l'esperienza teatrale non si esaurisce totalmente nello spettacolo. Inizia ed è introdotta, infatti, dall'attesa dell'evento teatrale, anche per quello che di rituale esso mantiene, e si prolunga poi nel discorrerne, nel desiderio di approfondire echi ed interrogativi e nel depositarsi nella memoria delle impressioni e realtà più forti e significative."

Che cosa sono stati i "Caffè del Teatro" per il pubblico e gli artisti che vi hanno partecipato?
Li racconta Emanuela Rossini, curatrice degli incontri:
"Questo CD attua, attraverso alcune delle conversazioni con gli artisti ed il pubblico dei Caffè del Teatro 2003/04, una sorta di magia evocativa di quegli incontri. Le voci di Arnoldo Foà, di Moni Ovadia, Silvio Orlando e Alicia Alonso ci restituiscono, infatti, il senso di una loro presenza fisica, così autentica e reale, da farci dimenticare che quegli incontri siano 'già accaduti', fissandoli in un 'qui ed ora', simultaneo e durevole.
I Caffè del Teatro sono state in questi anni delle belle occasioni di incontro, sia per il pubblico sia per gli artisti delle Stagioni teatrali, che accoglievamo per farli sentire, per una sera, un po'meno nomadi e stranieri alla vita della nostra città. Ci si muoveva senza una chiara pre-visione di cosa dovesse accadere ma piuttosto seguendo un canovaccio che, pur essendo uguale per tutti - dialogare intorno allo spettacolo - dava luogo a una rappresentazione, perché di questo in fondo si trattava, pur sempre diversa ma per questo più autentica.
Abbiamo condiviso un gusto di stare insieme e di parlare di teatro, di 'smontare' l'evento scenico come si fa con un giocattolo, per scoprire le finalità delle scelte che si nascondono dietro le forme della rappresentazione, scoprendo ogni volta quanto in scena nulla sia mai innocente e neutro ma nasconda sempre, quantomeno, un senso. Accanto a questo seguivamo anche un altro gioco, sottile e seduttivo, che nasceva dalla nostra consapevolezza di muoversi su un confine, tra i ruoli di un personaggio e quello di spettatori, tra uno svelamento e un nascondimento di sè, fermi sul proscenio, come quando, calato il sipario, ogni sera, gli attori e il pubblico si guardano e sanno che la finzione è finita e che qualcos'altro sta per iniziare.
La musica ci accompagnava, proponendo omaggi agli artisti e al pubblico, cogliendo corrispondenze ed echi inattesi con le realtà evocata nelle rappresentazioni, orchestrando con leggerezza ed intuizione i passi un po' incerti e improvvisati di quella danza-relazione che ogni volta nasceva tra le persone".

Infine, e se ai Caffè del Teatro...non ci fosse la musica?
Ne parla Corrado Bungaro:
"I Caffè del teatro in musica sono per noi pennellate ad acquerello, leggere ed ironiche, talvolta irriverenti, ed ogni tanto malinconiche, che traggono ispirazione dalla grande tradizione italiana del Varietà e dell'Avanspettacolo.
Per questo ci siamo divertiti a giocare con le canzoni di una volta, come Pippo non lo sa o Voglio vivere così, e a risvegliare i patimenti d'amore di più generazioni vissuti con Non ti scordar di me e la napoletanissima Te voglio bene assaje.
Semplici canzoni, che hanno però la forza leggera della musica, in grado di restituirci intatti i ricordi delle nostre radici, della Vecchia Italia, quella del cabaret e dei caffè-concerto.
In questo quadretto non potevamo dimenticare di scarabocchiare una delle caricature italiane per antonomasia, Pinocchio, in omaggio ad un autore mai abbastanza celebrato come Fiorenzo Carpi, che ha saputo più di qualunque altro disegnare in musica le Avventure di Pinocchio , nella versione cult cinematografica di Comencini.
Anche la fanciulla Elsa Triangi riesce a dipingere Chopin, trasformando la tastiera del suo pianoforte in una tavolozza di colori vivi, come i suoi 90 anni.
A noi pittori della musica accadono le cose più strane: spesso a fine concerto si avvicinano degli sconosciuti e ci salutano con grande calore, da vecchi amici, come se ci fossimo parlati senza parlare…
E così, tra un caffè e l'altro, ogni tanto ci domandiamo: e se non ci fosse la musica?


Organisation: Centro Servizi Culturali S. Chiara