Liu Xiaobo: un Nobel per Tian'anmen

Konferenz

Mercoledì 20 ottobre 2010, alle 17,30, a Trento, nella Sala degli Affreschi della Biblioteca comunale (Via Roma 55) il Centro Studi sulla Storia dell’Europa Orientale organizza l’incontro-dibattito Liu Xiaobo: un Nobel per Tian'anmen. Intervengono Renzo Gubert e Fernando Orlandi. Introduce Massimo Libardi.
Carta 08 è un manifesto pubblicato il 10 dicembre 2008 (anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo) da 303 intellettuali e attivisti per i diritti umani cinesi (oggi i firmatari sono più di diecimila), allo scopo di promuovere delle riforme politiche volte alla democratizzazione della Repubblica popolare cinese. Il nome rimanda alla cecoslovacca Charta 77.
Liu Xiaobo, uno scrittore cinese attivo da anni nella difesa dei diritti umani in Cina, è stato fra i promotori di Carta 08. Per questo, è stato privato della libertà l'8 dicembre 2008. Detenuto in un luogo sconosciuto, è stato formalmente arrestato solo il 23 giugno 2009, con l'accusa di "incitamento alla sovversione del potere dello stato". Nel dicembre 2009 è stato condannato a 11 anni di prigione. Nell’ottobre 1996 era già stato rinchiuso per tre anni in un "campo di rieducazione" a causa delle sue critiche al Partito comunista cinese.
Lo scorso 18 gennaio Liu è stato candidato al Premio Nobel per la pace da Vaclav Havel (uno dei portavoce di Charta 77), e da altre personalità, fra cui il Dalai Lama. Il governo cinese ha subito esercitato forti sui norvegesi per impedire l'attribuire del Nobel a Liu Xiaobo. Ma le intimidazioni di Pechino non sono servite, e l'8 ottobre 2010 Liu Xiaobo è stato insignito del Premio Nobel per la pace "per il suo impegno non violento a tutela dei diritti umani in Cina".
All’annuncio le prime reazioni cinesi sono state scomposte e dure, attuando una stretta censura e definendo "un’oscenità" l’assegnazione del premio. Liu Xia, la moglie di Liu Xiaobo, subito dopo averlo incontrato in carcere, è stata messa agli arresti domiciliari, per impedirle i contatti con i giornalisti stranieri, mentre molti dissidenti (oltre 300) sono stati arrestati. Anche a una delegazione di diplomatici dell’UE, fra il rappresentante dell’Italia, è stato impedito di farle visita. Nel corso della visita in carcere, ricevuta la notizia del premio, Liu Xiaobo ha detto: "Il Nobel è per le vittime di Tian’anmen".
L’annuncio del Nobel ha fatto da detonatore a due iniziative: la lettera di 23 alti dirigenti, "veterani" del partito, fra cui Li Rui, che fu il segretario personale di Mao Zedong negli anni cinquanta, e l’appello alla dirigenza del partito di 103 intellettuali, che invocano "riforme democratiche, società libera e stato di diritto" e chiedono la liberazione di "tutti i prigionieri di coscienza e tutti i detenuti per ragioni ideologiche, o di fede", fra cui Liu Xiaobo e Ding Zilin, leader delle Madri di Tian’anmen, arrestata per aver parlato con i giornalisti stranieri.
Passati i primi giorni in cui Pechino ha esercitato una ferrea censura sulla notizia del Nobel, si è poi scatenata una campagna propagandista destinata a screditare Liu Xiaobo. L’ufficiale agenzia Xinhua ha diffuso alcuni editoriali, incentrati sulla teoria del complotto: il Dalai Lama e Liu non sarebbero altro che "marionette politiche dell’Occidente". "Il Nobel - scrive il Renmin ribao, l’organo del partito - non è un incidente".

Su questo sfondo imprevisto è riunito il Quinto plenum del diciassettesimo Comitato centrale del Partito comunista cinese nel corso del quale sono affrontati questioni di importanza cruciale: il cambio al vertice della nazione (fissato per il 2012) e il varo del dodicesimo piano quinquennale (2011-2015), destinato a influenzare l’economia mondiale. Pechino sembra avere abbandonato la ricerca dello sviluppo ad ogni costo; la nuova parola d’ordine ufficiale del partito è "crescita inclusiva", ossia l'impegno a ridurre il divario tra ricchi e poveri, tra metropoli e villaggi. La previsione di crescita dell’economia nel 2011 sembra essere del 9%.
Soprattutto il partito decide chi sarà il nuovo leader e nella dirigenza è in corso uno scontro cruciale fra gli uomini di Wen Jiabao, favorevoli a moderate aperture, e i conservatori legati al presidente Hu Jintao. I nuovi astri nascenti sembrano essere Xi Jinping, vice e fedele di Hu, e Li Keqiang, vice e delfino di Wen.
Di quanto sta accadendo in Cina e dell’assegnazione del Premio Nobel a Liu Xiaobo se ne discute mercoledì 20 ottobre a Trento nell’incontro Liu Xiaobo: un Nobel per Tian’anmen (alle ore 17, 30 nella Sala degli affreschi della Biblioteca comunale, via Roma 55). Intervengono Renzo Gubert e Fernando Orlandi. Introduce Massimo Libardi.
Renzo Gubert è stato deputato e senatore. Presidente dell’Associazione interparlamentare Amici della Cina, lo scorso 7 ottobre è stato insignito dal primo ministro Wen Jiabao del Premio nazionale dell’amicizia 2001. Fa parte del Centro studi Martino Martini.
Fernando Orlandi si occupa di Cina da molti anni. Alla metà degli anni Settanta ha curato e tradotto una serie di testi inediti di Mao Zedong (Senza contraddizione non c’è vita, 1976). Tra l’altro ha pubblicato Il 1989 a Pechino: l’anno delle illusioni spezzate (2000) e New Sources and Opportunities for Research Into the History of Contemporary China, the International Communist Movement and the Cold War (2000)


Organisation: Centro Studi sulla Storia dell'Europa Orientale