Esiste uno stile di pensiero mitteleuropeo?

Conference

Mercoledì 31 gennaio, alle 17,30, a Trento, nella Sala degli Affreschi della Biblioteca comunale (Via Roma 55) il Centro Studi sulla Storia dell'Europa Orientale organizza la conferenza "Esiste uno stile di pensero mitteleuropeo?" con Massimo Libardi. Introduce Fernando Orlandi.

Esiste uno stile di pensero mitteleuropeo? La domanda non si limita all’aspetto filosofico, ma in qualche modo lo presuppone. Dal punto di vista storico la filosofia mitteleuropea si può far iniziare nel 1837 con la pubblicazione della Wissenschaftslehre del filosofo boemo Bernard Bolzano e finire nel 1939, con lo scoppio della Seconda guerra mondiale. Fanno parte della "filosofia mitteleuropea" austriaci, boemi, moravi, tedeschi, svizzeri, polacchi e ungheresi: Bolzano, Lotze, Frege, Brentano e i brentaniani (Husserl, Meinong, Marty, Stumpf etc.), Carnap e il Circolo di Vienna e infine la scuola polacca di Leopoli-Varsavia fondata da un altro brentaniano, Kazimierz Twardowski. I suoi irraggiamenti si prolungano però in tutto il Novecento e in particolare sulla filosofia anglo-americana. Infatti per ragioni politiche o razziali molti dei suoi esponenti si videro costretti a lasciare l'Europa.
La tradizione della "filosofia mitteleuropea", o "filosofia austriaca", è caratterizzabile precisamente?
E ancora: esiste davvero come fenomeno unitario?

Massimo Libardi cerca di indicare alcuni caratteri unitari, e considerare se esiste un criterio in relazione al quale sia definibile una "filosofia mitteleuropea". Questi criteri, in prima approssimazione possono essere individuati nell’attenzione per gli usi e gli abusi del linguaggio, nell’aspirazione alla chiarezza concettuale e dal punto di vista dei contenuti nell'interesse per l’ontologia e da una spiccata "ossessione per la verità".

Se usiamo la dicotomia "analitici" e "continentali", poco precisa (a uno stile filosofico, quello analitico, oppone una connotazione geografica, "filosofia continentale") ma molto intuitiva, con cui sono stati classificati i due grandi atteggiamenti filosofici del Novecento, i filosofi mitteleuropei sono innegabilmente "continentali" per nascita, ma "analitici" per stile, proprio per la loro ricerca di chiarezza e di rigore, che ne connota l'incontestabile orientamento analitico. Il fatto è che la filosofia mitteleuropea si trova all’origine di entrambe le tradizioni, che sono venute poi differenziandosi.

In realtà questo stile di pensiero caratterizza molta della vita culturale mitteleuropea. Per non limitarci che a un aspetto, l’attenzione per il linguaggio, nella Vienna fin de siécle questo caratterizza non solo la filosofia, ma la musica (si pensi a Schönberg e alla Scuola di Vienna), l’architettura (Loos, per fare solo un nome), la letteratura (Kraus e Hoffmannstahl, …). Ma anche le altre componenti, l’interesse per l’ontologia e per il pensiero esatto, ad esempio, sono elementi che si trovano in scrittori come Musil o in artisti come Witzkiewicz. Per questo più che di stile filosofico è necessario parlare di stile di pensiero.


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