Il progetto Minotaurus

Conference

Chi non ha il suo minotauro?

Inaugurazione della mostra
Prof. Antonio Di Seclì, dirigente Liceo Classico “Giovanni Prati” di Trento
Dott. Gianni Ciurletti, dirigente Soprintendenza per i Beni Archeologici della Provincia Autonoma di Trento
Prof.ssa Maria Ruggio, coordinatrice di Progetto
Dott. Franco Nicolis, Soprintendenza per i Beni Archeologici della Provincia Autonoma di Trento

L'incontro sarà preceduto da un breve intrattenimento musicale

Federico Halbherr
Nato a Rovereto nel 1857, Federico Halbherr è una figura di primo piano dell’archeologia moderna. Epigrafista ed archeologo, tra il 1884 e il 1930 (anno della morte) diede un contributo essenziale a svelare la storia e l’archeologia dell’isola di Creta.
Le sue scoperte e i suoi scavi furono offuscati in parte solo dalla grande impresa di Sir Arthur Evans. Nel marzo del 1900 l’archeologo inglese, suo grande amico, iniziò lo scavo del grande palazzo di Knossos, con cui mise in luce lo splendore della civiltà fiorita a Creta nel III e II millennio a.C. che chiamò minoica dal nome del mitico re di Creta, Minosse, pochi mesi prima che Halbherr piantasse il suo piccone a Festòs. Fino a quel momento, tuttavia, la fama di Halbherr non solo era diffusa in tutta l’isola di Creta (dove veniva chiamato O kyrios Federikos, il signor Federico) ma in tutto il mondo. Appena arrivato a Creta nel 1884, infatti, il giovane Federico, con molta fortuna ma con ancora maggiore caparbietà e determinazione, riuscì a mettere in luce, tra grandi pericoli e crescenti difficoltà, la più grande iscrizione greca mai scoperta, quella che contiene parte del codice delle leggi della città di Gortyna. Iniziò da qui l’avventura cretese del roveretano, che troverà nell’isola una seconda patria, senza però dimenticare la sua Rovereto a cui lo legavano affetti ed interessi famigliari. Oltre a Gortyna, i suoi scavi più importanti furono quello dell’Antro Ideo, dove secondo il mito era stato allevato Zeus, quello del grande palazzo minoico di Festòs, da cui proviene il famosissimo disco recante i segni di un’antichissima scrittura la cui lingua non è stata ancora decifrata, e quello della “villa” minoica di Haghia Triada.
Gli aspetti salienti della figura di Federico Halbherr, oltre alla grande preparazione soprattutto in campo epigrafico, sono quelli del grande organizzatore della ricerca, dell’abile mediatore che va a negoziare i propri interessi scientifici direttamente a Costantinopoli presso la Sublime Porta che allora dominava l’isola di Creta, del filantropo che si impegna a far studiare giovani cretesi nelle università italiane, del professore universitario che si adopera per affidare lavori e studi ai propri allievi e che dimentica il proprio interesse (non riuscirà a pubblicare che una trentina di articoli) per il più alto fine del progresso degli studi sulla storia dell’antica Creta. Ad Halbherr, infine, si deve la creazione della prestigiosa Scuola Archeologica Italiana di Atene da lui fondata nel 1909. Tutto questo in un carattere schivo, riflessivo ed equilibrato, che tuttavia si confrontava con personaggi del calibro di Luigi Pigorini, il fondatore dell’archeologia preistorica in Italia, e di Domenico Comparetti, il più grande filologo del tempo, oltre che con ministri, ambasciatori, consoli.
Va ricordato che la città di Rovereto, “l’Atene del Trentino”, ha dato i natali ad un altro archeologo illustre quasi coetaneo di Halbherr, Paolo Orsi, e ad altri personaggi, come ad esempio Carlo Belli che dall’incontro con i due archeologi si formò un interesse tutto personale per l’archeologia e per la Magna Grecia.


organization: Provincia Autonoma di Trento Soprintendenza per i Beni Archeologici - Liceo Classico Giovanni Prati