Il trionfo dei castrati, o La scuola di Porpora
Festival Internazionale Wolfgang Amadeus Mozart 2010
Il trionfo dei castrati, o La scuola di Porpora
Divertimento per musica in tre scenette di Carlo Vitali
Regia di Lello Giulivo
Musiche di Nicola Antonio Porpora, Antonio Vivaldi, Johann Adolf Hasse, Georg Friedrich Händel
Nicola Antonio Porpora (Napoli, 1686 ivi,1768), compositore e maestro di canto, fu attivo a Venezia, Roma, Londra, Dresda e Vienna in fortunata competizione coi più eminenti operisti internazionali del suo tempo: Händel, Hasse e Galuppi.
«Il paragone fra lArianna di Händel e quella di Porpora, rappresentate a distanza di poche settimane, non è affatto favorevole alla prima. La musica di Händel è elegante, ma non ha la forza di certe arie dellArianna in Nasso di Porpora. [
] Quando Porpora viene alle prese con Händel, con mia grande sorpresa ho notato che lo supera, tanto per magnificenza di stile quanto per forza drammatica». Così, nella sua biografia händeliana del 1910, scriveva Romain Rolland, fine musicologo francese e futuro premio Nobel per la letteratura, notando alcuni caratteri che in realtà erano già sviluppati nella prima produzione del Napoletano a partire dalle serenate degli anni dieci del Settecento: lesteso impiego del recitativo accompagnato, lorchestrazione ricca di timbri. Volendosi invece un emblema di vocalità spettacolarmente esibita si prenda il suo Polifemo del 1735, scritto per quella compagnia di stelle (Senesino, Cuzzoni, Montagnana) che Händel non era riuscito a conservare per sé. Qui magari scarseggia la coerenza drammaturgica, ma non certo lespressività: si prenda la preghiera Alto Giove, dove la struggente melodia è appena increspata da ornamentazioni leggere e patetiche in sommo grado.
Durante una carriera prolungatasi per sessantanni, Porpora lavorò al servizio di grandi teatri e corti reali. La sua imponente produzione vocale comprende una quarantina di opere, una dozzina di serenate, 14 oratori, circa 130 cantate, una cinquantina di lavori liturgici a più voci e strumenti, una decina di mottetti solistici, 13 antifone, diverse lamentazioni per la Settimana Santa e duetti da camera. Di alta qualità, sebbene limitata nei numeri, è pure la sua produzione strumentale, che comprende due concerti per violoncello e una collezione di Sinfonie da camera stampata a Londra nel 1736.
Come insegnante non ebbe rivali. Fra i suoi allievi si contano grandi soprani come Regina Mingotti (unaustriaca nata per caso a Napoli), i due pugliesi Carlo Broschi (il leggendario Farinelli) e Gaetano Majorana detto Caffarelli, il tedesco Antonio Hubert, che in suo onore si fece chiamare il Porporino; ma anche un principe di Galles, una principessa di Sassonia, il poeta Metastasio, il compositore Haydn. Un numero incalcolabile di ragazzi e ragazze si formò sotto la sua guida nei conservatori napoletani come in quelli veneziani, ma egli non riuscì ad ottenere quei posti di prestigio cui aspirava per godere una tranquilla vecchiaia: tanto la Cappella Reale di Napoli quanto quella di San Marco a Venezia gli preferirono altri candidati, magari meno dotati ma più docili agli ordini superiori.
Nonostante i successi conseguiti, morì povero e abbandonato da tutti. Colpa forse del suo carattere ruvido e di una mancanza di diplomazia che gli alienava molte simpatie. Perfino il mite e cristiano Metastasio non esitava a criticarne «la gentilezza veramente scitica» (cioè barbarica), la lingua «lubrica», le «irregolarità nel costume», attribuendo il tutto ad una «infermità dellanimo meritevole di compassione». Di Farinelli, il suo allievo più celebre, scrive un biografo settecentesco: «Al Porpora già suo maestro spedì più volte soccorso di danaro, a Londra, a Vienna, a Napoli; non però amava di averlo vicino per la sua imprudente, e molto ardita loquacità».
Questo divertimento per musica, un misto di prosa e di celeberrime arie del repertorio barocco che ha il taglio conciso di un intermezzo settecentesco, vuol rendere omaggio alluomo difficile e allartista di genio che esaltò in tuttEuropa la gloria della scuola musicale napoletana. La storia e i documenti vi sono trattati con una certa dose di libertà come pretesti per una drammaturgia del verosimile; di un teatro del mondo dove crudeltà, dolore umano e sovrana bellezza nascono dalla medesima radice e si alternano sulla scena col ritmo un poco ossessivo del Solfeggio in re maggiore di Porpora. Più che un Leitmotiv, unamabile macchina di tortura usata dal Maestro fino alla nausea per estorcere ai suoi allievi la perfezione assoluta nellarte.
Carlo Vitali
organization: Festival Internazionale W.A. Mozart a Rovereto