Perturbazione
Università Estate 2005
Apre il concerto il vincitore del concorso Suoni universitari
Appuntamento musicale di grande prestigio, dopo quello dellanno scorso che vide protagonisti gli emiliani Giardini di Mirò, con uno dei gruppi italiani più acclamati dalla stampa musicale del 2005. Dopo un singolo di successo come Agosto, i Perturbazione tornano con il nuovo cd Canzoni allo Specchio che sembra lanciarli verso un successo veramente meritato. Se la stampa ne parla come il più grande gruppo indiepop italiano, capace di rendere anche la musica pop una cosa seria, mancare al loro concerto non sarebbe facilmente perdonabile.
I Perturbazione sono un gruppo formatosi a Rivoli (Torino) nel 1988. Il loro primo album, WAITING TO HAPPEN, risale al 1998: fino ad allora erano usciti soltanto un demo e un singolo, Corridors. Waiting to happen è senz'altro un ottimo esordio: i Perturbazione cantano in inglese e, sebbene in alcune canzoni pecchino d'ingenuità, in altre dimostrano una grande inventiva, sia nella scrittura dei testi che nella composizione delle musiche. See the sky above, che apre il disco, deve non poco agli Oasis, mentre la ghost-track Anywhere sembra uscita da un disco dei R.E.M. Nelle altre canzoni, invece, i Perturbazione dimostrano di aver rimescolato benissimo tutte le loro influenze musicali (Smiths, R.E.M., ma anche la canzone italiana) fino a creare un loro stile originale. Vere perle d'ironia sono I am F (titolo dedicato al Fondo Monetario Internazionale), Happy new age, parodia della moda imperante della new age, e soprattutto Magik Mulatto (inciso alla metà della velocità e poi velocizzato in post-produzione: qualcosa che ricorda i Neu!). Le altre canzoni sono malinconiche, melodiche, orecchiabili e ottimamente costruite: spiccano senz'altro Where were you when we were tearing ourselves in pieces? e la conclusiva Violet, arricchita da un sax che le assegna un'impronta jazz.
Aggiuntosi un chitarrista, la formazione si stabilizza: i Perturbazione sono composti da voce, due chitarre, basso, batteria e violoncello.
Sempre nel 1998 esce 36, mini-cd contenente sei canzoni e che sancisce il passaggio dall'inglese all'italiano. Si tratta probabilmente di un passo indietro: complice forse la fretta, le canzoni non raggiungono i livelli del disco precedente e il passaggio all'italiano non sembra fecondo. Alcuni pezzi (Domenica interno notte e La corda di vetro) sembrano meglio riusciti degli altri, mentre l'ironia è sempre ben radicata, seppur soltanto nel breve divertissement "Ti voglio laureato, raffinato, anticonformista quanto basta, con un forte senso dell'umorismo, del nord, dolcissimo, molto dolce".
Tralasciando la breve parentesi che vede i Perturbazione protagonisti di un cd inciso per una collana di testi in inglese rivolti alle scuole nonché l'uscita di due singoli per il mercato inglese, è nel 2002 che esce il primo vero disco in italiano e che permetterà alla band piemontese di farsi conoscere da un pubblico più ampio: IN CIRCOLO. Quasi un concept album sul tema del passaggio adolescenza-maturità, il disco è composto da 14 canzoni praticamente perfette per il compito che il gruppo si era proposto: cercare una terza via fra lo sperimentalismo indie e la canzone italiana più convenzionale, quasi "sanremese". A prima vista i testi potrebbero sembrare persino banali, ma a un'attenta occhiata si riscontrano procedimenti di grande raffinatezza: Agosto è basata su un originale ossimoro, Il senso della vite su di un cambio di vocale, per non parlare di titoli come La rosa dei 20, Rocket coffee o Cuorum. L'estrema semplicità dei testi, dunque, non deve ingannare: sebbene i Perturbazione cantino di cose semplici e di tutti i giorni, la banalità è bandita e lascia spazio a piccole perle poetiche. Anche dal punto di vista musicale, il gruppo è notevolmente migliorato: il violoncello è perfettamente inserito nelle trame pop ed impreziosisce non poco le melodie, mentre la voce sa non essere mai invadente. Quasi tutte le canzoni del disco sono perfette, lontane anni luce dalla banalità propinata da gruppi italiani osannati e di ben più ampio successo. L'unico limite del disco, paradossalmente, è anche il suo maggior pregio: si tratta di canzoni, e basta. Ma nella loro perfezione e nella loro originalità, passano in secondo piano i difetti causati dall'ingabbiamento nella forma-canzone. Ingabbiamento che, peraltro, i Perturbazione dimostrano di voler evitare proponendo validi diversivi come lo strumentale "Rocket coffee", i 40 secondi al fulmicotone di Fiat lux e un brano suggestivo come This ain't my bed anymore, l'unico cantata in inglese. Impossibile non segnalare la divertente e veloce Mi piacerebbe (praticamente un "plazer" ironico), le malinconiche Arrivederci addio e Senza una scusa, la folkeggiante Il senso della vite e le più intimiste Quando si fa buio e, soprattutto, I complicati pretesti del come, che oltre a chiudere il disco risulta forse esserne il vero capolavoro. In Circolo è la dimostrazione lampante di come sia ancora possibile produrre in Italia ottime canzoni, senza per forza rifugiarsi nel post-rock e nei vari filoni alternativi, ma allo stesso tempo senza piegarsi alle esigenze radiofoniche o alla stantia tradizione sanremese.
Nel 2005 i Perturbazione hanno pubblicato CANZONI ALLO SPECCHIO
Tratto da www.ondarock.it
organization: Opera Universitaria