Architettura, tempo, eternità La «casa galina» di Giovanni Leo Salvotti a Calceranica al Lago

Il tema dell’architettura e del suo rapporto con il «tempo» e con l’azione instancabile della «natura» al centro di un incontro

[ Salvotti]

venerdì 28 ottobre ore 17.30

sala «Alcide Degasperi» | Consorzio dei Comuni Trentini | via Torre Verde, 23 | Trento

I tema dell’architettura e del suo rapporto con il «tempo» e con l’azione instancabile della «natura» saranno al centro di un evento che l’Ordine degli Architetti PPC della provincia di Trento promuove per il tardo pomeriggio di venerdì 28 ottobre prossimo, aperto ai professionisti e a tutta la cittadinanza. Il pretesto è quello del grave stato di abbandono in cui riversa una delle più interessanti architetture costruite in Trentino nel secondo Dopoguerra: un piccolo edificio per le vacanze ancora esistente sulle rive del lavo di Caldonazzo, ma oggi inabitato e interamente ricoperto dalla vegetazione.

A metà degli anni Sessanta, infatti, l’architetto Giovanni Leo Salvotti progetta e realizza un’architettura-scultura nei pressi del lago di Caldonazzo. Un divertissement architettonico, pensato per le vacanze, dalle forme zoomorfe e destinato a diventare un unicum nel suo genere e un riferimento nell’immaginario collettivo degli abitanti della zona, che la battezzeranno popolarmente la «casa galina». L’edificio – realizzato con un interessante sistema di intelaiatura metallica ricoperta di calce – si presentava come una colorata composizione scultorea adagiata su un grande vassoio, staccato dal suolo grazie a quattro leggeri pilastri.

A distanza di cinquant’anni la struttura è ridotta in rovina e la natura ha conquistato lentamente ogni spazio un tempo destinato al luogo di villeggiatura. Questo piccolo episodio, che si configura come una visione neo-piranesiana innestata sull’architettura contemporanea, può essere l’occasione per riflettere su alcuni temi intimamente legati all’arte di Vitruvio e sul ruolo dell’uomo dentro la Storia: qual è il compito dell’architettura di fronte alle forze della natura? Davvero l’architettura è ancora destinata a sopravvivere al suo creatore? Qual è il senso della rovina nell’architettura contemporanea?

Sul palco della Sala «Alcide Degasperi» saranno presenti due ospiti d’eccezione: il progettista dell’opera, Gian Leo Salvotti, decano degli architetti trentini, figura di rifermento per più di una generazione di progettisti e un teorico dell’architettura, Renato Rizzi, professore di Teoria e tecnica della progettazione architettonica presso l’Università Iuav di Venezia, autore di opere premiate in tutto il mondo. I due – stimolati nel dibattito da Alessandro Franceschini – dialogheranno sui temi dell’architettura e della sua funzione rispetto al trascorrere del tempo. Sullo sfondo si parlerà anche del ruolo dell’architettura contemporanea e del ruolo dell’architetto nella modernità.

Il tema, a cavallo tra l’architettura e la filosofia, ha dei rimandi simbolici di grande interesse. Si è soliti pensare, infatti, che l’architettura possa sopravvivere al suo progettista, così com’è sempre avvenuto nel corso della millenaria storia dell’uomo, dagli Ziggurat della Mesopotamia antica in avanti. In realtà – come l’esempio della casa galina insegna – l’architettura contemporanea si mostra estremamente fragile rispetto all’azione del tempo e questo porta a riconsiderare i principi vitruviani dell’architettura, che trovavano proprio nella «firmitas», ovvero la stabilità che regge tutto, la saldezza, la forza, la robustezza, uno degli elementi basilari su cui fondare l’architettura.

L’iniziativa si trova all’interno di un progetto culturale di più ampio respiro che intende indagare l’oggetto «casa galina» e i suoi rimani teorici e simbolici. A questo manufatto verrà dedicato un film-documentario prodotto da Wasabi di Trento ed in corso di montaggio (che mostrerà il “ritorno” dell’architetto Salvotti dentro la sua opera giovanile, oramai ridotta in rovina), un reportage fotografico compito da Luca Chistè dentro il manufatto, e una pubblicazione, che conterrà anche gli esiti del dialogo di venerdì prossimo.

Durante l’evento sarà inoltre possibile vedere alcuni materiali inediti che riguardano la «casa galina»: progetti originali, fotografie d’epoca e ritagli di riviste, raccolti da Daniela Gremes e riordinati da Raffaele Cetto.

Alessandro Franceschini - architetto

27/10/2016