Dada non Dada

Con "Dada 100" a Canale di Tenno un omaggio al centenario del movimento dadaista

“Mai come nel nostro tempo è necessario essere consapevoli che il compito della ragione è una critica della ragione stessa per un suo arricchimento, e non lo sbarazzarsi della logica e del reale in nome della non-logica e dell’assurdo che sono sempre stati, in un modo o nell’altro, come la storia ci insegna, complici delle barbarie.” (Alfredo De Paz)      

Responsabilità irresponsabile come concetto evocato dopo cento anni dalla nascita del movimento dadaista. Ambizione disinteressata il progetto creativo che vede un insieme di opere contemporanee timidamente capaci di esprimere quel forte pensiero individuale dimentico del passato, non assoggettato, per creare nel suo essere quelle fonti di lirismo che non hanno necessità di convenevoli per esprimersi.

Dada è tutto. Dada è niente. Dada è la dicotomia per antonomasia. Dada si è espresso urlando senza limite di decibel contro le aberrazioni della Grande Guerra, contro le diseguaglianze sociali, economiche e di specie. Dada ha rotto il limite imposto dai canoni artistici classici. Dada ha beffeggiato l’arte convenzionale che serviva il potere, quell’arte che rendeva finta ed ipocrita una società edulcorata dalla realtà alterata dell’epoca. Dada era insensatezza. Dada era lo scompiglio della parola, la quale componeva l’espressione più viva della poesia messa direttamente in relazione all’intento dell’azione come protesta. Dada era l’assurdo, l’impensabile, l’inimmaginabile. Dada era creazione primitiva, forte, piena di voglia di vivere. Dada era la fantasia che assumeva le forme più fantastiche, che ha osato la concretizzazione di un linguaggio che ad oggi talvolta ancora non riusciamo ad adoperare e pronunciare. Dada era movimento di una nuova arte, un prologo per la contemporaneità e l’avanguardia tra la porta che ha sfondato a colpi d’accetta verso il passato e la casa senza pareti di confine che si espande nel futuro più prossimo e avanti tempo.

Dada100, in un tempo distante venti lustri, attraversa la barriera di Crono per un viaggio dentro questo tumultuoso movimento, per mettere in rilievo la sua importanza artistica, mediatica, creativa con un omaggio di quarantuno opere, senza l’arroganza di vestirsi con la stessa tela, ma con la freschezza sincera di esprimersi ad arte nel centenario che lo ricorre.

Barbara Cappello - Presidente FIDA Trento

30/05/2016