"Der Suchende: colui che cerca"

Alessandro Dorella, in arte Dorè, ci racconta la sua personale allestita fino al 28 luglio a Caldonazzo, Casa della cultura

[ Alessandro Dorella]

Dopo Borgo Valsugana, nuova tappa per "Der Suchende: colui che cerca". La mostra è a Caldonazzo, Casa della Cultura (orari: dal martedì al sabato 10-12 16-19, domenica 10-12, lunedì chiuso) 

Alessandro Dorè ci racconta la sua idea dell'arte e dell'artista: 

"Nella prefazione di Siddharta, Herman Hesse si sofferma su 'der Suchende' (colui che cerca). In quest’immagine Alessandro Dorella, in arte Dorè, si è da subito riconosciuto. Siddharta è un uomo che cerca soprattutto di vivere interamente la sua vita, passando di esperienza in esperienza, dal misticismo alla sensualità, dalla meditazione filosofica alla vita degli affari. Non si ferma presso nessun maestro (per lui sono tutti maestri), non considera definitiva nessuna acquisizione perché ciò che va cercato è ‘il tutto’, misterioso e dai mille volti.

‘Der Suchende’ è colui che, viaggiando, cerca la sua ragione di vita anche senza la necessità di trovarla veramente.; il Siddharta indiano di inizio Novecento è anche il Dorè, un ‘der Suchende’ che si ritrova a compiere il suo cammino verso l’illuminazione in un ambiente e con delle persone completamente diverse.

Dorè si presenta come un artista/artigiano (un po’ rinascimentale, se vogliamo, anche nell’essere convinto che un’opera d’arte non possa essere frutto di un solo ‘gesto artistico’, tanto lodato dai critici odierni, ma l’incontro sì dell’idea, sì del gesto (anzi di un insieme di gesti artistici), ma anche e soprattutto della manualità del ‘saper fare’, concetto estraneo all’arte contemporanea.

Quello di Dorè, perciò, è un messaggio di rottura, di cambiamento: non s’accontenta di seguire la scia , il ‘trend’, ma ambisce a crearsi un posto tutto suo condividendo le sue idee e i suoi ideali con qualunque artista che non senta suo il modo odierno di dare impulso all’arenato movimento artistico.

La mostra presso lo spazio Klien di Borgo Valsugana vuole essere anch’essa un piccolo viaggio nel ‘mondo Dorè', attraverso una cinquantina di opere divise per periodo. Dalla ‘prima maniera’ cubo/futurista (sala A, opere dal ‘90 al 2000), dove accanto ad alcuni pezzi storici come Lo studio dell’artista e La prigione troviamo Il burchiello, esempio di ‘prima’ e ‘dopo’, sovrapposizione di immagini a distanza di tempo e Villa Zusto in arancio che ha meritato uno dei primi riconoscimenti ufficiali della critica, ma che rappresenta soltanto una tappa del viaggio.

Proseguendo nelle sale B e C troviamo esposte alcune opere della maturità come Le tre età, o Carnevale a Bologna: una sorta di confusione di volti, braccia, corpi intorno alla lotta furiosa fra un uomo mascherato e un grosso gatto selvatico.

Nella sala D troviamo l’altra faccia di Dorè, quella dualità spesso citata dai critici, che nasce dalla passione per il suo lavoro che è anche quello di restauratore di beni mobili (tele, tavole, materiale ligneo). Qui troviamo esposte alcune delle sue icone più riuscite cone La Maddalena e La Pietà ma anche L'incontro, una sorta di ibrido che rappresenta il Dorè futuro, quello dell’ultima sala, dov’è esposto Il Battesimo, anche’esso esperimento di fusione tra antico e moderno: una rappresentazione iper-cubo-futurista usando tecniche e materiali trecenteschi. Nella sala è presente anche una piccola parte grafica dell’artista: Gulliver, L’uomo pitagorico e altri lavori.

Maskerade, in chiusura, è una grande tela che racchiude le esperienze fino ad ora affrontate dall’artista"      

Alessandro Dorella - artista

Alessandro Dorella, in arte “ DORE’ ”, nasce il 22 Novembre del 1974 a Dolo (VE). Frequenta il liceo artistico "S.Cuore" di PD, dove impara le tecniche di base del disegno, della pittura e della scultura, nonché, e soprattutto, dell'architettura. In questi anni comincia a creare le prime vere "prove d'artista", accostandosi alle teorie di dinamismo e simultaneità' del Futurismo di Balla, Boccioni, Depero, ma anche a quelle del Cubismo (Picasso, Braque e i cubo/futuristi russi come Malevic e Majakovskij), attraverso una interpretazione personale delle due correnti.


29/06/2015