Frontiere - Grenzen, IX edizione

Marino Magliani con "Sabbia" per gli editi e Daria De Pellegrini con "Das Ersatzkind" per gli inediti sono i vincitori 

[ http://www.frontiere-grenzen.com/]

104 partecipanti, tra cui 29 gli editi, 54 le donne, 11 i testi in tedesco, 6 gli stati partecipanti – Italia in stragrande maggioranza, ma ci sono anche Svizzera, Austria, Germania, Slovenia, Lichtenstein.

Sono questi i numeri di Frontiere-Grenzen, il Premio letterario delle Alpi le cui premiazioni si sono svolte sabato a Tonadico, Palazzo Scopoli nel segno del ricordo di Peter Oberdörfer, prematuramente scomparso nel febbraio di quest'anno e per oltre quindici anni nella giuria del premio. 

Marino Magliani con "Sabbia" per le sezione racconti editi e Daria De Pellegrini per i racconti inediti con "Das Ersatzkind": sono loro i vincitori della nona edizione, scelti dalla giuria – formata da Carlo Martinelli, Pietro De Marchi, Lisa Ginzburg e Stefano Zangrando .

Marino Magliani, autore non nuovo ad importanti riconoscimenti, tra i quali, l'anno scorso, il premio letterario Francesco Gelmi di Caporiacco. Ligure, vive una parte dell'anno in Olanda e all'attività di romanziere, affianca quella di sceneggiatore di graphic novel (una su tutte, la sceneggiatura di "Sostiene Pereira", da Antonio Tabucchi, coi disegni di Marco D'Aponte), e quella di traduttore dallo spagnolo.

Il suo "Sabbia" - commenta la giuria - racconta di un uomo che cerca il mare, e le parole per dirlo. È una terza persona, ma è «l'essere che aspettava le parole»: un alter ego che rimembra, nomina, descrive. A volte attinge dai libri, dai suoi autori, liguri e non, ma è soprattutto «il giro delle cose» a nutrire il suo sguardo e il suo anelito. Ed è la sabbia, infine, a rivelarsi tenue trait d'union fra i tempi della vita. Nelle motivazioni del premio oggi assegnatogli si legge che quella di "Marino Magliani è la narrazione sommessa e altamente poetica di una condizione esistenziale sospesa tra vita e memoria, appartenenza e altrove, dove mare e sabbia sono elementi di coesione e continuo riflusso, tanto sul piano tematico quanto su quello strutturale. Una prosa che unisce nitore e senso dell'indefinito in una lucida vaghezza, affilata nei dettagli e capace di lampi stilistici sorprendenti".

Daria De Pellegrini, vincitrice della sezione inediti con "Das Ersatzkind", vive a Mel, in provincia di Belluno. È autrice di romanzi e di racconti con i quali ha già riscosso importanti riconoscimenti. A Frontiere - Grenzen si è imposta con un racconto ambientato in un paesino della Baviera. Dove un uomo tedesco e una donna italiana hanno fatto amicizia e capita che vadano a passeggiare insieme in campagna. Lei è un'insegnante di italiano all'estero, lui un fotografo che lavora a Berlino. A poco a poco ci viene rivelato il tremendo segreto che l'uomo si porta dentro fin dall'infanzia: i suoi genitori l'hanno messo al mondo solo per sostituire un fratello morto tragicamente subito dopo la fine della guerra. A convincere la giuria "l'arte della concisione, la pregevole tensione narrativa, che cresce per piccole addizioni, fino alla catastrofe finale, quando si aggiungono ulteriori elementi di strazio e disincanto a quelli che si sono addensati nelle pagine precedenti".

Al secondo e terzo posto nella sezione inediti rispettivamente il veronese Davide Coltri con "Il Dado" e la viennese Claudia Oblok con "Europaische Wasser", a ribadire la caratteristica che rende Frontiere-Grenzen particolare, visto che vi si può partecipare con racconti scritti sia in italiano che in tedesco.

Alla feltrina Chiara De Bastiani con "Come una madre" il Premio speciale Cassa Rurale Valli di Primiero e Vanoi.

Sette, infine, i racconti segnalati nella sezione inediti: "La ballata dei ragazzi tranquilli" di Sibilla De Stefani (Zurigo), "La rincorsa" di Vincenzo Todisco (Grigioni, Svizzera), "La cadenza imperfetta" di Gianni Gandini (Genova), "Sentimento dei barbari" di Nicholas Pasqualini (Rovereto), "Leggendo Clarice Lispector" di Adriana Paolini (Trento), "Ciascuno nel proprio ordine indipendenti e sovrani" di Cinzia Piciocchi (Trento), "Ai confini del nulla" di Camilla Bernardi (Bressanone).

Interessante sottolineare come tra i racconti segnalati ce ne siano diversi di ragazze e ragazzi degli anni 80 e anche 90.

In proposito, vi proponiamo l’incipit del racconto di "La ballata dei ragazzi tranquilli" di Sibilla De Stefani (Zurigo)

Il gatto l’hanno buttato in pasto ai pittbull. Hanno preso il micio (miagolava, era terrorizzato) e l’hanno fatto volare sopra la staccionata, fin dentro al recinto dei cani. La scena è stata immortalata con il telefonino (come quegli altri, divenuti famosi per il selfie con il cane dalle orecchie mozzate, e quelli che preparavano il cibo agli scoiattoli, ai margini dello strapiombo, e quando la bestia veniva a mangiare la facevano volare di sotto con un calcio, e dopo ridevano).
Ne hanno parlato anche al TG. Io, però, non ho voluto guardare la barbarie in differita.
Avevano tra i dodici e i quindici anni, non si rendevano conto. Non intendevano compiere il male. Uno di loro lo conoscevo così, di vista. Aiutava la nonna a portare le borse della spesa.
La parte di luce, la parte di ombra.
Quanto dolore devi provocare, prima di essere giudicato come un uomo?
Il gatto si chiamava Felix. Era il gatto di mia figlia. Il nome glielo avevamo dato io e Riccardo, il padre della bambina, il mio fidanzato storico dei tempi del liceo. L’avevamo preso al gattile.
Al gattile?

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20/11/2017