Gesti del quotidiano - Dipinti di Pan Tao

Fino al 26 luglio i lavori dell'artista cinese in mostra a Vigolo Vattaro, ex chiesetta del Redentore. 

[ Monica Demattè]

Nata e cresciuta in un paese della campagna dello Henan, Yanshi (R.P. Cinese), Pan Tao si trova del tutto a suo agio a contatto con la natura, sa come coltivare la terra, ha un corpo ginnico e giovane, una grande energia ed è capace di lavorare duro.

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Percorrendo l'evoluzione pittorica di Pan Tao negli ultimi dieci anni ho colto una semplificazione che diventa sempre più evidente con l'andare del tempo. Nei lavori risalenti al 2003, 2004 sono frequenti i riferimenti alla gravidanza e alla nascita del figlio Xiaoshu, vissuta con una grande fisicità. Il corpo del neonato, le sue piccole mani su quelle dei genitori, le posizioni di totale abbandono, il legame che lo unisce agli adulti che lo circondano di cure, costituiscono quasi l'unico tema dei dipinti dell'artista. Pan Tao in quanto donna sembra vivere la gravidanza e poi la maternità, nonché l'esistenza di un nuovo piccolo essere tutto da scoprire, con profondo stupore e con sensuale trasporto. Esamina i cambiamenti avvenuti al suo corpo, per capirli meglio li dipinge, e poi osserva i piccoli gesti inconsapevoli del piccolo, via via ne segue la crescita miracolosa.

Ci sono poi particolari anatomici - soprattutto mani o piedi - che occupano l'intera superficie del dipinto. Sono il dorso o il palmo delle mani, o ancora mani che contengono qualcosa, oppure mani che compiono movimenti particolari e sembrano usufruire di un linguaggio corporeo che si sostituisce a quello orale, un po' come i gesti codificati utilizzati in Cina per esprimere i numeri. Le mani sono anche la parte del corpo che più ci collega agli altri, e al mondo - insieme agli occhi, ed ecco che fra i dipinti più recenti ci sono grandi occhi nelle cui pupille si riflette qualcosa, o volti in cui spiccano enormi occhi inespressivi. In alcuni casi si ha la netta impressione che le mani appartengano a un'altra persona, in altri invece che siano dell'artista stessa, che le esamina con curiosità quasi incredula, così come osservava il suo ventre rotondo in gravidanza, sentendole appendici quasi estranee al suo corpo. La prospettiva utilizzata per dipingere i piedi suggerisce si tratti di piedi sospesi, non ben piantati a terra ma appartenenti a qualcuno che è seduto sul bordo di un letto e li vede penzolare sfiorando appena il suolo. Altre volte la posizione colta è di estrema naturalezza e colpisce proprio per la capacità di tradurre in semplice poesia pittorica gesti molto frequenti che siamo avvezzi a vedere e non notare. Guardando un paio di piedi, due mani a coppa piene di appetitose bacche rosse, un corpo in posizione di totale abbandono, mi sento ricordare la bellezza del corpo umano per quello che è, quando è quello e niente di più, quando non 'pretende' di essere qualcos'altro o si atteggia per voler diventare diverso.

Anche laddove al posto di particolari anatomici Pan Tao dipinge semplici oggetti, è la vita nelle sue espressioni più genuine e meno artefatte a rivelare le sue piccole valenze poetiche, gli affetti nascosti in ogni piega delineata dal pennello con gesti veloci. Mi piace la sua capacità di eliminare tutto ciò che non è essenziale, per dedicarsi a quel movimento, a quella posizione, a quella linea di un corpo o di un arto che diventano così loquaci a un occhio sensibile, così colmi di emozioni trattenute, visibili a chi si lasci coinvolgere dal loro esprimersi dimesso ma caldo, avvolgente pur nei toni stridenti o freddi dei colori.

Quella di Pan Tao è una pittura che considero autenticamente femminile, non nel senso un po' sminuente che spesso questo termine ha, cioè delicata, leziosa o auto-referenziale, ma in grado di cogliere ed esprimere il senso e la bellezza della vita in ogni cosa anche piccola e apparentemente insignificante. La sua attenzione è rivolta a un mondo intimo, ma i colori per nulla decorativi, scelti con decisione quasi brusca, e le pennellate così lontane dalle linee eleganti e virtuose alla maniera della tradizione cinese, che lei traccia a ghirigoro o confonde una nell'altra quasi per far sì che si annullino a vicenda, fanno intendere che il percorso dell'artista cerca l'essenza delle cose nella loro apparenza, coltivando la capacità di guardare dentro di sé con profonda chiarezza e sincerità.

Monica Demattè - curatrice della mostra

15/07/2015