Giardini ritrovati. Spazi e caratteri delle architetture verdi in Trentino

A Palazzo delle Albere un percorso multimediale che racconta anche le peculiarità del giardino trentino

Andavo a sedermi sulla panchina senza spalliera, all'ombra d'un lillà, accanto alla pompa dell'acqua e alla relativa vasca, spesso decorata, come un battesimale gotico, da una salamandra, il cui corpo allegorico e affusolato si scolpiva come un rilievo mobile sulla pietra consunta, in quell'angolo del giardino ("Alla ricerca del tempo perduto", "Dalla parte di Swann", Marcel Proust).

“Il giardino come metafora delle luci e ombre della vita, giocato tra nascosto e palese, chiuso e aperto, incantato e stregato. E ancora, il giardino come luogo in cui il proprietario per certi versi si autorappresenta, raccontando il desiderio di collaborare con la natura e di dimostrare la capacità dell’uomo di regolare gli spazi e il corso delle stagioni”.

È con questo ampio respiro che il soprintendente Franco Marzatico introduce Giardini ritrovati. Spazi e caratteri delle architetture verdi in Trentino, il percorso percorso multimediale alla scoperta dei "tesori verdi" del Trentino curato dalla Soprintendenza in collaborazione con il Servizio attività culturali, il Servizio per il Sostegno occupazionale e la valorizzazione ambientale, il Castello del Buonconsiglio. Monumenti e collezioni provinciali e la Trentino Film Commission. L'iniziativa - che sarà inaugurata venerdì 15 giugno alle 17.30 e sarà visitabile fino al 2 settembre (mar-ven 10-18, sab-dom 10-19, lunedì chiuso, ingresso libero) - è stata presentata oggi nell'ambito di Cultura Informa. 

Il percorso, a cura di Lia Camerlengo, Katia Malatesta e Alessandro Pasetti Medin, ha preso forma in dialogo con gli architetti paesaggisti Claudio Micheletti, Cesare Micheletti e Loredana Ponticelli di A2Studio, autori del progetto espositivo. Il risultato è una proposta che invita ad attraversare il territorio provinciale illustrandone i principali giardini di castelli, di ville e di palazzi, accanto ai grandi parchi pubblici e termali; ma anche a familiarizzare con l’architettura del verde e le sue regole, a partire dalla nozione di giardino come bene progettato, costruito, coltivato e all’occasione restaurato, nei casi non rari di deperimento e rovina.

Marzatico riprende la presentazione evocando il mito delle Esperidi, figlie della Notte e di Erebo, custodi del giardino dei pomi d’oro di Era.

“Un mito che non risente della ciclicità, e quindi della finitezza – prosegue –. Il giardino richiama inoltre a un aspetto spirituale per la sua componente immateriale, ma anche a una dimensione più materiale del patrimonio, un termine che studiosi come Salvatore Settis accolgono in termini di dubbio per la sua mercificazione, ma che ci aiuta a dare un valore a questi luoghi, valore che riconosciamo all’interno del paesaggio culturale con cui il bene interagisce. Da un lato, quindi, il sentimento del bello connesso alla coltivazione dei giardini, dall’altro il concetto di giardino strettamente collegato a quello di patrimonio” conclude Marzatico.

Alessandro Pasetti Medin, storico dell'arte della Soprintendenza, sottolinea poi come “alla fine di un percorso durato alcuni anni sia stato elaborato il doppio volume uscito due anni fa,  Parchi e giardini storici in Trentino: tra arte, natura e memoria, ricco di saggi pluridisciplinari e di 50 schede che ne mettono in luce gli esempi più significativi, offrendo un primo significativo contributo per la conoscenza d’insieme di questo fragile patrimonio. Si tratta del primo mattone per la conoscenza di un patrimonio poco noto, un “patrimonio ritrovato”, appunto. Alle Albere, in diretto rapporto con quanto questo palazzo ha rappresentato per il principe vescovo che lo ha circondato di orti e giardini, si svilupperà un percorso fotografico integrato da installazioni e proiezioni, con un settore legato ai film girati nel nostro territorio e un focus sulla scansione e articolazione del giardino. Saranno affrontati diversi temi: dal limite, al ninfeo, e ancora spazi aperti, radure e superfici acque, laghetti e peschiere, fino al tema insolito del giardino che diventa set. Una conoscenza indispensabile per garantire le azioni di tutela”.

Una mostra frutto di un lavoro collegiale, che si avvale di vari linguaggi, realizzata grazie anche al supporto del “progettone”, “nato nell’86 non solo per per dare una risposta all’occupazione ma anche per essere braccio operativo per diversi servizi della Pat" – spiega il suo direttore Innocenzo Coppola.

“Raccontare anche la peculiarità del giardino Trentino”: su questo argomento interviene invece Lia Camerlengo, storica dell'arte del Castello del Buonconsiglio. “È forse questa la sorpresa della mostra – osserva -. Chi avrebbe detto infatti che il giardino trentino divenisse famoso? Il nostro è sempre stato ritenuto un territorio esente da giardino, sia per il suo clima sia per la sua conformazione fisica. La montagna, che ha determinato una sorta di handicap iniziale, si è poi trasformata in elemento fondante e esaltatore di questi giardini, con peculiarità che si possono definire uniche in Italia. La nostra mostra intende affrontare le caratteristiche principali del giardino trentino e anche quelle di carattere generale per accompagnare il pubblico a comprendere gli elementi essenziali del giardino, creando una sorta di vademecum immaginario che possa poi diventare reale.

La principale caratteristica del giardino trentino – specifica – è l’accostamento per contrasto della solida sobrietà della cultura tradizionale trentina e della spettacolarità e panoramicità. La visione entra nella progettazione del giardino trentino e si proietta verso il panorama alpino. Una mostra che contribuirà a far vedere a noi questo giardino con occhi diversi e con una conoscenza che ci accompagnerà nell’avere cura e attenzione per questo patrimonio particolare e al contempo fragile, soggetto ai cicli inesorabili dell’esistenza” - conclude Camerlengo.

L’allestimento propone soluzioni immersive e coinvolgenti, grazie alle elaborazioni video ideate e realizzate da Stefano Benedetti con il supporto tecnico di GEST srl. Ad evocare l’esperienza multisensoriale della visita al giardino e le sue trasformazioni nel trascorrere delle ore e delle stagioni contribuisce infine la sezione predisposta in collaborazione con la Trentino Film Commission, dedicata al giardino che diventa set e alle scene di film per il cinema e la televisione ambientate in alcuni dei più celebri complessi verdi della provincia.


13/06/2018