"Ho osato vincere. Ho vinto spesso, qualche volta ho perso, non ho mai partecipato"

ll libro scritto da Francesco Moser con Davide Mosca sarà presentato martedì 21 luglio alle 17 presso il Palazzo delle Terme di Comano Terme. 

«Ho vinto spesso, perso talvolta, partecipato mai. Nella mia carriera ho conquistato 273 vittorie ufficiali su strada e quasi altrettante volte sono salito sul podio, senza contare i successi ottenuti su pista. Sono il terzo corridore di ogni tempo in questa speciale classifica e il primo in assoluto degli italiani. Mi precedono soltanto Eddy Merckx e Rik Van Looy.Non corro mai al risparmio, non cerco il piazzamento, non vado a ruota. Voglio sempre correre davanti, con il vento in faccia, perche mi piace dare battaglia. Non sto dietro a farmi portare a spasso dal gruppo. Semmai lo guido. Ogni corsa per me e come fosse l’ultima. Non sono uomo da compromessi, baratti, accordi, calcoli. Do tutto, ogni volta. Grandi vittorie, sconfitte brucianti. Nessuna via di mezzo».

Si intitola Ho osato vincere. Ho vinto spesso, qualche volta ho perso, non ho mai partecipato (Mondadori, 2015) il libro scritto da Francesco Moser con Davide Mosca che sarà presentato martedì 21 luglio alle 17 presso il Palazzo delle Terme di Comano Terme. L’evento si colloca nell’ambito di “Trentino d’Autore”, la rassegna letteraria organizzata dall’Apt dall'Apt Terme di Comano-Dolomiti di Brenta.

“Nelle gare ho sempre cercato di vincere, non sono mai partito per gareggiare – ci spiega Francesco Moser, riprendendo il nostro incipit.

«Un giorno di fine giugno Aldo mi propone un giro in bicicletta. Ho compiuto diciotto anni da una settimana e sento ancora quello strano nodo alla gola. Per una volta tanto provo a spingere, se non altro per ricacciare indietro il groppo, quella sensazione di essere nei pressi di un valico sconosciuto e di non sapere cosa ti aspetta al di là, se sole o pioggia, neve o vento. Nel frastuono dei pensieri non sento mio fratello Aldo che mi urla di aspettarlo. È rimasto indietro sulla salita di Palù».

Al rientro a casa Moser annuncia alla famiglia che si metterà a correre. Tutto parte da qui.

Tutti i suoi grandi successi – dal Mondiale su pista del 1976 a quello su strada del 1977, dalle tre Parigi-Roubaix fra il 1978 e il 1980 alla vittoria al Giro d'Italia del 1984 – sono nati dalla tenacia con cui si è saputo risollevare dopo le sconfitte – riporta la quarta di copertina -. Così Moser è diventato uno degli sportivi più amati di ogni tempo, fino alla consacrazione del record dell'ora, il primato stabilito a Città del Messico nel 1984 a trentatré anni, quando erano in molti a considerarlo ormai sul viale del tramonto. Del resto lui è sempre stato l'uomo dei primati. Non solo per i tre record dell'ora – in altura, al livello del mare e al coperto – ma perché fu un innovatore su tutti i fronti.

“I tempi erano maturi per queste innovazioni – ci racconta in proposito Moser -. Quando ho stabilito il record dell’ora il mondo era cambiato, si disponeva già della conoscenza per introdurre innovazioni importanti. Si era già iniziato a progettare bici diverse,  e di pari passo è andato il perfezionamento di abbigliamento, pedali, e di altre componenti. Il cambio ci permetteva pochi rapporti, ora se ne possono combinare più di venti. Durante i tapponi di montagna i meccanici erano obbligati a cambiare le ruote libere, ora uno può fare quanto vuole con una bici soltanto. Domani (18 luglio) – aggiunge -  partecipo alla storica Charly Gaul con la prima edizione di una ciclostorica su un percorso di 58 chilometri da affrontare con biciclette d'epoca (fino al 1987)”.

redazione

17/07/2015