Il diritto fra inizio e fine vita

La nostra intervista a Carlo Casonato responsabile scientifico del progetto BioDiritto dell'Università di Trento 

La Tomba del tuffatore (lastra di copertura,V secolo a.C., Museo archeologico nazionale di Paestum) - scelta come emblema del gruppo di ricerca BioDiritto dell’Università di Trento e della rivista di BioDiritto - BioLaw Journal – con efficacia ci conduce al cuore di “Il diritto fra inizio e fine vita”, l’appuntamento che si svolgerà il 22 aprile, ore 17.30, a Trento, foyer della Facoltà di giurisprudenza (via Rosmini, 27).

Lo fa per il messaggio che trasmette: la possibilità di superare gli ostacoli e tuffarsi in qualche modo nell’ignoto, ma tenendo gli occhi aperti. Un’analogia con la scelta di affrontare con consapevolezza i delicati temi che riguardano il 'fine vita', ma anche altri ambiti densi di incognite come staminali e genetica.

All’incontro, organizzato dall’Università di Trento, interviene la giornalista Donatella Gori (Radio Rai). Relatori accademici: Carlo Casonato e Teresa Pasquino (Università di Trento).

“Sono temi di estremo interesse – esordisce Casonato - anche se purtroppo dal punto di vista giuridico spesso mancano leggi e regole chiare e precise, e anche l’interesse della politica rimane marginale. In tema di ‘fine vita’ l’Italia è uno degli ultimi Paesi rimasti senza una legislazione specifica. Sono decisioni delicate, che propriamente sono ‘di vita e di morte’, perchè di quello si tratta. Sia i malati sia i professionisti non sanno che cosa sia consentito o quanto sia proibito e fonte di responsabilità. Il quadro legislativo è incerto, manca anche una legge sul cosiddetto testamento biologico. E in questa incertezza i giudici devono comunque dare una risposta ai casi che vengono sollevati di fronte a loro”.

La prima parte dell’incontro sarà appunto dedicata alla mancanza in Italia di un quadro legislativo certo.  “È stato presentato un disegno di legge sul consenso e sul fine vita, il cd. disegno di legge Calabrò – approfondisce Casonato - che attendeva solo la definitiva approvazione; una proposta che presentava moltissimi problemi, anche di legittimità costituzionale. I maggiori punti critici si riferivano alle limitazioni poste all’autonomia della persona nel decidere sulla fase finale della propria esistenza e sul contenuto da dare al proprio testamento biologico; si escludeva, ad esempio, di poter decidere su nutrizione e idratazione artificiali. Di fronte a proposte simili, paradossalmente, preferisco non ci sia alcuna una legge.

Di fronte all’immobilismo italiano, altri Paesi stanno aggiornando la propria normativa. In Francia, ad esempio, si sono mossi qualche mese fa con una legge sul testamento biologico per dare un quadro per quanto possibile di certezza in merito all’efficacia vincolante del testamento biologico. Nella conferenza mi soffermerò anche sul caso canadese, perché a febbraio di quest’anno, a seguito del caso di Gloria Taylor (caso Carter v. Canada), la Corte Suprema di quello Stato ha dichiarato illegittimo il divieto di assistenza al suicidio. Divieto che invece rimane nella maggior parte degli ordinamenti, Italia compresa, che dispone come l’assistenza al suicidio, in qualsiasi condizione, sia un reato (carcere fino a dodici anni), anche se il malato è molto sofferente, terminale e chieda con consapevolezza di accelerare il sopraggiungere della morte.

Accanto al tema del ‘fine vita’, nell'incontro si affronterà anche quello di “inizio vita”, “in riferimento soprattutto alla procreazione medicalmente assistita – continua il docente – perché la legge 40 del 2004 ha presentato una serie di problemi. La Corte costituzionale è già intervenuta e ancora interverrà in quanto tale normativa pone dei limiti all’accesso alla fecondazione assistita considerati irragionevoli, in quanto lesivi dei diritti costituzionali delle persone”.

Sono temi in cui spesso il confronto risulta difficile, ci sono però alcuni luoghi in cui si dialoga in modo costruttivo, nel rispetto delle posizioni di ciascuno. “ Nel Comitato nazionale per la bioetica, affrontiamo temi delicati su cui abbiamo posizioni anche molto diverse, ma ci si confronta e si ragiona assieme arrivando anche a cambiare idea. In  Parlamento per ora non si riesce, o quando lo si fa il risultato è assai difettoso, e la Corte Costituzionale deve quindi intervenire – conclude”.

Il Progetto BioDiritto

Si occupa di approfondire le tematiche giuridiche legate alla bioetica e alle scienze della vita, che negli ultimi anni hanno richiesto sforzi sempre maggiori ai giuristi e agli operatori istituzionali. Esso svolge la propria attività presso il Dipartimento di Scienze Giuridiche dell'Università  di Trento, privilegiando un approccio interdisciplinare, mirato al dialogo e al costante confronto con professionisti della salute e bioeticisti, e sfruttando, grazie a numerosi contatti con centri di ricerca prestigiosi sia in Italia che all’estero, i contributi  che la comparazione giuridica può offrire. Collaborano al progetto una decina di studiosi (dottorandi, dottori
di ricerca, ricercatori), coordinati dal professor Carlo Casonato. La ricerca spazia dai più tradizionali temi concernenti il diritto alla salute, l’inizio ed il fine-vita sino alle più recenti questioni suscitate dalla ricerca clinica, dall’ingegneria genetica, dalla biologia sintetica e dalle neuroscienze. Ogni tema è inquadrato in una prospettiva teorica, arricchita dall’esame dei contesti internazionale, europeo e comparato, al fine di valutarne le criticità e di proporne modelli di applicazione pratico-operativa.

Per approfondimenti:

sulla legge 40 in materia di procreazione medicalmente assistita

http://www.confronticostituzionali.eu/?p=1164

sul gruppo di ricerca BioDiritto dell’Università di Trento

www.biodiritto.org

Programma completo della rassegna su https://www.cultura.trentino.it/Rassegne/Il-Diritto-in-prima-pagina

redazione

Carlo Casonato è professore ordinario di diritto costituzionale comparato presso l'Università di Trento, dove impartisce corsi di Diritto Costituzionale e di Biodiritto e Bioetica. È componente del Comitato Nazionale per la Bioetica e di altri comitati etici locali.
È responsabile scientifico del progetto BioDiritto dell'Università di Trento e  direttore  della Rivista di BioDiritto ­ BioLaw Journal (consultabile al sito www.biodiritto.org).
Ha svolto attività di insegnamento e di ricerca anche in Canada, Francia, Inghilterra, Spagna, Stati Uniti su temi di diritto costituzionale di bio diritto. Ha scritto numerosi articoli ed ha pubblicato, in qualità di autore o
curatore, quindici libri, fra cui Introduzione al biodiritto (Giappichelli, 3^ ed. 2012).
 


22/04/2015