Il museo delle stranezze di Giorgio De Chirico

Dal 4 agosto il Castello di Stenico ospiterà una mostra di opere grafiche del padre della metafisica

[ Castello del Buonconsiglio]

Una contaminazione tra le austere sale del Castello di Stenico e le atmosfere oniriche di Giorgio de Chirico: è questo il regalo che il maniero delle Giudicarie dal 4 agosto e fino al 14 ottobre offrirà ai suoi visitatori.  La mostra, dedicata alla grafica dell'artista, è organizzata da Art Action e curata da Azzurra Casiraghi e  Brasilia Pellegrinelli in collaborazione con il Comune di Stenico e il Servizio attività culturali della Provincia di Trento. 

Sarà un'immersione giocata tra enigma e sogno. Le desolate piazze d’Italia vengono illuminate da un timido sole autunnale, abitate da personaggi misteriosi ispirati dalle storie della mitologia greca e dalla profonda consapevolezza dei moti dell’animo umano. Gli oggetti vengono ingigantiti e spostati in posti innaturali e le prospettive vengono completamente rotte. Ogni nesso logico viene ribaltato.

Tutte le opere recano il titolo a pugno dell’autore e il timbro a secco di Casa de Chirico: sono litografie, acqueforti, e incisioni colorate a mano o in bianco e nero, collezionate in più di 45 anni di ricerca in Italia e all’estero,  molte di esse sono rarissime, ormai introvabili e molto preziose. 

Tra le opere esposte: “Enigma del Pomeriggio” , “La Sponda Misteriosa”, “ Zeus”, “I Mostri”, “Lo Sgombero”, “La Biga invincibile”, “Interno Metafisico”, “Gli Archeologi”, “La Fontana del Mistero.” Chiamato anche il pittore del mistero De Chirico  riuscirà con il suo nuovo modo di dipingere a cambiare la storia dell’arte ed ad influenzare tutti i successivi movimenti.

Con la sua pittura e la sua visione, anticipa e getta le basi di movimenti come il Dadaismo, il Surrealismo e il cosiddetto Realismo Magico, diventando un punto di riferimento stilistico fondamentale per il Novecento pittorico e architettonico ed anche per le correnti artistiche europee ad esso affini. Le sue invenzioni influenzeranno anche l’arte nel secondo dopoguerra specialmente la Pop Art.

Far vedere ciò che non si può vedere è stato fin dall’inizio lo scopo della sua ricerca artistica e chiama Metafisica la sua pittura perché essa ci mostra che il mistero e l’enigma non stanno al di là, ma dentro le cose fisiche, nella molteplicità di sensazioni che sprigionano le immagini e le forme qualora vengano rotti i nessi logici di relazione tra loro.  Giorgio De Chirico getta quindi le basi di un nuovo modo di esprimersi fondato non sull’apparenza dell’oggetto, ma sulle sue possibilità di significato. Per primo si rende conto che ogni forma che vediamo trae il suo vero valore dalla nostra coscienza per le infinite associazioni e ricordi che può suscitare in noi. (Ufficio stampa Castello del Buonconsiglio)


26/07/2018