"Il paesaggio come intreccio di elementi naturali e storici"

Attraverso la riflessione di Alessandro Franceschini e le fotografie di Paolo Sandri, un viaggio per immagini dal lago di Caldonazzo fino all'abitato di Canal San Bovo  

Da Nel paesaggio. Vedute identitarie dal bacino idrografico del fiume Brenta (BQE Editrice, 2014) di Alessandro Franceschini e Paolo Sandri

Il paesaggio si presenta all’osservatore come «un intreccio di elementi naturali e storici». Le formazioni geologiche «costruite con lenti processi di sedimentazione in ambiente marino o lacustre, o da più rapidi eventi di natura magmatica, deformati dagli sforzi tettonici, e plasmate dalle forze del modello fisico (erosione, trasporto, deposizione) danno vita alle forme del rilievo». Le forme del rilievo sono a loro volta modellate, a seconda della collocazione geografica, dalle culture antropiche che su di esse si sono insediate nel corso dei secoli.

Ogni utilizzo culturale del dato naturale ha dato avvio ad una trasformazione originale, capace di generare una grande varietà di paesaggi distribuiti su tutto il pianeta. Ma è possibile trovare gli elementi che vanno a strutturare un paesaggio, a prescindere dal tipo di immagine con la quale esso è andato consolidandosi nell’immaginario collettivo? Correndo il rischio di “generalizzare” la molteplicità delle forme con cui il paesaggio si esprime, è possibile formulare uno schema di sintesi di quella che si può definire come la “struttura di paesaggio”.

Facendo una prima semplificazione in questa direzione, è possibile suddividere il paesaggio in due grandi famiglie: il «paesaggio in sé», inteso come fenomeno reale, concreto e tangibile dell’aperto; ed il «paesaggio da sé» che raccoglie il modo attraverso il quale l’uomo vive, percepisce e governa il paesaggio.

Il «paesaggio in sé», il grande sostrato fisico dentro il quale l’uomo ha costruito le sue condizioni di vita, può essere ulteriormente suddiviso in due raggruppamenti: il paesaggio “naturale” e il paesaggio “costruito”. Per quanto riguarda il primo, è possibile riconoscere tre sotto-gruppi: gli elementi geomorfologici (ovvero le pianure, le colline, le montagne – in generale la struttura eminentemente fisica del mondo inteso come fenomeno geologico e geomorfologico); gli elementi idrografici (ovvero i corsi d’acqua che hanno modellato le valli e le conformazioni
montane, il disegno che fiumi, torrenti e ruscelli creano nel mondo); e gli elementi agricoli ed ecosistemici (che possiamo suddividere in ecosistemi a bassa pressione antropica e, con una scala di valori, ad alta pressione antropica a seconda dell’intensità di manipolazione perpetrata dall’uomo).

Per quanto riguarda invece il paesaggio “costruito” esso è suddivisibile in tre componenti: anzitutto troviamo la costruzione intesa come insediamento (la struttura edilizia concentrata nei centri storici, gli edifici sparsi, le grandi città e metropoli – rientra in questa categoria la sensibilità al “paesaggio urbano”, ovvero quell’idea per cui anche le parti insediate possano a tutti gli effetti essere considerate un paesaggio); quindi le componenti infrastrutturali (strade, sentieri, viadotti,…); e gli elementi emergenti (grandi segni che si possono vedere da lontano e che gerarchizzano il paesaggio: torri, strutture tecnologiche, dighe, monumenti…).

Anche il paesaggio “percepito”, ovvero l’insieme delle modalità attraverso le quali l’uomo costruisce la propria immagine del mondo, è suddivisibile in due componenti legate, appunto, alla percezione: quella “visiva” e quella “sociale”. La prima deriva dal rapporto tra occhio e realtà esterna: essa si scompone ulteriormente in possibili sotto categorie, quali, la componente “visiva”, che risente delle modalità percettive dell’occhio; la componente formale che si basa sui meccanismi di percezione della “forma” (riconducibili agli studi sviluppati all’interno della Gestalt), e
la componente ricreativa, che invece si basa sulle dinamiche contemplativo/emozionali.

La seconda percezione è legata al costrutto culturale strutturato nell’immaginario collettivo degli abitanti – e dei fruitori – di un determinato luogo. Essa può essere suddivisa nelle componenti sociali (il rapporto che la comunità
globale ha con una certa immagine di paesaggio), indentitarie (il rapporto che la comunità locale instaura con il paesaggio circostante), e la componente ricreativa (legata – come quella visiva – alle complessità contemplativo/emozionali che l’uomo instaura con un determinato intorno).

Alessandro Franceschini, Paolo Sandri - autori del volume

30/03/2015