"In nome di Dio e della Patria"

Piero Badaloni: il 4 agosto alle 17 sarà a Comano Terme a parlare dei bambini"rubati" dal regime franchista 

Piero Badaloni oggi (22 luglio) alle 18 interverrà alla rassegna DolomitIncontri a San Martino di Castrozza, sala congressi, Palazzo Sass Maor, per raccontare il suo Reportage Dolomiti. Il 4 agosto alle 17, invece, il noto giornalista è atteso al Palazzo delle Terme di Comano dove nell'ambito di Trentino d'Autore presenterà In nome di Dio e della Patria. I bambini rubati dal regime franchista (Castelvecchi).

Badaloni ha lavorato per anni a raccogliere la documentazione su quest'ultima vicenda che "ha letteralmente scioccato la società spagnola. Il libro dà conto anche delle resistenze incontrate da chi voleva fare luce sui niños robados. Ad oggi, l’accertamento della verità è affidato alle sole indagini dei procuratori regionali. Centinaia di famiglie e di associazioni della società civile chiedono da tempo l’apertura di una commissione d’inchiesta sullo scandalo". 

Vi presentiamo l'incipit dell'accurato lavoro di ricostruzione compiuto da Badaloni:

La prima che incontro è una signora di mezza età. Mi colpisce perché tiene due bambole in braccio: «Io ho avuto due gemelli maschi nel 1973, a Valencia», racconta, «nati vivi ma prematuri. Li misero nell’incubatrice e da quel momento non me li fecero più vedere, né vivi né morti. Mi dissero che si sarebbero occupati loro della sepoltura e di tutto il resto e adesso ho scoperto che era una bugia. I miei figli non sono stati sepolti!».

Poi incrocio una anziana signora che tiene sotto braccio una giovane donna: «È mia figlia», mi dice, «sto cercando la sua gemella, sono 42 anni che la cerco. Sono nate nell’ospedale di La Paz, a Madrid, nel 1971. Mi addormentarono dicendo che dovevano farmi un cesareo, ma non era vero. Continuo a cercare. Vediamo se avrò fortuna…».

Una giovane, con un cartello appeso al petto e il nome del fratello scomparso scritto sopra, mi ferma e mi implora: «Per favore, che tutta la società ci ascolti, ci appoggi. Non prendeteci per stupidi o per pazzi».

Frammenti di storie, che registro frettolosamente sul mio taccuino mentre seguo il corteo di protesta organizzato dalle associazioni dei familiari che si ritengono vittime di un furto infame, quello dei figli.

«Questa manifestazione è importante per mostrare alla Spagna quello che è successo nel passato», dichiara ai giornalisti una donna in testa al corteo. «È ora che si faccia finalmente giustizia, che tirino fuori tutti i documenti che ci servono per trovare i nostri cari. Perché ci sono molte vittime, ma ci sono anche molte persone importanti coinvolte nei furti che non vogliono che venga alla luce lo scandalo».

redazione

22/07/2015