L’Europa in guerra.Tracce del secolo breve

Al Castello del Buonconsiglio di Trento una mostra sulla Grande Guerra: oltre 200 opere d’arte raccontano le vicende del primo conflitto mondiale. In mostra dipinti, disegni, incisioni, diari, lettere e documenti.

 

L’opposizione alla guerra ha un posto di grande rilievo. La sua molteplicità, inevitabilmente solo accennata, la durezza con la quale gli apparati repressivi di singoli Stati colpiscono gli oppositori e le loro organizzazioni, il mutare della situazione politica e degli scenari di guerra che impongono a coloro che si schierano contro la guerra nuove strategie, sono le varianti che ci permettono di abbracciare donne e uomini segnati da destini e appartenenze ideologiche diverse. L’opposizione alla guerra è un tema di straordinaria rilevanza storiografica, impone domande ed esige risposte.

Vi sono stati decenni nei quali, a causa di una specifica congiuntura politica ed ideologica, l’attenzione a queste forme di lotta, di protesta, di produzione artistica finalizzata alla denuncia della guerra era di moda. Poi, come noto, il contesto è mutato. È probabile che servano nuovi approcci e nuove ricerche per colmare il vuoto. Qui si inizia con una ricca sezione, che contiene innumerevoli spunti.

I prigionieri sono milioni. La loro condizione e il trattamento ad essi riservato è stata oggetto di importanti studi. Gli intellettuali si mobilitano in massa. Non vi sono precedenti storici (…) Difficile non rimanere impressionati dalla contraddittorietà con la quale gli intellettuali, grandi e piccoli, organici e non, affrontano la guerra. Le singole esperienze, le reti di rapporti, le

posizioni politiche, culturali, religiose, accademiche, sono altrettante varianti che spiegano la scelta, che determinano il mutare di comportamento e di giudizio. Questa mostra propone, sotto questo profilo, tantissimo materiale e suggerisce di allargare e di render ancor più approfondito il nostro sguardo. Mettendo in luce in modo più generale le forme di mobilitazione e di coinvolgimento degli intellettuali, la mostra propone un percorso artistico di grande rilievo e qualità.

Un percorso che ci conduce, al di là dei diversi linguaggi artistici e delle posizioni dei singoli, dentro quel drammatico racconto dell’indicibile. Sguardi profondi che entrano nelle viscere dell’esperienza di guerra e nella catastrofe che assume i volti dei soldati, i loro corpi dilaniati, l’effetto delle granate, la morte di massa. Difficile riassumere in poche righe ciò che queste opere riescono a trasmettere, proprio per la durezza della realtà che vogliono rappresentare e per la profondità delle ferite che la guerra produce, anche ad anni di distanza dalla sua conclusione.

Da Otto Dix a Käthe Kollwitz, da Mario Sironi a Lorenzo Viani, da Giacomo Balla a Giuseppe Augusto Levis, per citare solo alcuni e per esemplificare, ancora una volta, quanto questa mostra riesca a documentare la dimensione europea del conflitto e la sua impressionante, quanto contraddittoria, modernità. Il percorso artistico proposto si lega poi in modo evidente con i testi antologici proposti in questo catalogo e con le scritture ‘private’, lettere, appunti, memorie, che restituiscono la guerra letta soggettivamente.

Un’operazione culturalmente riuscita la nostra, che aiuta a comprendere criticamente la guerra di cent’anni fa, sottolineando in modo particolare le forme di partecipazione e l’atteggiamento dell’intellettualità europea.

da "Scritture, opere, intellettuali e Grande Guerra", saggio introduttivo al catalogo della mostra

Giuseppe Ferrandi - Direttore Fondazione Museo storico del Trentino

06/05/2015