L'anima della natura

Un'antologia che ripercorre i quarant'anni d'arte di Albino Rossi

Un progetto che ripercorre le tappe più significative dell'estetica di Albino Rossi, a partire dagli esordi della sua attività pittorica, nel 1974, fino ai lavori più recenti. S'intitola L'anima della natura l'antologica che approfondisce lo stretto legame tra l'arte di Rossi e e la sua terra di origine, che sarà inaugurata il 23 luglio alle 18.30 presso la Casa de Gentili a Sanzeno in Val di Non (visitabile fino al 10 ottobre).

Un percorso espositivo che dalle opere giovanili di Rossi, in cui la pittura è fondamentalmente intimistica, caratterizzata in prevalenza da elementi tipici del paesaggio alpestre, raffiguranti masi, cataste e le prime vedute di montagne, approda a nuovi linguaggi figurativi.

L'interesse per i temi di montagna non viene mai meno, affiancato da studi di nature morte, indagate in modo innovativo. Si tratta di due ambiti di indagine sviluppati anche dalle monumentali installazioni create negli ultimi anni dall'artista.

“La ricerca di Rossi – spiegano i curatori - procede quindi con l'estremo omaggio alla montagna e all'impenetrabilità del bosco: è l'inizio di una nuova elaborazione del linguaggio e del concetto stesso di pittura, che si allontana sempre più dalla tradizione ricercando altri valori formali e di contenuto. L'artista non può più confrontarsi con la sola natura, ma ha bisogno di uno spazio interiore per rappresentare “l'altrove”; i soggetti ritratti, il bosco e la montagna, sono sempre più stilizzati, le sue opere evolvono, procedendo sempre più per sottrazione e spogliazione, indagando l'essenza primordiale delle cose. Il risultato è un senso di una 'ritrovata innocenza'.

La montagna e il bosco, nei lavori più recenti, hanno assunto nuove declinazioni artistiche, grazie anche all'uso dell'acquerello, della tecnica della xilografia e del mosaico: per quest'ultimo Rossi ha recuperato con grande maestria un'antica arte, ormai poco utilizzata, che porta con sé un notevole valore coloristico ed espressivo.

Il percorso espositivo si chiude con le opere pubbliche, presenti in mostra grazie a bozzetti, progetti preparatori e fotografie; in questi interventi pubblici emerge come il rapporto tra la sua arte e l'architettura non sia improvvisato e casuale, ma si sia sviluppato attraverso percorsi di studio e momenti di confronto continui con il mondo del design e dell'artigianato artistico”.

Negli ultimi anni l'artista ha partecipato e vinto diversi concorsi pubblici e privati: risale al 1995 la prima opera pubblica di Albino Rossi, la “Sala dei monti”, un affresco di 80 mq, realizzato per il Comune di Mezzana. Tra gli altri lavori pubblici, vale ricordare il “Cavaliere di Sanzeno” presso l’omonimo museo Retico; “I quattro elementi” presso la sede provinciale degli allevatori di Trento, il mosaico “La leggenda del lago della Predaia” per la facciata della Cassa Rurale d'Anaunia di Taio, il mosaico all'Istituto Comprensivo di Coredo, la pittura su legno della Sala polifunzionale di Fondo, l'installazione in corten a Mezzana presso il Caseificio “Presanella”, l'opera in acciaio e mosaico presso l'Ospedale di Cles e la Scuola di Pejo.

La mostra curata da Patrizia Buonanno dello Studio Buonanno Arte Contemporanea di Trento in collaborazione con il Centro Culturale d'Anaunia Casa de Gentili, il Comune di Sanzeno e l'Assessorato alla Cultura della Provincia autonoma di Trento, vuole essere un riconoscimento all'artista Albino Rossi (1953, Cles). Un modo per raccontare i suoi 40 anni di attività, oltre che un omaggio al “suo” territorio d'origine.

In occasione della mostra sarà il pubblicato un catalogo edito da Arca Edizioni con la biografia ragionata a cura di Gianni Faustini e con testi di Giampaolo Visetti e Danilo Curti-Feininger.


18/07/2016