La Bella Stagione di Portland

Un intreccio tra il teatro civile e quello capace di solleticare l'animo più poetico

“Quest’anno più che mai che senso ha continuare a fare e a produrre teatro”. Esordisce con questa osservazione il direttore artistico di Portland.

“Che tipo di teatro ha senso fare e ospitare, però, visto che ci confrontiamo quotidianamente con una società che io considero un po’ alla deriva, a rischio di essere dominata da pensieri troppo banali, semplici ma con grande impatto? In questa situazione non aiutano per niente i social media – osserva -.

Nell’ottica di fare teatro, oggi il solo motivo è quello di provare a denunciare, a raccontare e dialogare per sviluppare sempre più un pensiero critico in una maniera apartitica ma non apolitica, perché la politica permette il pensiero critico.

Il teatro, inoltre, deve aiutare a smascherare le contraddizioni, le bugie che ci vengono raccontate.

Al Portland proponiamo un teatro che prova a ragionare sulle nostre contraddizioni e lo facciamo con 10 titoli, dal 26 ottobre circa ogni due settimane fino al 22 marzo, con compagnie da tutta Italia, professionisti che accettano di venire anche in uno spazio ridotto come il Portland: crediamo sia una stagione ben bilanciata tra teatro civile più duro e quello che va a solleticare l’animo più poetico.

I temi nei quali viaggiamo sono legati all’idea della sopraffazione verso il più debole, in particolare mi riferisco a uno spettacolo dedicato all’anzianità e a uno alla disabilita, e su cosa significhi esserlo soprattutto se poveri. Ci sono poi alcuni approfondimenti che raccontano la condizione femminile, in una società in cui la donna è ancora molto maltrattata anche se ci viene detto il contrario. Io non ci sto", afferma.

Conclude con questa netta presa di posizione il direttore artistico prima di passare ad illustrare le scelte della Bella stagione. Un'idea di bello in senso antico , quando questo concetto si accompagnava a quello di vero e di giusto. Si tratta di una direzione che Portland ha imboccato sin dall'inizio, fidelizzando un pubblico che continua a crescere, all'interno di un teatro che, anche fisicamente, si presenta senza soluzione di continuità tra attori e pubblico stesso.

Entrando nel vivo del cartellone, si inizia il 26 ottobre con La Moglie, scritto e interpretato da Cinzia Spanò, produzione Teatro dell’Elfo. Si tratta della storia di Laura Fermi, moglie del Premio Nobel Enrico Fermi, che ci apre gli occhi su quella che è stato lo sviluppo del Progetto Manhattan che ha portato all’ordigno nucleare.

Il 9 novembre sarà la volta de Lo Stronzo, spettacolo di Andrea Lupo, produzione Teatro delle Temperie. Si parla di violenza, di sopraffazione e di un pentimento che (forse) arriva troppo tardi.

Il 23 Novembre va in scena Tutto Scorre, produzione Teatro popolare d’arte. Un testo durissimo di Massimo Sgorbani che ci apre gli occhi sulla realtà di una ragazza disabile che vive nella periferia italiana.

Il 14 Dicembre è la volta di Ipazia, produzione PACTA - dei Teatri con la drammaturgia di Tommaso Urselli. Lo spettacolo, interpretato da Maria Eugenia D’Aquino esplora la vita della prima donna scienziata di cui si abbia memoria, uccisa dai suoi conterranei (uomini) nel IV secolo dopo Cristo ad Alessandria perché non potevano tollerare la sua intelligenza.

La stagione riprende l’11 gennaio 2019 con Talita Kum, spettacolo di teatro fisico portato in scena dalla compagnia Riserva Canini. Vincitore di numerosissimi premi sia in Italia che all’estero, questo lavoro rappresenta un viaggio all’interno di quel buio primordiale che vive dentro la nostra anima.

Il 18 gennaio è il momento di It’s App to You, travolgente e irriverente spettacolo dedicato a tutti quelli che ormai pensano come nei video giochi. La giovane compagnia Bahamut ha vinto il prestigioso premio In-Box 2018 con questo spettacolo.

L’1 febbraio tornano al Teatro Portland gli Eccentrici Dadarò con la nuova produzione Tutto Quello che Volete, tradotto in italiano per l’occasione da “Tout ce que vous voulez” del duo francesce Matthieu Delaporte e Alexandre de la Patellière. Questo spettacolo è una piccola concessione che ci diamo, una commedia raffinatissima e intelligente sul rapporto tra la definizione della propria identità e il proprio rapporto con la vita quotidiana.

Il 15 febbraio torna il teatro civile con Neve, di e con Giovanni Betto. Uno spettacolo dedicato al dolore della perdita e della nostalgia con la consapevolezza che a volte il dolore “cattivo” può diventare “buono”.

L’8 marzo celebriamo la Festa della Donna con Yesterday. L’ultimo gioco della compagnia Teatro Scientifico - Teatro Laboratorio. Lo spettacolo ci porta nel mondo della vecchiaia e degli acciacchi della terza età: Alzheimer, badanti e relative conseguenze. Ogni riferimento a fatti e persone non è puramente casuale. Lo spettacolo è ispirato a una storia vera.

La stagione si chiude il 22 marzo 2019 con Chaos - Humanoid B12. Guardando avanti ad un futuro prossimo possiamo dire serenamente che le macchine saranno sempre di più nostri compagni di vita. Almeno questo è quello che la compagnia Mulino ad Arte sembra pensare. La fantascienza approda a teatro cercando di riflettere sul presente. L’innalzamento dei muri, la paura del diverso, la migrazione e l’integrazione.

In conclusione, il direttore artistico porta l'attenzione sulla sinergia messa a punto tra Portland, teatro di Pergine, Villazzano e Meano.

"Abbiamo rinnovato il tentativo di stare in rete e dialogare tra i vari teatri, cercando anche di sincronizzare le stagioni in modo da non sovrapporci. Proponiamo 200 serate di spettacolo tra i quattro teatri e continuiamo la pubblicazione Vivo che raccoglie le istanze dei teatri e guarda a quello che facciamo in maniera critica", conclude.

il programma


05/10/2018