"Lezioni di Storia": "L'Italia in guerra"

Dal 4 ottobre al 29 novembre arrivano in Trentino le "Lezioni di storia" di Laterza. L'assessore provinciale alla cultura Tiziano Mellarini ce ne illustra le peculiarità

Dal 4 ottobre al 29 novembre le città di Trento e Rovereto ospiteranno il ciclo di Lezioni di storia “L'Italia in guerra”, curato da Laterza. Un'iniziativa culturale di prestigio, che si avvale della regìa della nota casa editrice di Bari e dei suoi autorevoli relatori, già sperimentata con notevole successo di pubblico in città come Roma, Genova, Milano e Trieste e sostenuta dalla Provincia autonoma di Trento, dall'assessorato alla Cultura con il coordinamento del Servizio attività culturali e condivisa da importanti sponsor privati. Ne parliamo con l'assessore provinciale alla Cultura Tiziano Mellarini. 

Assessore, perché questo ciclo di lezioni in Trentino?

Si tratta di un'importante opportunità di divulgazione storica e culturale che abbiamo colto e condiviso con l'editore Laterza e che conferma il Trentino quale realtà vivace dal punto di vista culturale, restituendo ad un pubblico ampio ed eterogeneo le tematiche legate alla Prima guerra mondiale grazie all'intervento di autorevoli studiosi.

Perché proprio Laterza?

Direi che l'autorevolezza di questa realtà editoriale del Belpaese e dei relatori ad essa legati parla da sola ed è risultata determinante per la scelta. Ciò in relazione soprattutto al successo e all'interesse suscitato da questo format ideato da Laterza legato al ciclo “lezioni di storia”, che ha trovato spazio in alcune grandi città italiane. Questa scelta nulla toglie alle realtà locali trentine, in quanto l’iniziativa vede coinvolti i due musei storici operanti sul territorio e alcuni studiosi locali, e trova comunque spazio divulgativo nell'ambito delle commemorazioni del Centenario della Prima guerra mondiale. 

La Prima guerra mondiale sarà la vera protagonista del ciclo di lezioni.

Sì, infatti il ciclo Laterza si inserisce a pieno titolo nel complesso di iniziative messe in campo dalla Provincia autonoma di Trento per il CentenariO. Abbiamo così inteso valorizzare vari aspetti del conflitto mondiale, non tralasciando l'analisi storica e gli effetti economico-sociali dell'evento bellico, con la messa in luce delle testimonianze lasciate sul territorio, ad esempio attraverso la rete dei forti, il Sentiero della pace, le istituzioni museali dedicate e il complesso di iniziative che danno sostanza a queste strutture. Le “lezioni” aggiungono un importante tassello a questa analisi, offrenodi significativi approfondimenti su aspetti specifici legati al conflitto e alcuni appositamente “tarati” sulla peculiarità del territorio trentino, che ha vissuto quegli anni dalla prospettiva particolare di terra di confine. 

Come si sostanzia questa diversa prospettiva nelle tematiche trattate?

Diciamo che vi sono tematiche specifiche che sono “proprie” di una terra come la nostra, che ha ospitato il fronte e per questo vissuto il doppio dramma della guerra e della divisione forzosa di intere comunità e famiglie. Penso dunque a quei ragazzi e quegli uomini che si sono trovati ad affrontare una scelta dirimente e difficile, spesso venendo accusati di essere dei “traditori” dai due schieramenti in campo, e alle donne che hanno dovuto separarsi da loro, ma anche al dramma dei tanti trentini sfollati e deportati dall'oggi al domani a centinaia di chilometri da casa.Non solo, penso anche alla peculiarità dei combattimenti sulla linea del fronte a 3.000 metri di altitudine, in quella che viene chiamata “Guerra bianca”, una specificità di un territorio di montagna come quello trentino che ha coinvolto in modi affatto particolari anche le comunità di quelle zone di fronte. 

Qual è dunque l'obiettivo di questo ciclo di lezioni?

Soprattutto quello di coinvolgere un ampio pubblico in un'opera di divulgazione storica di significativo livello qualitativo, grazie all'autorevolezza dei relatori e all'interesse delle tematiche trattate. In secondo luogo quello di restituire oggettività e pregnanza all'analisi storica di certe tematiche, sottraendola dalle rivendicazioni di parte nell'ottica di una ritrovata unità di intenti e pacificazione a livello europeo, che penso debba essere in ultima istanza il vero obiettivo di questo Centenario, al di là del giusto omaggio alla memoria dei tanti cadut. 

Perché proprio al teatro e la domenica?

Perché questo prevede l’impostazione del format Laterza, che anche nelle altre città ha proposto queste lezioni in luoghi e orari non usuali per simili iniziative. Nelle altre città questo format ha avuto un grande riscontro, spero che anche i trentini diano analoga positiva risposta. Per questo l'invito rivolto a tutti è quello di partecipare a questo evento culturale di alto livello qualitativo ma che sa parlare ad un pubblico ampio. In particolare voglio riferirlo ai giovani, che sono i veri destinatari delle commemorazioni del Centenario nonchè i cittadini di domani e anche attraverso la lezione della storia debbono edificare il proprio senso civico affinché eventi come la Guerra mondiale non si verifichino più in futuro.

Roberto Bertolini

23/09/2015