Marco Bernardi e la sua direzione artistica della stagione di prosa

Si conclude la collaborazione tra il Centro Servizi Culturali S. Chiara e il regista 

l'interno del teatro Sociale [ Centro Servizi Culturali S. Chiara]

Per quello che il vicepresidente del Centro Santa Chiara Tommaso Sussarellu definisce “un motivo meramente di carattere giuridico" , dopo quattro stagioni si conclude il rapporto di collaborazione tra il Centro Servizi Culturali S. Chiara e il regista trentino Marco Bernardi, consulente artistico per la prosa dall’anno 2015.

Dai ringraziamenti di rito, è emersa la stima e la fattiva collaborazione alla base del rapporto tra Bernardi e il Santa Chiara. Sussarellu in proposito parla di "apporto professionale di altissimo livello che ha qualificato ulteriormente le attività del Centro", mentre il direttore Francesco Nardelli sottolinea il suo apporto di "profondo conoscitore del tessuto artistico nazionale e regionale, e l'aver sempre messo al primo posto la qualità nelle proposte artistiche, non disgiunta da una progettualità, dalla quale il Centro dovrà senz’altro ripartire".     

“Ho iniziato il mio lavoro alla fine di una crisi istituzionale che ha avuto conseguenze importanti sul rapporto tra il pubblico e il ‘suo’ teatro. Per questo, fin dal primo giorno, mi sono dedicato a una riconciliazione tra le due parti. Ho poi avuto cura di porre la qualità davanti a ogni altra scelta, per un teatro d’arte, come diceva Giorgio Strehler, ma ‘per tutti’, come aggiunge Paolo Grassi, perché ritengo sia questa la funzione del teatro pubblico”, esordisce Bernardi.

Tra i cambiamenti  più significativi apportati dalla sua direzione, va ricordato  il ritorno della prosa al teatro Sociale dopo trent’anni, sia per la Grande Prosa sia per le Altre Tendenze, “per restituire alla città il suo teatro, un luogo caratterizzato da un rapporto palcoscenico-pubblico straordinario, da una poetica degli spazi che lo rende adatto per fare teatro. Il cuore pulsante dello spettacolo dal vivo in città storicamente è il Sociale", aggiunge.

La direzione di Bernardi ha puntato inoltre a semplificare il sistema di abbonamenti, privilegiando “l’idea del viaggio con i nostri spettatori, attraverso i dieci spettacoli dell’intera stagione, perché ritengo sia questo il modo più idoneo a trasmettere l’idea della diversità della proposta".

Dal punto di vista dei dati, gli abbonamenti alla Grande Prosa sono triplicati: da 483 a 1490, mentre le presenze a teatro sono passate da 16.235 del 2013/2014 a 25.349 del 2017/2018, con una proiezioni di ulteriore crescita.

Le due stagioni si caratterizzano per una forte identità, quella di prosa “per una qualità pop dove tutti possano capire, mentre l’off di Altre Tendenze deve essere off" - specifica ancora.

Un successo che lo stesso Marco Bernardi riconduce a tre principali fattori: la costante ricerca della qualità nelle scelte artistiche, la diversificazione dell’offerta di spettacolo (dando appunto una precisa e forte identità a due stagioni come la Grande Prosa e le Altre Tendenze), e la ferma volontà di rimettere il Teatro Sociale al centro della cultura, trasformandolo nel principale luogo di spettacolo della Provincia. 

Una scelta che va ad inserirsi all’interno di un percorso artistico che il regista Bernardi ha perseguito nell’arco dei suoi anni come consulente artistico: anni in cui il pubblico trentino ha potuto godere del meglio della scena teatrale italiana, con grandi testi, prestigiose compagnie e interpreti di punta. Da Paolo Rossi a Pierfrancesco Favino, da Alessandro Preziosi aMarco Paolini, da Umberto Orsini ad Alessandro Gassmann, passando per registi di spicco della scena sperimentale come Antonio Latella, Emma Dante e Romeo Castellucci, solo per citarne alcuni. Un’offerta ricca di qualità, ben diversificata, e sempre con una particolare attenzione ai costi. 

Infine, dopo aver ricordato la fruttuosa esperienza con la Compagnia Regionale, terminata dopo la realizzazione di tre spettacoli (“La cucina”, “Il senso della vita di Emma” e “Macbeth”) in collaborazione con il Teatro Stabile di Bolzano e il Coordinamento Teatrale Trentino, il regista ha ringraziato il pubblico per aver sposato le sue idee, ricordando che "il teatro italiano non è mai stato vivo come in questo periodo, e merita di essere raccontato a trecentosessanta gradi". 


13/02/2019