Passato, presente e ipotesi di futuro del turismo montano

Presentata presso l'Università di Trento la laurea magistrale in management della sostenibilità e del turismo 

Dopo la loro scoperta nella seconda metà del 1700 legata alla ricerca scientifica, poi grazie al diffondersi dell’interesse nei confronti dell’ascensione alle cime, a cui si diede il nome, non a caso, di “alpinismo” (si celebrano quest’anno i 150 anni dalla conquista del Cervino), le Alpi hanno avuto nel corso del XX secolo la definitiva consacrazione turistica.

Valli, borghi e vette alpine hanno vissuto un’epopea di sviluppo che ha portato a indiscutibili benefici in termini di sviluppo, mantenendo gli insediamenti abitativi in quota (a differenza di quanto è avvenuto laddove non è giunto il turismo), conservando antiche pratiche e tradizioni  (a partire dall’agricoltura, dall’allevamento, dall’artigianato) e favorendo la nascita di nuove professioni (la guida alpina, il maestro di sci, l’albergatore, il ristoratore, …).

L’incalzante crescita del turismo estivo, quindi il boom del turismo invernale (ad iniziare dalle Olimpiadi Invernali di Cortina del 1956) hanno determinato fenomeni di antropizzazione della montagna che, se da un lato hanno consentito il benessere economico di cui si è detto, dall’altro hanno causato il deterioramento del paesaggio, mettendo anche in discussione la sopravvivenza degli ecosistemi  e, in alcuni casi, gli stili di vita e gli equilibri sociali delle popolazioni residenti.

Il XXI secolo ha portato con se la nascita di nuove pratiche, nuovi bisogni, nuove richieste di servizio, legate alla globalizzazione dei mercati, che ha velocemente coinvolto anche le località alpine. La tradizione ha dovuto perciò essere reinterpretata attraverso innovazioni organizzative, tecnologiche e di prodotto, dando spazio a una rinnovata sensibilità nei confronti dell’ambiente, del paesaggio, dell’autenticità e dell’identità locale.

È questa la sfida della montagna turistica contemporanea, dove tutto è stato scoperto sotto il profilo scientifico, dove i principali “problemi” alpinistici sono stati risolti (lasciando spazio alle concatenazioni e alle salite in free solo delle vie classiche), dove il turismo di massa sperimentato tra gli anni 70 e gli anni 2000 ha creato anche molti problemi e ha comportato in alcuni casi processi di degrado, ma dove al turismo si chiede ancora di essere un vettore di sviluppo e di vita per le popolazioni locali, in quanto imprenditori e in quanto valligiani, orgogliosi di abitare la montagna.

Nonostante tutto, la montagna continua ad attrarre, turisti, alpinisti, esploratori, cittadini. Sta alle popolazioni residenti, agli imprenditori, alle istituzioni politiche e culturali cogliere la sfida della sostenibilità, intesa non come limite allo sviluppo, ma come garanzia di futuro per il turismo alpino del terzo millennio.

Di questo ed altro si parlerà con Adriano Dalpez e Annibale Salsa nella conferenza pubblica “Passato, presente e ipotesi di futuro del turismo montano”, organizzato presso il Dipartimento di Economia e Management dell’Università degli Studi di Trento, mercoledì  13 maggio 2015. I lavori saranno introdotti dalla prof.ssa Mariangela Franch, coordinatrice della nuova Laurea Magistrale MaST (Management della Sostenibilità e del Turismo).

La locandina dell’evento è disponibile a questo link:

http://webmagazine.unitn.it/evento/economia/4931/presentazione-laurea-magistrale-in-management-della-sostenibilit-e-del-turismo

Umberto Martini - professore di Marketing e vice-direttore del DEM, Università di Trento

12/05/2015