Silenzio. Il ghiaccio racconta

Le fotografie di Claudio Pollini portano alla luce un luogo magico ed incontaminato 

Lago Bajkal (© Ph. Claudio Pollini) [ Soprintendenza per i beni culturali, Ufficio beni archeologici - PAT]

Fino al 31 dicembre presso l'Area archeologica di Palazzo Lodron, a Trento, è possibile incantarsi di fronte alle immagini che il fotografo Claudio Pollini dedica al ghiaccio e all'atmosfera di silenzio che lo caratterizza. Le opere esposte sono tratte dal serbatoio di immagini di ambienti naturali per quanto possibile incontaminati scattate da Pollini nell'area del lago Baikal, Siberia. 

"Ho molto viaggiato e i miei occhi hanno visto la felicità, la gioia, l'allegria, ma anche la fatica, la sofferenza, il dolore - osserva il fotografo.

Ho visto la bellezza di foreste impenetrabili, di praterie spazzate dal vento, i sorrisi di una natura ancora non maltrattata dell'uomo, i colori creati dalla pioggia nel deserto, la pace che trasmettono risaie rubate ad ardui pendii, lo splendore semplice e il fascino magnetico di un cielo stellato tropicale immune dall’inquinamento luminoso delle nostre città.

Ho attraversato paesi lontani alla ricerca di un mondo ignoto inseguendo la mia curiosità verso la scoperta, spinto da un senso innato per l'avventura, dal bisogno di allargare gli orizzonti della mia mente, dal desiderio di conoscenza per capire.

Prima di tutto me stesso.

Spinto da un impulso dell'animo, una necessità interiore di trovare un punto d'incontro con “l'altro” e, forse, per riscoprire le origini e il passato da cui provengo alla ricerca di retaggi e testimonianze di un mondo ancestrale con riti, tradizioni, gesti, lavori che il nostro tempo ha inevitabilmente disperso.   

Camminando in città caotiche sono stato stordito dalla cacofonia di un traffico congestionato, disturbato da una martellante pubblicità, frastornato da luci invadenti. Mi sono sentito smarrito all'ombra delle torri gemelle che, con le lacrime agli occhi, ho visto crollare davanti a me come castelli di sabbia.

Molte volte ho provato forte il bisogno di silenzio, di fuggire dal profluvio di futili parole e rumori con i quali la nostra modernità ci assedia, di andarmene lontano per ascoltare solo il vento, per farmi cullare dal frusciare delle fronde in una pineta, per provare sulla mia pelle il calore rovente di un deserto o la morsa paralizzante del gelo di una tormenta.

Ecco, sì, il silenzio.

D'inverno.

Lo cerco, lo amo.

Una distesa bianca fatta di ghiaccio, a tratti senza orizzonte, dove regna un’assoluta immobilità e il freddo morde la pelle, dove il riverbero della neve e il candore abbagliante del ghiaccio creano straordinari riflessi e giochi di luce suggestivi: il Grande Lago, il Bajkal.

Un regno di ghiaccio con aspetti sublimi e incontaminati, uno scenario di magia, una natura straordinaria e generosa che ti avvolge, un pallore incorporeo che fluttua sul lago gelato al mattino presto lasciando poi il posto a un mondo di sole e d'argento che crea luci e ombre, riflessi, rifrazioni, riverberi, effetti speciali, incanti, misteri.

Un’aura mistica che abbraccia persone e natura, creando meraviglia ed emozioni forti.

Per ritrovare la capacità di ascoltare prima di sentire e quella di stupirmi ancora una volta prima d’intraprendere il cammino verso casa", conclude Pollini.


12/12/2018