"Trincee"

Due tappe in provincia per il nuovo lavoro di Baliani: mercoledì 29 luglio alle 18 a Forte Sommo Alto e il giorno successivo alle 21 a Forte Cadine

[ foto Marco Parollo]

Uno spettacolo che dal Festival delle colline torinesi dove è stato presentato a inizio giugno, approda ora con due appuntamenti in Trentino. Marco Baliani - a distanza di vent'anni da Come gocce di una fiumana sulle memorie dei soldati della prima guerra mondiale, che gli valse nel 1994 il premio IDI per la regia - torna nei forti del Trentino con il suo nuovo monologo Trincee. Si tratta di una produzione de “La Casa degli Alfieri” che sarà in scena mercoledì 29 luglio con inizio alle ore 18.00 a Forte Sommo Alto sull'altipiano di Folgaria e il giorno successivo, giovedì 30 luglio, con inizio alle 21.00 a Forte Cadine, alle porte di Trento.

L'iniziativa rientra nel programma Sentinelle di pietra.

“Dopo l’ esperienza intensa del Festival, ho proposto dei frammenti e delle letture dello spettacolo attraverso dei reading e delle narrazioni sul tema delle trincee – ci spiega Baliani – Non è tanto la descrizione storica o gli avvenimenti dei vari fronti a interessarmi, non un discorso storicistico sulla guerra, quindi, ma la condizione del corpo del soldato durante la Grande Guerra. Che cosa accadeva davvero a livello di percezione, di psiche, di fisicità in quei corpi?

Sono stati due, in particolare i testi cui mi sono ispirato: La paura di Gabriel Chevallier, di recente ripubblicato da Adelphi, che affronta una denuncia spietata dei luoghi comuni, e Trincee di Carlo Salsa

Il tema della mia riflessione è la trincea quale luogo-non luogo da cui si usciva solo morendo, o feriti, mutilati, deportati, impazziti. È in trincea che nasce la modernità come la intendiamo oggi, quale dispiegamento di forze tecnologiche soverchianti l’uomo assoggettato alla macchina produttrice di morte. È in questo contesto - ritengo - che nasce l’Occidente moderno dell’uomo ridotto a numero, a funzione, mettendo a tacere l’io individuale. Ai soldati serve solo imparare a essere in trincea, il quinto comandamento non esiste più, e uccidere diventa un dovere. Una condizione abnorme, una guerra di massa che arruola contadini e operai il cui livello percettivo del mondo, anche a livello sonoro, era stato di un certo tipo. Ora vengono messi a confronto con un sistema acustico e visivo oltre ogni normalità e immaginazione.  

Il recital, accompagnato dal clarinetto di Mirco Mariottini, si chiuderà su una frase: ‘A guerra finita su questi posti verranno a farci le gite’. È quello che sta accadendo, l’importante è accompagnare tutto ciò con la profondità della riflessione - conclude Baliani”.

redazione

27/07/2015