Undicesimo rapporto annuale Federculture 2015

Dal documento emergono dati interessanti per il Trentino Alto Adige, la regione in cui le famiglie spendono di più in cultura

È uscito da pochi giorni Cultura, identità e innovazione la sfida per il futuro. 11° rapporto annuale Federculture 2015 in cui si mette in luce che “dopo due anni di crisi, la spesa delle famiglie italiane per cultura e ricreazione nel 2014 torna a crescere: è stata, infatti, pari a 66,1 miliardi di euro, circa 1,4 miliardi in più rispetto al 2013 (+2,1%) quando si era registrato un calo del 5% sul 2012 e del 10% sul 2011”.

Un’analisi che espone dati confortanti per il Trentino Alto Adige. Ne proponiamo una breve sintesi.

In particolare – si scrive sul rapporto - “sia sul fronte della spesa che su quello della fruizione la Regione in cui si spende di più in cultura è il Trentino Alto Adige con 165 euro di spesa familiare media mensile, circa 1.900 euro l’anno, quella dove si spende di meno è la Sicilia dove gli euro destinati alla cultura sono appena 35,7, vale a dire 450 euro l’anno, ossia appena il 22% di quanto spende una famiglia trentina e il 40% della media italiana. L’Emilia Romagna (124) e la Lombardia (122) si piazzano rispettivamente al secondo e al terzo posto.

Anche in tema di “astensionismo culturale” alla voce “Persone di 6 anni e più che NON hanno fruito di spettacoli o intrattenimenti culturali negli ultimi 12 mesi, Anno 2014. Per 100 persone della stessa classe di età, sesso e zona”, il Trentino Alto Adige presenta un’ “astensione complessiva” migliore rispetto a tutte le regioni: 6,8, seguito dal Friuli Venezia Giulia con l’8,7 , dalla Valle d’Aosta con il 9,4. Chiude la classifica la Puglia con il 30,7  (Persone che negli ultimi 12 mesi non hanno fruito di alcun intrattenimento o spettacolo fuori casa e non hanno letto né libri né quotidiani considerando le voci: musei, mostre; siti archeologici e monumenti; concerti di musica classica; altri concerti; teatro; cinema).

Il rapporto si sofferma su altri aspetti di carattere generale quali:

Il sistema museale e le mostre: i dati 2014 mostrano un incremento dei visitatori nei musei statali, che tornano a salire sopra i 40 milioni, pari al 6% rispetto al 2013 e del 7,2% per quanto riguarda gli introiti. Anche i musei civici delle principali città d’arte italiane nel 2014 recuperano rispetto alle flessioni registrate nell’anno precedente che riguardavano quasi tutte le realtà.

Il finanziamento pubblico alla cultura: Il bilancio del MiBACT appare ormai stabilizzato. Nella programmazione finanziaria 2015-2017 è previsto un lieve incremento delle risorse finanziarie destinate all’investimento in cultura, con un aumento del 3% in tre anni. Si passerà da euro 1.563.128.722 del 2015 a euro 1.610.197.535 nel 2016.  L’entità comunque esigua delle risorse statali per il settore è testimoniata, però, dal loro valore relativo: lo 0,13% rispetto al PIL e lo 0,19% del bilancio dello Stato.

Turismo e turismo culturale: Nonostante il perdurare della crisi economica mondiale, il turismo continua a essere uno dei settori economici fondamentali: i flussi turistici internazionali crescono a ritmo sostenuto anche nel 2014. Gli arrivi a livello mondiale registrano un incremento del 4,7% (+29% dal 2009), toccando quota 1.138 miliardi, ovvero 51 milioni in più rispetto al 2013. L’Europa, con una variazione positiva del 4,5%, si conferma tra le regioni più visitate del mondo, raggiungendo quota 588,4 milioni di arrivi.

Anche sul versante italiano si registra una crescita complessiva del turismo, seppure in misura minore rispetto a quanto avviene a livello mondiale ed europeo. Infatti, gli stranieri arrivati nel Bel Paese nel 2014, pari a 102.384.000 sono aumentati del 2,2%, circa la metà di quanto avvenuto in Europa. Come già evidenziato per i consumi e la fruizione anche nel turismo emerge un’Italia a due velocità. La distribuzione di arrivi e spesa turistica è concentrata nelle regioni del Centro e del Nord Italia a scapito di Sud e Isole: il 64% degli arrivi e il 52% della spesa dei turisti stranieri sono nel Nord, mentre al Centro affluiscono il 20% degli arrivi e il 31% della spesa.

Nel 2014 gli stranieri arrivati nel Sud e nelle Isole sono stati 8,4 milioni, solo l’8,3% degli arrivi totali nel nostro Paese e meno di quanti ne siano arrivati nella sola Toscana, 8,6 milioni. Gli arrivi turistici sono, peraltro, fortemente concentrati: l’80%, vale a dire 6,7 milioni, interessano Campania, Puglia e Sicilia. 

redazione

27/07/2015