rifugioPLUS L’architettura del limite

Fino al 15 maggio a Trento presso l'area archeologica di Palazzo Lodron i progetti dell'Università di Trento per i Rifugi Alpini "Maria e Alberto Bellani" al Brentei e "Tommaso Pedrotti" alla Tosa 

Quest’anno, per la seconda volta dopo l’esperienza della mostra del 2014: RifugioPlus, architettura per vivere la montagna, l’architettura conferma la sua presenza tra i temi di Trento Film Festival.

La mostra rifugioPLUS L’architettura del limite ospita i progetti che gli studenti della laurea in Ingegneria edile – Architettura hanno ideato come giovane contributo di idee alle esigenze di chi frequenta la montagna.

Il progetto formativo, nato dalla collaborazione, ormai giunta al terzo anno, tra l’Università di Trento e l’Accademia della montagna del Trentino, mette in mostra 11 proposte per gli storici rifugi Brentei e Pedrotti nel gruppo delle Dolomiti di Brenta, con differenti gradi di trasformazione; per entrambi i rifugi, che richiedono interventi importanti di rinnovamento, il progetto si è avvalso della collaborazione dei proprietari delle strutture: CAI Monza e SAT Società degli Alpinisti Tridentini e degli attuali gestori.

I modelli plastici in mostra sono l’esito del laboratorio didattico di Architettura e Composizione architettonica 3 tenuto dal prof. C.Lamanna, a cui hanno collaborato con lezioni, contributi critici, suggerimenti e valutazioni, gli specialisti invitati al corso rifugioPlus: storici dell’architettura d’alta quota, progettisti, antropologi, amministratori, guide alpine e gestori di rifugi.

Come forma didattica di confronto con la società reale, gli studenti sono stati sul campo, ospiti per due giorni di Accademia della montagna al rifugio Brentei del CAI Monza nel cuore delle dolomiti di Brenta, base di partenza per l’escursione al rifugio Pedrotti Tosa della SAT, per studiare nel concreto i problemi e mostrare le opportunità che l’architettura può offrire al rinnovamento della tradizione di queste strutture.

Una sorta di ideale corografia digitale completa la mostra dei progetti: un video di rappresentazione del contesto ambientale e paesaggistico di una serie di rifugi nei gruppi dolomitici trentini del Brenta e del Catinaccio; il filmato raccoglie gli “sguardi inediti” attraverso i quali i rifugi e la montagna sono stati interpretati dagli studenti del corso di Disegno Automatico, coordinato dalla prof. Giovanna A. Massari.

Un rifugio offre ai suoi ospiti la possibilità di conoscere ed esplorare in sicurezza il territorio di cui è presidio. Obiettivo progettuale è quello di mantenere efficiente e possibilmente allargare il supporto a chi, esperto, scala la montagna ma anche a chi, giovani e meno giovani, semplicemente comincia a frequentarla, rispettarla e amarla. 

Si trattava quindi di studiare le soluzioni adeguate al naturale sviluppo delle forme di accoglienza in quota, per continuare a trasmettere quel senso di vivere essenziale dell’ambiente montano di cui i rifugi sono testimoni storici: un vivere fatto di spazi per piccoli gruppi –le camere o camerate- e da uno spazio di relazione, solitamente la sala comune per il pranzo, dove da sempre le diverse generazioni di alpinisti ed escursionisti si incontrano e confrontano le loro esperienze.

La sfida che gli studenti hanno dovuto affrontare è stata quella di immaginare progetti di riqualifica di due storici rifugi di alta quota che, come molti altri, nelle nostre alpi, sono stati oggetto di numerosi ampliamenti nel tempo, perdendo progressivamente le loro caratteristiche identitarie, ma anche la funzionalità degli spazi e spesso hanno evidenziato le carenze originarie della costruzione.

In molti casi, per garantire gli standard di sicurezza, offrire un comfort adeguato e necessario a un’utenza in evoluzione e possibilmente allargare nei numeri e nel tempo il servizio a chi vive o si avvicina alla montagna, è necessario fornire anche ai gestori gli strumenti per una maggiore capacità di servizio e sostenibilità della loro impresa, e non solo affidarsi alla volontaristica capacità ed entusiasmo; il patrimonio dei nostri rifugi è straordinario ma spesso in condizioni inadeguate al loro prestigio; è necessario avviare  organici progetti di ripensamento, con straordinari interventi di rinnovamento, ristrutturazione o talvolta di sostituzione degli edifici, per mantenere il concetto di essenziale ospitalità tipico dei rifugi alpini.

In questa importante esperienza formativa gli studenti di architettura dell’università di Trento si sono trovati necessariamente a confrontarsi, nel progetto, con le condizioni ambientali estreme di queste quote, dove la difficoltà del cantiere, del vivere per un periodo la quotidianità in situazioni estreme e del dover garantire attraverso i manufatti la sopravvivenza stessa delle persone, sono portati alle condizioni limite -tra ambiente umano e ambiente naturale- e possono suggerire nuove frontiere per l’architettura e la cultura del paesaggio alpino. 

http://rifugioplus.dicam.unitn.it

Mostra a cura di Claudio Lamanna, Riccardo Giacomelli e Giovanna Salgarello

Claudio Lamanna - Università di Trento Dipartimento di Ingegneria Civile Ambientale e Meccanica Corso di laurea in Ingegneria edile

05/05/2015