456

“Tendenze Prosa” prosegue con uno spettacolo di graffiante comicità che racconta la famiglia come avamposto della nostra arretratezza culturale

Teatro
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Stagione Tendenze Prosa

Marche Teatro-Inteatro / Nutrimenti Terrestri / Walsh
456
scritto e diretto da Mattia Torre
con Massimo De Lorenzo, Carlo De Ruggieri, Cristina Pellegrino
e con Michele Nani
scene Francesco Ghisu
disegno luci Luca Barbati
aiuto regia Francesca Rocca
costumi Mimma Montorselli
assistente ai movimenti scenici Alberto Bellandi
produzione Marche Teatro-Inteatro / Nutrimenti Terrestri / Walsh

Scritta e diretta da Mattia Torre, regista e drammaturgo conosciuto dal pubblico televisivo per essere stato tra gli autori del programma “Parla con me” di Serena Dandini, 456 è una commedia che racconta come all’interno della famiglia possano nascere i germi di un conflitto che vede un padre, una madre e un figlio lanciarsi accuse e litigare in continuazione. Si odiano, ed ognuno dei tre rappresenta per gli altri quanto di più detestabile vi sia al mondo. E tuttavia occorre una tregua, perché sta arrivando un ospite atteso da tempo, che può e deve cambiare il loro futuro. Tutto è pronto, tutto è perfetto, ma la tregua non durerà.
Lo spettacolo nasce dall’idea che l’Italia non è un Paese, ma una convenzione. Che non avendo un’unità culturale, morale e politica, l’Italia rappresenti oggi una comunità di individui che sono gli uni contro gli altri. Per precarietà, incertezza, diffidenza e paura; per mancanza di comuni aspirazioni.
Da 456 è stato tratto l’omonimo sequel televisivo, andato in onda su La7 all’interno del programma The show must go off di Serena Dandini.

Scritto e diretto dal drammaturgo e regista romano  Mattia Torre, «456» è la storia comica e violenta di una famiglia che, isolata e chiusa, vive in mezzo a una valle oltre la quale sente l’ignoto. Padre, madre e figlio sono ignoranti, diffidenti e nervosi. Si lanciano accuse e, mentre rabboccano un sugo di pomodoro lasciato dalla nonna morta anni prima, litigano e pregano. Si odiano, e ognuno dei tre rappresenta per gli altri quanto di più detestabile possa esserci al mondo. E tuttavia occorre una tregua, perché sta arrivando un ospite atteso da tempo, che può e deve cambiare il loro futuro. Tutto è pronto, tutto è perfetto. Ma la tregua non durerà.

«Lo spettacolo – scrive Mattia Torre nelle note di regia – nasce dall’idea che l’Italia non è un paese, ma una convenzione. Che non avendo un’unità culturale, morale, politica, l’Italia rappresenti oggi una comunità di individui che sono semplicemente gli uni contro gli altri. Per precarietà, incertezza, diffidenza e paura; per mancanza di comuni aspirazioni. In ogni caso siamo soli, e siamo in lotta. E' una commedia che racconta come proprio all’interno della famiglia – che pure dovrebbe essere il nucleo protettivo e aggregante, di difesa dell’individuo – nascano i germi di questo conflitto: la famiglia sente ostile la società che gli sta intorno ma finisce per incarnarne i valori più deteriori, incoraggiando la diffidenza, l’ostilità nei confronti degli altri, il cinismo, la paura.»

«456» concentra in settanta minuti una presa diretta della realtà, di cui propone un’indagine sociologica sferzante, ma di spiazzante comicità. Racconta la famiglia come avamposto della nostra arretratezza culturale in un Sud reinventato, con uno sguardo abrasivo che mescola vari piani, passando dal gioco alla riflessione profonda.

Sono in scena Massimo De Lorenzo, Carlo De Ruggieri e Cristina Pellegrino, con la partecipazione di Michele Nani. Ha collaborato con Mattia Torre alla scrittura del testo Massimo De Lorenzo; le scene sono di Francesco Ghisu, i costumi di Mimma Montorselli e Luca Barbati ha realizzato il disegno delle luci.

Dallo spettacolo sono stati tratti  il libro “456 Morte alla famiglia”, edito da Dalai, e l'omonimo sequel televisivo andato in onda su La7 all’interno del programma “The show must go off” di Serena Dandini, dove ogni episodio racconta un frammento di realtà, divertente e ironico ma, allo stesso tempo, tragico e drammaticamente attuale.

Nato a Roma nel 1972, Mattia Torreè autore insieme a Giacomo Ciarrapico delle commedie teatrali Io non c’entro, Tutto a posto, Piccole anime e L’ufficio. Nel 2000 ha pubblicato il libro Faleminderit – Aprile ‘99 in Albania durante la guerra e nel 2001 ha collaborato alla sceneggiatura del film Piovono Mucche di Luca Vendruscolo. Nel 2003, il suo monologo In mezzo al mare con Valerio Aprea ha vinto al Teatro Valle di Roma la rassegna “Attori in cerca d’autore”. Nel 2005 ha scritto e diretto il monologo teatrale Migliore con Valerio Mastandrea. È tra gli autori del programma Parla con me di Serena Dandini. Con Ciarrapico e Vendruscolo ha scritto la serie televisiva Buttafuori e, dal 2007, la prima, la seconda e la terza stagione della serie televisiva Boris, per Fox Italia. Con gli stessi autori ha scritto e diretto Boris – il film e nel 2011 ha realizzato lo spettacolo teatrale “456”, di cui ha realizzato anche il sequel televisivoin onda su La7 nel programma di Serena Dandini e Andrea Salerno The Show must go off.

«Se già l’autore ha scritto il famoso “Boris” ed è tra gli autori di Serena Dandini – scrive su teatro.it Elena Dalmasso – ci si aspetta uno spettacolo scoppiettante. 456 è ancora più che scoppiettante. È magnetico. […] Siamo in un indeterminato paese del Sud Italia isolato dal mondo, si parla un dialetto grezzo, mescolato, meticcio, gestuale, una sorta di gramelot. […] Appeso sul tavolo un enorme salame tiene il tempo, oscillando. […] Gli attori danno vita a quello che hanno sul palco, facendo piombare chi guarda nel mezzo di una scena familiare costruita sui più macabri cliché italiani: il padre padrone, la madre rassegnata, il figlio invecchiato dalla noia che aspira ad uno squallido futuro purché lontano dal suo paese di origine. […] All’urlo di “l’unica cosa cui si può ambire è una degna sepoltura”, scoppia l’ultima furibonda lite che chiude uno scenario drammatico e sconfortante, e insieme ridicolo e profondamente comico. Tutti morti, con un salame che oscilla. Ginesio, Ovidio e Maria Guglielma sono personaggi che hanno un po’ di ciascuno di noi. Simbolo di una popolazione che non si muove, che non ha ambizioni, che non è disposta a uscire dal proprio percorso di vita per scoprire altro. “456” è uno spettacolo intelligente, molto ben costruito […] che fa ridere, sorridere e sospirare nei suoi momenti ermetici e fatti di noia e grottesca ripetitività. Era ora che qualcuno riuscisse a portare in scena un’istituzione così radicata – la famiglia – con occhio disincantato e discreto. E soprattutto con autoironia.»

Sulle capacità registiche di Mattia Torre si sofferma, nella recensione apparsa su teatroecritica.net Andrea Pocosgnich: «Lo conoscevamo come autore, tra le altre cose di quel 'Boris' che ha fatto entrare un po’ d’aria fresca nell’invariabile e ammuffito panorama televisivo; avevamo testato con mano la sua scrittura teatrale, potentissima nel 'Migliore' con Valerio Mastandrea; ora dobbiamo riconoscergli pure una capacità registica di primo livello. Questo 456 è una scoperta, un lavoro che colpisce per la drammaturgia (dimostrazione che si può e si deve fare ricerca sulla parola), la messa in scena e la bravura degli attori. Ironici, tragici, impassibili, ingranaggi precisissimi di un meccanismo altrettanto puntuale. […] Padre, madre e figlio, protagonisti di una pièce che per movimento ricorda in qualche modo Eduardo, Beckett per l’assurdo che la attraversa e Checov per la mortale immobilità.»

Guardando allo spaccato di umanità familiare che il testo propone, verrebbe da pensare ad uno spettacolo dai toni esclusivamente drammatici, ma invece – come sottolinea su teatroteatro.it Andrea Monti – «Nell’autore non c’è tristezza. Nella regia non ci sono sottolineature drammatiche. Nello spettacolo c’è tanta voglia di prendersi per quello che siamo, di ridere della nostra tragedia, di liberarci dal male politico-ecclesiastico, di tornare a sperare, foss’anche in un loculo che ci vedrà eternamente stretti ai nostri cari. Gli attori masticano le storpiature dialettali, sfumano realisticamente i loro personaggi, si accendono, si confrontano, si intersecano, fanno vivere il testo dando senso alla capace regia e sfogo alla frustrazione, trattenendo e dosando magistralmente pause, comicità, silenzi.»

Martedì 14 e mercoledì 15 aprile il sipario del Teatro "Cuminetti" si alzerà su «456» alle 20,30. Per l'occasione il Centro Servizi Culturali S. Chiara propone una promozione: scaricando il cupon dal sito www.centrosantachiara.it si potrà assistere allo spettacolo al costo di soli 5 euro


organizzazione: Centro Servizi Culturali S. Chiara