Aftersun

di Charlotte Wells (in versione originale sottotitolata)

Cinema

Anni '90. Callum e Sophie, padre e figlia scozzesi, sono in vacanza in una località di mare turca, presso: uno di quei villaggi dove la formula "tutto compreso" fa sentire benestante chi non lo è veramente. Anche Callum e Sophie sembrano stare benissimo, e in realtà non lo sono davvero. Il padre sta per compiere 31 anni, la figlia ne ha 11, il che vuol dire che è nata quando Callum era appena ventenne, e lui non vive più con la madre della ragazzina: dunque questa vacanza, che precede l'inizio dell'anno scolastico, è un'oasi per tenersi stretti in procinto di un'imminente separazione.

Con l'aiuto dei device della modernità Callum e Sophie documentano ogni istante della loro breve vacanza, ma qualcosa rimane sempre ai margini dell'inquadratura: uno sguardo sofferente, un pianto nascosto. E alcune sequenze girate al giorno d'oggi, con Sophie diventata adulta, lasceranno intravvedere le conseguenze di quel dolore appena accennato.

Aftersun è l'opera prima della 35enne sceneggiatrice e regista scozzese Charlotte Wells, ed è la rivelazione di un talento innegabile.

La naturalezza e poesia con cui Wells costruisce il suo stratificato racconto per immagini e si muove fra il (poco) detto e il (molto) non detto è eccezionale per un'esordiente, e genera l'effetto che ogni vero artista spera di ottenere: il piacere fisico della visione. Le sue immagini, anche quelle più scomode o disturbanti, sono una gioia per gli occhi, e avvolgono i due protagonisti (ma anche i personaggi collaterali, nella loro breve comparsa) di un amore incondizionato: perché è di amore incondizionato che Aftersun parla, quello fra un padre e una figlia che non sanno e non vogliono mettere limite alle proprie emozioni, anche quando si muovono su un crinale pericoloso.
La narrazione funziona per dettagli, a volte ingigantiti, a volte relegati fuori scena, uniti da una scorrevolezza che ne accentua e contemporaneamente annulla la frammentazione. Callum ha un braccio spezzato, e la spezzettatura di molte scene suggerisce un inceppamento nella psicologia dei personaggi, ma l'intimità che li unisce annulla (momentaneamente) ogni scissione, perché Aftersun si gioca sull'immediatezza di un presente fuggevole, nel tempo artificialmente sospeso e programmaticamente gioioso di una vacanza "scacciapensieri".