Alessandro Galati Trio

con Alessandro Galati, Gabriele Evangelista e Stefano Tamborrino

Musica , Musica jazz
[ trentinojazz.com]

Ad ascoltare “On a sunny day”, il nuovo lavoro di Alessandro Galati, c’è qualcosa di suggestivo che riesco a spiegare solo così: le melodie si percepiscono con una inaspettata pienezza armonica, i disegni armonici si dipanano come se fossero melodie. Questo avviene però con una semplicità che si imprime da subito nella memoria, perché il risultato di tale singolare commistione non è certo una nebulosa confusione ma  un suono di certo ricco, ma puro e ben definito.   Galati ama comporre brani dai temi melodici ben definiti, cantabili, a volte struggenti, sempre intensi: questi temi vengono esaltati, riproposti, espansi, riletti, attraverso un impianto armonico complesso ma costituito secondo progressioni di accordi che a loro volta sono veri e propri disegni tematici. Non accompagnano solamente, non replicano, ma ridisegnano le melodie intrecciandosi ad esse.   Accadrà così che ascolterete “On a sunny day”, o “Balloon”, o “Crazy winter in town”, o “In Bejing” percependoli come fossero canzoni, li potrete cantare persino, ma… proverete il bisogno di ascoltarli ancora una volta, e poi una volta ancora, ed ancora. Perché in realtà avvertirete forte la sensazione che ci sia ancora molto da scoprire. I temi melodici si espandono, si arricchiscono, nonostante voi continuiate a riconoscerli in modo netto: ma sono cangianti, ridisegnati, esaltati o al contrario celati dietro intrecci  di accordi complessi e mai soverchianti. Le canterete, quelle melodie, al secondo ascolto, ma con la sensazione di “ripetere qualcosa di totalmente nuovo”: vi appariranno improvvisamente diverse anche per le dinamiche che tutto il trio, con un notevole interplay, riesce ad esprimere, o per il tocco che Galati decide di imprimere ai tasti del suo pianoforte. Il fascino di “On a sunny day” è dunque nella dualità tra  semplice e complesso, tra definito e “in fieri”, tra nettezza e sfarzo, persino. È una meta ben definita raggiunta attraverso un viaggio pieno di svolte, di sorprese, di cambi di programma, e che alimenta la voglia scoprire ciò che durante il tragitto precedente si era guardato, ma senza vedere: è per questo che, incuriositi, si sente l’esigenza di ripartire ancora.

(Daniela Floris)

parte di: Valli del Noce