Antonio e Scipione Salvotti

di Sergio Tomasoni con la Compagnia Co.F.As. APS
La messa in scena di questo testo, scritto negli anni ’60 dall’autore roveretano Sergio Tomasoni, ha visto il
coinvolgimento di attrici e attori delle varie Compagnie trentine aderenti a Co.F.As. APS.
Alla base del progetto, che intende favorire l’amalgama e la collaborazione fra le varie realtà filodrammatiche, vi è l’ambizione di produrre, sotto la guida di professionisti dello spettacolo, un allestimento teatrale di qualità, che sia però espressione di un’anima “trentina”.
La scelta è caduta, infatti, su un testo che ripercorre vicende collocate in un periodo particolarmente importante del nostro passato.
Si tratta della storia di un Casato trentino, quello dei Salvotti di Mori, collocata in un lasso temporale compreso fra il 1852 e il 1876, quindi all’epoca delle Guerre d’Indipendenza italiane, quando il Trentino era parte dell’Impero Asburgico.
Protagonisti principali del racconto sono Antonio Salvotti, figura importante di Giudice al soldo dell’Imperatore, ed il figlio Scipione Salvotti che è invece imbevuto di sentimenti “italiani” e quindi in forte dissidio con il padre. Ecco allora il contrasto politico tra un padre e un figlio, ma pure l’amore che unisce i due; ecco lo scontro tra ideale e soluzioni pratiche; ecco l’eterna lotta tra idealità e realtà.
Interessante nell’allestimento di questo testo è dunque la rappresentazione di un momento storico in cui nel Trentino convivevano, in uno stesso territorio – in questo caso addirittura in una stessa famiglia – sentimenti contrastanti.
Rappresentarli ci può servire non solo a rendere noto un episodio storico importante della storia trentina, ma anche a darci materiale, in un oggi in cui dobbiamo parlare sempre di più di Europa e sempre di più credere alla necessità di abbandono dei “ciechi” nazionalismi, per ragionare di come sia necessario combattere per i propri ideali.
E come sia importante anche trovare vie di dialogo là dove si inseriscano motivi di contrasto anche forti e, come in questo caso, motivi di contrasto che hanno portato e ancora portano a guerre inutili che non risolvono, ma anzi peggiorano sempre la situazione, sia per i vinti che per i vincitori.
In un’epoca come la nostra, nella quale sono tornati a soffiare i venti di guerra, riteniamo opportuno mettere in scena un pezzo di storia che ci ricordi come sia difficile, ma importante la pace. E come il dialogo sia l’unico mezzo per ottenerla.
Info e Prenotazioni
Ingresso libero
Prenotazione obbligatoria a Co.F.As. APS – info@cofas.it – 0461.237352 (dal lunedì al venerdì ore 8.30-14.30)