Castagne Matte

Apertis Hortis 2025

Teatro
Follia [ TCU | cbasso]

Come tutti gli anni a dare il via alle proposte estive del Teatro di Pergine è la rassegna Apertis Hortis. Ormai entrata nel cuore del pubblico perginese, conta quest’anno la sua quinta edizione. Giardini e orti nascosti nel centro storico di Pergine riaprono le loro porte per animare il cuore della comunità con tre spettacoli ricchi di voci, luci e musiche. Il primo appuntamento è nel Cortile Andreatta con Castagne Matte, un testo di Carlo Orlando e Denis Fontanari che porta in scena una riflessione sulla follia. L’interpretazione di Denis Fontanari è accompagnata dalle musiche di Candirù in questa produzione Ariateatro.

Nel 1882 viene inaugurato il Manicomio di Pergine Valsugana, in Trentino, una struttura emblematica che arriva ad ospitare 1800 pazienti e 1000 dipendenti. Un micro-universo grande quanto il centro storico che lo ospita, una porta verso un mondo parallelo, in cui il senso della gravità muta, il tempo si dilata, le leggi sʼinvertono. LʼOspedale Psichiatrico per un secolo ha imposto la sua voluminosa e segreta presenza sulla città, fuori e dentro le mura un coro di voci di chi la storia lʼha vissuta in diretta, di chi conosce quelle stanze e quegli odori. Il manicomio è testimone e tappa mezzana della storia del rapporto della società con la follia, pretesto ed esempio per raccontare di come la malattia mentale sia stata recepita e combattuta dal medioevo, sino alla fine del secolo scorso. Una serie di eventi truci e idee luminose che solcano la storia e che si sbriciolano lasciando le proprie tracce nel presente, sparpagliandole sul territorio. Mentre la parola si fa ambasciatrice del passato tumultuoso, le canzoni sono un morbido invito ad una riflessione sulla contemporaneità, con la speranza di epurare dallo stigma il discorso pubblico sulla malattia mentale.

Il nostro è un racconto di domande aperte su un passato non ancora elaborato, sui mutamenti del presente della psichiatria e sul significato della follia. Abbiamo deciso di narrare la follia per indagarla, tentare di darle voce, allenandoci alla mancanza di comprensione, abbandonando la ricerca del confine tra ciò che è sano e ciò che non lo è. Per iniziare abbiamo attinto dal mondo che ci circonda, da ciò che vediamo passare per strada, da ciò che il manicomio ha partorito dopo la sua chiusura. Le tracce leggibili ci hanno condotti a ritroso sui passi della percezione della malattia mentale, un percorso ottovolante di cui abbiamo provato a raccontare i tecnicismi e le contraddizioni, le geografie, ogni balzo in avanti e tutti quelli che ora ci sembrano andare indietro. La scrittura delle canzoni è avvenuta dopo aver chiarito le necessità della psichiatria contemporaneaa e dopo, dopo averne osservato il volto, oggi. La nostra sfida è quella di riuscire a raccontare senza giudizio, un tentativo di varcare la soglia e ritrovarsi in un mondo nuovo, dove ogni cosa è apparentemente possibile.

In caso di pioggia Foyer del Teatro di Pergine